Gli Innocenti Dimenticati
Mercoledì 23 Settembre 2020
Pubblichiamo di seguito il link all'intervista di Giorgio Di Salvo per Life New a Carmelo M. Carlizzi e a Paolo Franceschetti per raccontare quali siano secondo loro le affinità fra due famose vicende di cronaca di questi ultimi anni: quella che riguardava lo sfruttamento e le terribili violenze che avvenivano in danno dei minori ospiti del Forteto, la struttura di assistenza dove erano stati affidati, e quella relativa ai bambini di Bibbiano strappati ai genitori con false accuse grazie a un intreccio di indicibili interessi fra amministratori pubblici, operatori sanitari e consulenti nominati dal tribunale dei minori. E ancora sotto quale ottica queste due vicende possono essere considerate riconducibili ai crimini del Mostro di Firenze.
Paolo Borsellino, ancora solo una commemorazione
Domenica 19 luglio 2020
di Carmelo Maria Carlizzi
Ancora una volta noi italiani che crediamo nella Giustizia ci siamo ritrovati a commemorare le due grandi stragi avvenute nel 1992 a Capaci e a Via d'Amelio. Per chi vorrà, propongo anche di andarsi a rileggere i miei diversi articoli pubblicati nelle stesse ricorrenze degli anni scorsi su questo sito, scritti a ricordare questi due eroi di un tempo che è rimasto presente e il cui sacrificio ancora non si è per nulla compiuto. Infatti il patto di sangue che con tali stragi pareva essere stato stipulato in Italia fra l'Antistato e lo Stato non ha ancora prodotto nulla di quanto era nei programmi delle parti contraenti. Solo la criminalità organizzata, terzo attore contraente, ha incassato qualche “giusta” anticipazione sul premio dovutole per il servizio di collaborazione, confusione e copertura fornito nelle stragi di Falcone e Borsellino e di quanto avvenuto a loro corollario. Inoltre il Covid 19 proprio ora è purtroppo intervenuto a guastare ogni cosa e proprio quando si stavano per disporre le carte sul tavolo delle trattative che avrebbero dovuto almeno dare anche a Cesare quel che è di Cesare. Non si sa davvero come sarà possibile distribuire risorse che ancora non ci sono, ma che saranno di certo prima o dopo poste a disposizione del nostro governo Conte che avrà intanto anche proceduto all'ennesima spremuta delle tasche degli italiani di oggi e di molti dei prossimi anni. Ma si badi bene che di tali risorse, una volta accontentate le giuste attese della criminalità organizzata, poi quelle dei diversi prestatori d'opera che generosamente hanno anticipato con interessi usurari quanto ha consentito di continuare a pagare stipendi e pensioni, oltre a far fronte almeno in parte a impegni pubblici improrogabili, ben poco resterà ancora per affrontare i giganteschi compiti che sono di fronte ai nostri politici. Ironia a parte capite dunque qual'è il vero problema da risolvere? Lo diciamo ancora una volta: gli Italiani debbono poter aggiungere nel preventivo di ogni investimento pubblico e privato una somma pari ad almeno il 10% indispensabile per assolvere gli impegni nei confronti del crimine organizzato, poi una percentuale sconosciuta ma immaginabile e non meno pingue per saziare le attese del sistema politico che è davvero insaziabile e solo allora si può cominciare a pensare seriamente agli investimenti improrogabili e secondo le regole finanziarie classiche.
11 agosto 2015
UN’OCCASIONE DA NON PERDERE… O UN’OCCASIONE GIA’ PERDUTA?
di Carmelo Maria Carlizzi
In concomitanza con l’anniversario della scomparsa di Gabriella (11 agosto 2010) mi piace affrontare un argomento che in questi giorni è di grande attualità e per molti di grande scomodità: quello dei cosiddetti migranti, ossia di coloro che a bordo di ogni sorta di galleggianti si propongono per mare, o con ogni sorta di stratagemmi per via di terra, di raggiungere l’Europa attraverso l’Italia o la Grecia, o attraverso qualsiasi altro approdo o varco.
Ma perché ho pensato di parlare proprio oggi di questi disperati che mettono in gioco con tale decisione la loro vita e quella dei loro figli, mentre coinvolgono di fatto nella loro precarietà quei Paesi dove cercano di dirigersi e di stabilirsi inducendoli a decisioni che potrebbero divenire nel bene o nel male anch’esse estreme?
domenica 19 luglio 2015
OGGI IL CASO DI ROSARIO CROCETTA E IL SUO SILENZIO DOPO LE PROVOCAZIONI SU LUCIA BORSELLINO.
22 ANNI FA ANZI 23 GABRIELLA INVECE SEMPRE A PROPOSITO DI FALCONE E BORSELLINO SALIVA AL VIMINALE PER INCONTRARE IL CAPO DELLA POLIZIA VINCENZO PARISI …
di Carmelo Maria Carlizzi
Nella ricorrenza della strage del 19 luglio 1992 in cui morirono Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, ritorno su un episodio cui ho più volte accennato e non solo su questo sito.
Mi riferisco alle dichiarazioni rese a verbale da Gabriella in due distinte occasioni immediatamente precedenti la prima alla strage di Capaci e la seconda a quella di Via d’Amelio. Ai primi di maggio del ’92 Gabriella chiese di incontrare l’allora capo della Polizia Vincenzo Parisi che la ricevette al Viminale alla presenza anche del vicecapo Fernando Masone con il quale poco dopo Gabriella dichiarò a verbale d’aver ricevuto una comunicazione, che documentò, in cui si diceva che sarebbe a breve avvenuto in Sicilia un attentato contro un’autorità dello Stato. Di certo allora il ministero dell’Interno mise in atto quanto doveva, ma purtroppo l’attentato con le sue tragiche conseguenze il 23 maggio seguente ebbe comunque luogo a Capaci dove morirono il magistrato Giovanni Falcone, la moglie anch’essa magistrato Francesca Morvillo e tre agenti della scorta Vito Schifani,Rocco Dicillo, e Antonio Montinaro, mentre si salvarono gli altri quattro agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e Giuseppe Costanza.
Verso la fine del giugno successivo Gabriella, mentre eravamo a Porto Santo Stefano in vacanza, ricevette un’altra comunicazione per lo stesso mezzo della prima in cui si annunciava testualmente “l’uccisione del giudice Paolo Borsellino“.
14 aprile 2015
CIAK, SI GIRA – UN PO' DI SANO E INNOCENTE COMPLOTTISMO… OVVERO “IL RITORNO DELLA ROSA ROSSA”
di Carmelo Maria Carlizzi
Un po' di sano complottismo non può che fare bene per stemperare e approfondire ad un tempo la terribile realtà e serietà dei massacri dell'Isis come pure della devastazione che i jihadisti stanno portando avanti, non solo del patrimonio storico e archeologico del Medio Oriente, culla della civiltà, ma anche del tessuto umano e sociale di quel vastissimo insieme di popoli e nazioni che riunisce oggi i figli dell’Islam.
Molti commentatori e studiosi del fenomeno dell’Isis hanno evidenziato la scenografia sempre più sofisticata adottata, ma che poco si combina con la rozza e cruda purezza di un movimento sinceramente rivoluzionario. Già quando protagonista del terrore era Al Qaeda si era notato il sapiente utilizzo dei metodi della psicologia di massa per la diffusione di messaggi ed immagini. Anche le nostre Br invero avevano adottato – naturalmente parliamo di quaranta anni fa – strategie di propaganda che usavano strumenti presi a prestito dalla comunicazione televisiva e fotografica per inviare o rafforzare i propri messaggi politici, o anche solo per depistare investigatori e giornalisti.
mercoledì 25 febbraio 2015
In questo articolo esporrò al lettore quella che ritengo essere una scoperta estremamente rilevante per quanto riguarda i delitti del Mostro di Firenze, ossia la scoperta del codice (o, meglio, di uno dei codici) numerico e simbolico utilizzato in tutti i duplici omicidi. Questo codice da un lato rivela in maniera evidente l’esistenza di un legame profondo che unisce i delitti, di un obiettivo comune che, come vedremo, consiste nell’uccisione della prole attraverso l’uccisione della coppia di amanti e quindi attraverso l’uccisione della capacità generatrice stessa; dall’altro, essendo un codice basato sulle date degli omicidi, sui nomi delle vittime e sui luoghi dei delitti, fornisce considerevoli indizi a sostegno della premeditazione a tavolino dei crimini del Mostro. Veniamo ora all’analisi di questo codice.
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