Una finestra nuova, per tutti, aperta sulla strada, sul mondo, ... lontana dai poteri, vicina alla gente, ... curiosa, rispettosa, amica, ... aperta allo scambio, alla battuta, al saluto, alla discussione, alla polemica, ...incline alla pace, ... ansiosa di verità, ...anche provocatoria se necessario, ... puntuale, ... intrigante, ... attesa, ............

Fra pochi giorni è Natale!

mercoledì 16 dicembre 2020

di Carmelo Maria Carlizzi

Fra pochi giorni è Natale, il giorno in cui per la fede cristiana ricorre la nascita a Betlemme di Gesù figlio di Giuseppe della stirpe di Davide e di Maria sua sposa. Di loro sappiamo tutto, quale che sia la posizione di ciascuno nei confronti della religione cristiana. Sappiamo anche che nove mesi prima l’Angelo Gabriele ne aveva portato l’annuncio da parte di Dio in quel di Nazareth alla fanciulla Maria.

Alla vita che viene, però, recata nel ricordo spirituale del Natale cristiano da Gesù e da Lui rappresentata, si contrappone purtroppo un’azione continua di morte. Infatti come altrimenti possiamo definire l’estrazione sistematica e sanguinosa dal corpo delle donne in gravidanza del “grumo di cellule”, del feto, dell’embrione ossia del bambino che si è invece annidato fiducioso nel grembo materno.

Pochissimo si sa dell’aborto come tutti possiamo agevolmente costatare fra i nostri parenti, amici e conoscenti, ma anche verificare interrogando gli sconosciuti per strada. Pochissimo sanno dell’aborto le mamme, le ragazze, le donne in generale e anche quelle che già vi hanno fatto ricorso, quelle che vi ricorrono o quelle che intendono ricorrervi anche se quale extrema ratio. E così ugualmente i loro mariti, padri, compagni e fidanzati. Poco o nulla parimenti conoscono dell’aborto le femministe che pur lo proclamano, pochissimo ne sanno le insegnanti, le suore, le educatrici in genere. Pochissimo ne sanno gli stessi medici e persino i ginecologi che lo praticano altrimenti non si spiegherebbe il perché molti di loro, anche famosissimi, come Bernard Nathanson, Antonio Oriente, Antony Levatino e altri dopo aver visto le immagini di quel che avviene con l’aborto dentro e fuori il grembo materno hanno abbandonato tale mestiere, e alcuni, benché già atei e con sulla coscienza migliaia di aborti, poi si siano persino convertiti al cattolicesimo divenendo esponenti dei movimenti pro-vita. Pochissimo sicuramente sanno dell’aborto i legislatori che pur ne debbono formare i principi e indicare le modalità di applicazione, come ugualmente nulla conoscono quei politici che ne sostengono a spada tratta leggi e regolamenti. Pochissimo ne sanno, forse, le autorità ecclesiastiche, ché altrimenti interverrebbero non solo con la promessa dell’applicazione della misericordia, ma prima ancora con ammonimenti ben più severi della stessa scomunica latae sententiae, ossia applicata automaticamente e appositamente prevista dal diritto canonico per chi ricorre all’aborto. Come pure quelle autorità morali e civili di ogni genere e di ogni Paese, che pur con i dovuti distinguo paiono conoscere assai poco di questa materia. E mi riferisco espressamente alla conoscenza dell’efferatezza con cui l’aborto sempre viene compiuto.

Infatti come potrebbero tutti costoro che abbiamo appena citato, rimanere indifferenti, grazie alle tecniche ecografiche che da alcuni decenni ci consentono di osservare all’interno il grembo della donna, nell’assistere allo smembramento del corpo del bimbo con lo strappo uno per volta di braccia, gambe, addome e testa dal tronco e, pensate un po’, mentre è vivo e cerca di sottrarsi disperatamente alla cannula aspirante o alla pinza dall’estremità a bocca di pescecane che però subito lo afferrerà inesorabile? Come rimanere indifferenti nel vedere la siringa che con una dose letale di un farmaco viene infilata nel corpo del bimbo sino a raggiungere il cuore vivo della creatura che riposa placida nel grembo materno perché subito muoia? Come si potrebbe rimanere indifferenti al taglio delle sue corde vocali perché non si senta strillare il bimbo quando viene estratto vivo dal grembo materno per gli aborti procurati a scopo di ricerca o di commercio? Come si potrebbe assistere indifferenti alla visione del bimbo che viene rigirato nel grembo materno perché possa parzialmente essere estratto vivo dai piedi lasciando dentro la testa che poi viene svuotata del cervello tramite una siringa introdottagli dal medico per così evitare l’accusa di omicidio? Come rimanere indifferenti alle pratiche dell’aborto salino che consiste nell’iniettare una soluzione salina caustica all’interno dell’utero della gestante, in modo tale che avveleni il bimbo che porta in grembo ustionandolo, per cui la donna partorirà un bambino morto? Potremmo continuare ancora con decine di esempi e metodi, tutti diversi e tutti sempre senza che al bimbo venga applicata alcuna anestesia! E’ assolutamente certo che nessuna delle persone che ho prima elencato potrebbe rimanere indifferente nell’osservare quanto non è consentito che venga praticato neppure sulle bestie dai protocolli e dalle leggi dei paesi cosiddetti avanzati. E allora? Come si spiega tanta colpevole indifferenza?

Moltissimo invece sull’aborto ne sa di certo la senatrice Emma Bonino leader storica delle femministe per averne praticato alcune migliaia fra cui in particolare assai famosa era la metodologia da lei applicata e consigliata con l’uso della pompa di bicicletta. Sempre che nel suo animo non se ne sia pentita. E ugualmente moltissimo ne sanno sul piano pratico quanti resi ciechi dalla sete di guadagno producono pseudo farmaci, gestiscono pseudo cliniche e pseudo reparti ospedalieri, così come quanti, quali pseudo ginecologi o pseudo ostetriche, ugualmente mossi dal guadagno poi applicano sul campo l’aborto.

Certo quasi tutti sappiamo che con tale termine, aborto, si intende far riferimento al rigetto della vita nascente dal grembo da parte della donna attraverso pratiche che poste in essere in un qualsiasi momento dei nove mesi della gravidanza, poi portano alla cancellazione della vita nel feto, nell’embrione, chiamatelo come vi pare, ma che io chiamo bambino.

Moltissimi di noi e forse io stesso, ma davvero non lo ricordo, a suo tempo conquistati dalla propaganda modernista abbiamo votato a favore della legge dell’aborto, la 194, nel 1978. Ma cosa sapevamo allora di questa pratica se tanto poco conosciamo oggi a oltre quarant’anni di distanza? Nulla, a parte il nome e a cosa serviva. E come detto sin qui poco o nulla continuiamo a sapere di quanto accade al bambino nel grembo della donna durante l'aborto. Prima di mettere in campo principi etici o morali o religiosi, e di ricorrere a ragionamenti sul controllo delle nascite.

Solo da un paio d’anni, ossia da quando mi sono dedicato con gli amici dell’Opera “Padre Gabriele” a studiare questa tragedia posso dire d’avere ora una parziale conoscenza della realtà dell’aborto mentre intanto ho raggiunto i settantaquattro.

La visione dei filmati dell’aborto del terzo mese e di quello del sesto, ma poi di qualsiasi epoca e tutti facilmente disponibili sulla rete, andrebbero resi obbligatori ovunque e per tutti, dai dodici anni in su, poiché se a dodici anni i ragazzi hanno già i primi rapporti sessuali che possono portare alla gravidanza delle ragazze, poi il tema ugualmente vale per gli adulti. Infatti tutti i maschietti, di tutte le età e condizioni, dopo aver soddisfatto i propri impulsi quasi sempre in caso di gravidanza girano la testa dall’altra parte non intendendo in alcun modo assumersi delle responsabilità, ossia aiutare la donna ad affrontare quanto lui ha contribuito a determinare: la vita di un bimbo! E allora ecco che l’aborto fa davvero tanto comodo, così come tutte le spiegazioni fasulle e ipocrite che sono sbandierate.

Pensate un po’: 54milioni di bimbi abortiti almeno ogni anno nel mondo, pari in media a 150mila bambini ogni giorno secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che certo non è emanazione delle congregazioni delle suore dorotee o dei frati francescani, ma un organismo laico di riconosciuta universale autorevolezza. E questo senza contare gli embrioni prodotti in laboratorio per le più diverse ignobili finalità.

Poiché invece siamo vicini a Natale cerchiamo di riuscire a immaginare con un minimo di partecipazione questo corteo sterminato di milioni di piccole luci che si dirigono verso il cielo passando dalla Grotta di Betlemme. BUON NATALE!

Lasciate i vostri commenti

Invia un commento

0
I vostri commenti sono sottoposti al controllo dell'editoria.
  • Nessun commento