RATZINGER: PASTORE O CAPO DI STATO?
DOVE SONO FINITE LE PIAZZE DI WOJTYLA?
BLINDATA LA TERRA SANTA: E’ UN MIRAGGIO IL DIALOGO INTERRELIGIOSO?
OLOCAUSTO: DOLORE PER LE VITTIME MA NESSUNA ESPLICITA CONDANNA PER I TEDESCHI NAZISTI.
E IL VATICANO “RECLAMA” LE “SUE” PROPRIETA’ NELLA TERRA DEL SIGNORE GIUSTO…
Lui diretto in Giordania, molti altri giornalisti, compresi noi e Bruno Vespa, lo avremmo invece atteso in Israele, tra Tel Aviv, Gerusalemme, Bethlehem, e Nazareth…
I pareri su questa visita non sono univoci, il momento è delicatissimo e questo Papa è tedesco, inutile pensare che non abbia patria, e sappiamo benissimo che la memoria di talune stragi è ancora fresca, una memoria che il tempo non riuscirà a cancellare.
Sentiamo il bisogno di esprimere la nostra opinione su questo evento, senza voler essere polemici, ma se è vero che le coscienze sono libere, allora come cattolici ci sentiamo autorizzati a manifestare il nostro pensiero.
Se sbagliamo, chiediamo scusa.
Abbiamo sempre creduto che il Papa dovesse indossare i panni del Pastore della Chiesa, anche se il Vaticano è uno Stato, ma il Sommo Pontefice, non può rappresentare solo uno Stato, se siede sulla Cattedra di Pietro, e dunque il suo istituto è quello di Vicario di Cristo, e in quanto tale può accogliere nel proprio mandato tutta l’umanità, credenti e non credenti.
E tale veste, nel 2000 la mostrò in modo ineccepibile ed anche commovente Giovanni Paolo II, un Papa che ha riempito spontaneamente, senza ricorrere ad alcuna organizzazione della Santa Sede, le piazze di tutto il mondo, incurante delle critiche che gli provenivano da certe congregazioni, in particolare la Congregazione per la Dottrina della Fede.
Fu accusato: “Santità, troppi Santi… Santità, perfino i balletti del Pellerossa…ecc. ecc.”
Quando atterrò a Tel Aviv, dopo aver baciato inginocchiandosi la terra, Wojtilya era già circondato dall’entusiasmo della gente, non importa se Ebrei, Palestinesi, Arabi, in lui non si temeva la rinuncia della propria identità religiosa, ma si sperava in una pace che ristabilisse una civile convivenza su un unico territorio delle diverse etnie.
Lui, l’attentato l’aveva subito a Roma, e dunque poteva permettersi il “lusso” di girare il mondo consapevole che il rischio della propria vita è tale in ogni paese, al di là delle guerre o delle tensioni politiche, sociali, religiose.
Pochi giorni fa, appena siamo atterrati a Tel Aviv, ci aspettavamo segni di festa, e tanto più quando siamo giunti in auto a Gerusalemme, pensavamo di intravedere nella gente l’attesa di qualcuno, una persona importante, insomma quel movimento che si è soliti notare in una città, in un paese, quando ci si sente onorati di una visita non comune.
Intorno a noi, abbiamo trovato una città deserta, anzi i volti della poca gente per le strade erano contrariati dalla chiusura di alcuni percorsi che di certo rendeva più difficile la vita dei cittadini.
E subito apprendevamo che quando il Papa sarebbe giunto in Terra Santa, le scuole statali sarebbero rimaste chiuse, come pure molte attività commerciali.
Intanto, di ora in ora, i sistemi di sicurezza sembravano annunciare una guerra, soldati armati ovunque, uomini dei Servizi Segreti seminavano i punti più strategici, i luoghi della cristianità chiusi al normale traffico, con la conseguenza che i pellegrini disabili, dovevano rinunciare a visitare il Getsemani, o il Cenacolo… insomma o a piedi o niente, e quando sarebbe arrivato il Papa nemmeno a piedi se non con invito…
Eppure tanti pellegrinaggi erano stati programmati e pagati prima ancora di sapere della visita del Pontefice.
La gente sarebbe rimasta nella stragrande maggioranza a casa, anzi qualcuno aveva provveduto ad avvertire che al passaggio della nera limousine dove per “Fede” si doveva credere ci fosse Lui, sarebbe stato meglio non rimanere dietro i vetri delle finestre…
La sensazione era sempre di più quella dell’arrivo di un Capo di Stato, e dunque ci chiedevamo, dato che ogni Stato gode della propria autonomia, che ingerenza avrebbe potuto avere in veste politica o diplomatica questa visita, in un territorio che ha già i propri Capi di Stato?
Speravamo che Benedetto XVI avesse un asso nella manica, e il pensiero più logico era quello che approfittasse delle sue origini per affrontare con coraggio il dramma dell’Olocausto.
Chi più di lui poteva farlo?
Il suo predecessore con un gesto entrato nella storia, chiese perdono a nome della Chiesa per quel male indimenticabile, e pianse su quei sei milioni di nomi… si inginocchiò come se in ognuno di loro vi fosse il suo parente più caro.
E non mancò di pronunciare parole dure, e dirette agli autori di quell’immane sterminio.
Lui che certo veniva da un Paese dell’Est, e nessuna radice lo accomunava ai massacratori.
Il giorno in cui Benedetto XVI aveva in programma di visitare il Museo dell’Olocausto, Gerusalemme appariva come una città fantasma, il più totale disinteresse della gente comune, a meno di qualche gruppetto di studenti universitari che volevano manifestare contro questa presenza ma sono stati immediatamente ostacolati dalle forze dell’ordine.
Per tutta la giornata, gli orari dell’arrivo del pontefice al Museo sono variati di ora in ora, mentre di ora in ora, la città e quel particolare luogo divenivano un vero e proprio assetto di guerra. Solo nel tardo pomeriggio, si è visto per qualche istante il corteo di auto nere, a distinguere quella di Ratzinger una minuscola bandierina gialla.
Il suo intervento all’interno del Museo lo abbiamo seguito in televisione.
Perché nascondere la nostra delusione, Santità?
E’ vero, lei non ha taciuto il profondo dolore per quello sterminio, ha espresso il suo desiderio che certi “errori”, li ha chiamati “errori” non debbano più ripetersi, ma lei, Santità, consapevole di essere tedesco di nascita, non ha pronunciato quella condanna esplicita, senza mezzi termini, contro quel popolo che si rese autore di un dramma che segnò la storia e la memoria di tutta l’umanità.
Lei, Santità, venuto nella Terra del Signore Giusto, per disarmare gli uomini della guerra, lei ha mobilitato un esercito di militari armati fino ai denti, responsabili della sua incolumità.
Non le sembra tutto questo una contraddizione che indebolisce di fatto perfino la premessa di un eventuale dialogo interreligioso e quindi di pace, pace almeno nei cuori?
Abbiamo intervistato in questi giorni la gente per la strada, quella che non ha potuto nemmeno avvicinarsi, per non parlare di quante carezze mancate ai tanti bambini che di una cosa sola la ringraziano, qualche giorno di vacanza a scuola.
E ci siamo resi conto, che anche negli ambienti più autorevoli, dietro i sorrisi di circostanza, questa sua visita lascia in sospeso forse i problemi più importanti, quelli per i quali credevamo fosse stata da lei programmata.
La Pace che tutti auspicano, non si firma sulla carta, tra Capi Religiosi, o nella Diplomazia, quella Pace è un’alleanza che può stringersi tra la Parola di un Pastore che si fa proteggere dai sorrisi della gente che conquista con proprio carisma, e non si stupisca se questi popoli non la vedono come un portatore di Pace, loro che da un giorno all’altro si sono ritrovati invasi da soldati pronti a lanciare al minimo sospetto una raffica di mitra…
Se la sua visita ha esigito questo schieramento di forze, evidentemente anche lei, Santità, è consapevole che non tutti l’hanno gradita.
Noi siamo stati qui durante la settimana santa fino alla settimana successiva alla nostra Pasqua e alla Pasqua ebraica.
Ebbene, questi luoghi erano veramente in festa, e nonostante la moltitudine di gente che invadeva le strade, non vi erano uomini armati, non vi erano elicotteri, o schieramenti di polizia pronta a caricare… vi era invece un respiro di Pace e di rispetto reciproco tra le varie religioni, tra coloro che comunque si riconoscono figli di un unico e vero Dio, tra coloro che aspettano con Fede di condividere con il Signore Giusto le stesse cose che gli Apostoli condivisero con il Maestro.
EVEN TO DISCOVERY THE HIDDEN AND FREADULENT RESPONSABILITIES REGARD THE ECONOMICAL CRISIS THAT OUR NATION DOES NOT RESOLVE EASLY AND IN A BRIEF TIME.
MAYBE IF THE NOSE OF EX-JUDGE ANTONIO DI PIETRO WAS DIRECTING TOWARD THE INTERNATIONAL COOPERATION,
INSIDE THE MINISTERY INTERESSEDED TO THE DEVELOPMENT, THE ENVIROMENTAL, AND IN THE RELATIONSHIP WITH THE COUNTRIES NAMED “THIRD WORLD”, HE WOULD STOPED THE MOST BEYOND SUSPICION ESCAPE OF MONEY, DIRECTS TO ANYTHINGS PURPOSES EXCEPETS TO THE HUMANITARIAN PURPOSES...
WHAT DOES IT MEAN COOPERATION IN THIS WAY? IS IT POSSIBLE TO TALK OF DEVELOPMENT IN POOR COUNTRY?
THE JUDGEMENT SHOULD INQUIRY... IT IS NOT MORE LATER, AND THEY INVESTIGATE ABOUT MY WITNESS...
THEY CAN ASK ME THE TRIALS... AND MAYBE THE CRISIS OF OUR COUNTRY CAN FIND A SOLUTION IN THE COURT AND CAN PUNISH WHO TODAY WORKS AND GAINS BY THE MISERY...
But the serious and dramatic result that my inquiry has showed, it has not to permit that these facts continue to be ignorate, also if other people first of my inquiry have face this reality, and they have fought and have exposed their life to serious dangers, and the legal threaments from who have omited and now are continuing to omit like a normal office role.
In Nairobi, there is an italian air from the times of the first republic, like that unalterable powers involved in the inquiries by the italian judges, they have changed their home, and they were transfered in Africa, to contiuing without nuisances their reliable coruption engine, and finding inside the local Governament more connections.
In Italy we say: “All the world is only a country”, and it is true, in consideration in everywhere there is the evil, but if we would be very objective, we would recognize also in everywhere there is the good.
And for this principle, the good is the ethic obligation to denunce all the facts for singles when they obtain wrong economical gains, and keep its richnes because they can manage of the misery of many other persons.
My last time in Nairaobi, was the 1994, and now the city is very worsed, in the relation of the rate of poverty and in relation of the increase of crimininality, and also regard the criminality like an istitution.
Now, I would explain the proccesing that permit from Italy to generate an huge money stream, that it will be divided between who approves the projects and obtain the founds but it will not realize it, because it will invest only a little part of the founds and the remaining part it puts in its pocket.
But there is a more worrying reality.
Frequently, in the last twenty years, it told about some kidnapping of italians both in Kenya and in Somalia, and when these people were free, it declared that was not payed their freedom.
Maybe somebody would think that some kidnapping were organized by the same victims with an agreement with local people. So it is created an opportunity to spent the money maybe part of the “dark founds”?
Always the State want to pay for the freedoom for the people, because in different case, it would seem that State has negotiated with the criminality.
It is not true in every situation, we know that the secret services are interested in the kidnapping, and they consider the situation of the kidnapping and they have free hands to decide if to use the “dark founds”. In other words they can decide to spent the money outside of the balance and registries of the State, that in these cases can be used for “istitutional purpose” like to pay the freedom of a citizen in the foreign country.
The life must be saved, in every situation.
The human mind is also managed by the Devil, e the avidity for the money has consolided a method of false kidnappings that in some situations is not decency, so these facts are on the desk of who would know very well the situation. But these inquiries find more obstacles and so the people involved in the researches of truth loose the motivation to continue the inquiry, also if they have good willness and they feel a great fidelity in the justice.
There is also the house for children, where live children with Aids and children without Aids but not conoscius of the risks.
So, in consideration of the high rate of the HIV in Africa, the managers of these house are not interested to save the healthy children from the contagius of Hiv because these children are like numbers, so if the managers have more children can obtain donation from the State, humanitarian association from all the world and two milions of people can send donationes, because they are sensibilize by the marketing campaignes that showed touching images also for the person more indifferent in the heart.
So to complete this picture, my inquiry arrives to the Dandora dump, the most big dump in Nairobi inside a slum quarter.
Some days ago, I was going to the little school of orphans with parents named Rehoboth Community Center, in Dandora quarter, I have seen on my left side, an huge mass of rubbish without bordeline because is very wide.
A dump without bordeline, I was very impressive.
Adults and children were seating over the rubbish, while others were finding something to put in the mouth, and others some rusted metal pieces for to sell as recycling, with a strong smell... it is an image from the hell.
I asked an Autority in the car with me, how it can possible to exist a dump like this. It can kill, poison both children and adults, pregnant women, in other word this dump is very attempt to the life.
The Autority replied me: “The giulty is not of the Autorities, where the people have built the schools and the houses, the dump just exists, and so they could not choose a different place...”
This affirmation in this contest is a provocation for me, because have understood in the words of the man an invite for me to forget this dump.
So I have asked to stop the car, and my troupe take some pictures and videos about the dump, because I am very determinated to face this question.
I felt the sensation to live the scenaris of an old italian film named “The hands over the city” located in Naples, when men of istitutional and politic powers used the misery of the a famous quarters in Naples named “quartieri spagnoli” to take through corruption also the Sun of Naples, the first beautiful thing for the tourist from all the world.
So for these men, bulding are done with abusive method and without a little consideration for the enviromental, in every place there is an Hotel for very rich persons, and in these companies there are not a common citizen of Naples.
This business involved also the most poor quarters of Naples, and where live the poor but honest people, so it becomes an intinerary for the turists.
So Nairobi.. I was going to find the imprint of Italy, inside the mud of the slums, or inside some luxurious colonial houses in use to the italian organitations that provide in apparance humanitarian helping to the despaired people, but their avolonteers have a cars of 50.000 euros, firm clothes and a “bolognese” speaking.
So this feature, in appareance very stupid, is become the guide that have taken me outside from the italian and african immorality labyrinth.
The big tragedy of the Africa, is composed from infinitive particular tragedies, and the tragedy is consuming with the indifference of the bored people in the world.
All african continent is pervaded of a wind of misery, fights, death, and over this huge fire, the most rich coutries help with the fuel, because they are worried to how can managed the resourses of these countries, instead to provide helps and genuine solidariety,
The activities of the international organization are demostrating ruinous and negative, becuase their filosophy is the profit.
In this situation Berlusconi has not a guilty, and could be appreciable if he costituites a specific parlament commission to inquiry about the huge stream of money of the State toward to the disapointed finalities....
I remenber a Governament, and behind the screen of the hypocritical cooperation done great tricks, and so it caught the money and destroying the social and economic resources of Africa, and so also it helped the tribal hate.
The tensions and the conflicts are questions of everyday, also the international press located in Kenya, frequently prefers do not tell the questions that can create risks for the life of the journalists.
And they have very fine mind, they moves the pawn, and live in Switzerland, in London, New York, Washington, Amsterdam,Hamburg, Paris and Rome.
In their headquarters they plan the project regard the explitation of the countries named “third world”.
This dramatic reality is in my hands, and it has an italian management, a political identity that involves the istitutional opinions,so can move the richness outside of the State and they receive benefit in a very poor continent.
I have met a functionary of italian Embassy to Nairobi, in the cooperation office, so I have explained my valutation and also I can ask which the humanitarian association I could give the money come from Christian Charity, that they are not pubblic founds.
So, I have met dott. Leone C. in my role of President of Associazione Onlus “Padre Gabriele”, located in Rome.
Leone and me have exchanged some opinions about the african situation, I feel in Leone a sense of resignation because he does not believe in a change of situation, and he retains kenyan people have not a future, and he has written me in a little piece of paper two names and relative numbers of telephone. These persons that live in Kenya from many years and work in some procjets, one in the agriculture and irrigation and the other in the approved schools and supporting the children on the street.
“I am sure, it is possible a common interested with them”, said me, dott. C., first to finish the meeting, and I have promised to inform his about the meeting with his partners.
I have asked an appointment with the two partners of Leone, and toghether my collaborators have gone in their office, located in a residential and prestigious area in Nairobi.
During the meeting I have explained the situations of immorality that I have seen with my eyes in Nairobi, but two interlocutors rejected every opportunity of collaboration with me, while I would provide a support in their projects, because I was guarented from the trust of functionary of Embassy.
I was not understanding their expressions e their behavorious inclined to invite me to renounce in the activities of denunce, instead to give me a moral support...
When the meeting was finished I felt a sensation to be consideraded like a particolar person for their or even as a dangerous person.
But, why I can be a dangerous person? Who can retein me dangerous?
My feel was very well.
In the evening, I was reading my emails and received some emails from two “partners” about me. These emails were be delivered to their important interlocutors in Bologna, and for a mistake they have sent also to me, maybe for a wrong command.
One of this email was very worrying, and it is the text:
“Given that we met the person who seemed rather eccentric, I went to take the trouble of looking for internet...
you can read what I found in the attachement...
it criticizes by itself. Leone of UTLcould not send us anything better!"
In this email, one of the “partners” attached one of the rubbish-article that written against everybody, from President , judges, politics, witness of important inquieries, man of the jetz set ecc.. so compromising the reputation of these persons.
In the internet there are many pages dedicated to me in the positive regards, but these article were ignored, and so the article considered like a Vangelo by their, it is just denunced from me for its content.
It would be more easly to call me and ask me an explatation.... if in me He was not recognized a famous person for my denunces regards the immorality.
And it was my image to provoce an agitation for them, so he has written :
"Leone of the UTL could not send us anything better!"
The wolf loses the hair but not the vice so if we have an open letter of the 1981, Pannela delivered this to Giovanni Bersani, now President of the associations of two partners.
This is the content of the letter:
OPEN LETTER OF DELEGATION OF “PARTITO RADICALE” TO THE JOINT COMMITEE ACP-CEE TO THE COPRESIDENT GIOVANNI BERSANI
Freetown, 25th Febraury 1981
Mr.Copresident,
we do not sit down to eat with swindlers, neither we accept food from whom takers away to us every right and that, elementary, to speak by moral and legal violence.
For this reason we don not accept invitation to have dinner at Mammy-Yoko Hotel: because it arrived us also with your sign. We would have been happy and touched to be there if our only guest had been S.E. Samuel Pratt, Minister of Industry and Commerce in Sierra Leone, our president ad interim.
All over the world breaking the bread together means friendship and civilization we cannot do with you.
You prevented us, by your deputy Pearce, delegate of friendly party of multinational and wormongers, from being allowed to speak as we have right, you have denied us technical services due, interpreters, translations, you even hid resolution proposals that we produced in conformity with our regolutaion and with each parlamentary tradition.
You are an expert on politics of both the stick and the carrot.
Since we do not accept the carrot given to every client of rearmament and hunger policy, betraying your copresident role, going back openly to be a party man (and which party...), you used the stick to prevent us to speak to the press, to the delegate brothers of African Carribean and Pacific Countries.
So you try not let know, here in Africa, here in Sierra Leone, that aming the depoties and european parties present at this meeting, there is who asked to this joint commitee to oppose the policy of our Governaments, that condemn to death of hunger, this year, at least thirty milion of people, to able to supply the industry of war and death with others nilliard of dollars, the tenth part of it would be enough to give development and welfare all the people in the world. Of course this is not a private attack to your person. But it is a politic attack to what you represent and what you have done, in a so clear way and not much limpid, against the cause of right and democracy the cause of life.
On the other hand, Mr.Copresident, we belong to a poor and honest party, strong of this.
We are not parliamentarian-tourists that are interested in the world hunger only when they can do in big hotel built in the middle of deserts of hunger, thirst, poorness, made by the powerful of the world you present so well.
We are here completly by our private costs, travel and visit too. And we are proud of it, even if its costs too much: we don not want your money.
Marco Pannella, Jean Fabre, Gianfranco Dell’Alba
UTL means Local Techical Unit in the world, and Leone is named of dottor C., the functionary of italian Embassy that he raccomended their.
I have replied with very hard words, as is my temper, and I have sent these emails to dottor C., I have thought “I have offered helps and collaboration, but noticeble their “affairs” do not admit the presence of a person devoted to the “denunce”. E so I should investigate and inform some persons interested.
When a kindnapping happens under a Governament, the wife of President is on the pages of international press because she is involved in very lucrative affairs outside the Italy... also in Kenya...
And it has been simple, I have searched the Foreign Minister in those years...
A rappresentive of the most rich and prestigious italian family...
And Berlusconi, I precise was not to the head of Governament.
And how can we say about a man first kindnapping, then to set free, when he replied to the journalist with this word?
“During captivity, I was shut up in a little house, where I was alone all the time, controlled by soldiers who dressed the uniform of Aidid army and they always tried to grant every ny requests, he added (the abducted), that after the release he was also able to call his family to...”
A witness declared:
“ Today in first hours of the afternoon M.D. Told last evening – the person in charge of an other no governative italian Organitation Cins (italian cooperation North-South), reached by phone in south Mogadiscio – M. (the abducted) was here. About three 9 o'closk he decided to go back to Giohar, the town 90 km far from Mogadiscio where there is the office of C., and he asked me an escort to go with him outside the capital through the palce under control, that is, by general Aidid's haberghidir. My men guided hin until outside the town and the they came back but after a little M. came back too. He forgot hi bag. He sent his driver to pick it up, did not see him, and then they left again, this time without an escort.”
Some strangeness can be commented in this way...
So I have investigated and the situation regard some italian persons in Kenya, an in particular in Nairobi, I have understood completely, and I agree with the dissaproval of two men in the regards of dottor. C. , culpable to have presented their an investigative journalist... in the role of Presindent of an humanitarian association ready to support their projects.
It is a destinity, all agaist of emilian people, so in my days spend in Nairobi, I have asked to a respectable person to know a house children, that hosted children illness of Aids, to help this structure. He have taken me in a little and decouros home inside a slum. This house hosts only 32 children.
We have visited this house with the directors and they have explained us that not all children have affected to Aids, fitfy percent are healty and are not sieropositive.
I asked how this situation is possible, also because the healty children do not know about other friends affected to Hiv and they could be infected in every moment.
They replyed me that this is a method, so the children affected to Hiv do not feel themself isoleted... e so I was angry, because I do not accept, in a place with a very dramatic rate of people affected of Hiv, that healty children can risk their life, instead to protect it.
Then, I received an information, that explain me that head of this house children is an Onlus Association in Bologna and if I would contact the President, she will provide some exhaustive infomations.
So whitout exitation I called Mrs. L.C. But she felt in difficulty, and she invited me to not interested me regard the affair of M.House, and to give our helps in other projects.
I replyed : “Excuse me, Mrs I am visiting your website and I am writing “help us”, why do not you want our support?
My request is logic, naturally, I was near to other terrifyng reality, where the cohabitation of healty children and children affected of hiv appears to be a negligible particular.
The lady minaced heir employees, she rebuked also for our visit in the house and invite them to say that it was a mistake.
But the employees were just falled in my trap, because they revealed in the presence of witnesses.
The sponsors of this associatiodn are bank, foundation and also italian Embassy of Nairobi, these sponsor mantain high the level of donation, and it needs to understand the real utilitation of this money, because the huge quantity of money is not justify the manteinement of 32 children, and other 50 near them, that condivide a little meal.
I am thinking if the declaration of Berlusconi regards “ planetary indulgence” toward a particular magistratory and the center-left italian party, they have a foundation of truth, so this situation is known only from me, but even this situation is possible to be just known also some employees of our Embassy...
Now we revert to Dandora dump...
A shame, and a crime of this porpotion, I cannot neglect it.
I investigate...
I know that a Prodi Governament (also Bologna!!!) Italy and City of Nairobi agreed to start a work of reclamation of the dump.
So this operation is entrusted for a development a project to a company... and the name is not new for me, especially when I have read the persons involved in this company in different qualifications, but I cannot remember in which situation I known these persons...
For this commission, the italian governament, provided 700.000 $ to the company, and approved the reclamation to a cost of 30.000.000 of dollars.
The situation doed not convice the ex Ministry Pecoraro Scanio, that susped the founds and communicated it to the italian magistry.
The inquiry arrived on the desk of the judge Maria Cordova...
And so I remember about a name that I have just known...
And so I told to my interlocutors, that about the persons involved in the project of dump was just known by dott.sa Cordova, in an inquiry named Oto Melara, but the inquiry was been transfered to Ugo Giudiceandrea head of Procura of Rome.
The inquiry involved the most important names of powermen of the first italian republic, and It would uncover the most important internatiol traffic of weapons, and also the author of misterious dead of military in the secret services....
But this is other history, but casuality there are the same name in the two inquieries and after 15 years the inquiries arrive again in the hands of the same judge...
And by the words of who fought against the dump of Dandora, that this inquiry could be archivied.
The two Combonian Missionary Fathers that exposed themself in this fight, talking with the Nairobi people, now one is in Italy and the other stays in Israel...
Is it a choice or superior order? The ex Ministry Pecorare Scanio, was deprived of Authority because he was against his governament ad the his Ministery, and it seems a joke but he is been involved in an inquiry abut the dumps.
In Wikipedia can read about hid:
"...An inquiry of the Republic pf Potenze involved him as teh enviroment minister, inquiring him for criminal association and corruption about some relations, thought by magistrates, with contractors connected to the clearance of rubbish and with the owner of a travel agency specialized in luxury holiday, yacht and aircraft rebt besides providing to organize escort service too.
The closing cts of the inquiry have been sent to the Minister Court for competence. Pecoraro Scanio would have made use of some fovours as a return for concession of contract and consulence commission.
Moreover he would have done as private travel by helicopted paid by Minister and as a return the would have received other private flights by helicopter, holiday to exotic destinations and stay in seven stars hotel in Milan paid by the contractor who rented transfer by helicopter.
Moreover, according the magistrates the same contractor would have bought a land on Minister's behalf nearby Viterbo and a building lease in Rome as the office of a foundarion belong the Minister. Pecoraro Scanio denied every debits and his lawyer is ready to demostrate that travels in private helicopter were made because cheaper than the costs of the same travel s made by forester transports. At the end of his 16 years of Parliament career, he was seetled by Tfr of 149.792 euros and he receives a life annuity about of 8.836 euros each month...."
CONCLUSION
This dossier is only a small part of the informations that I have collected and I am willing to submit to the magistature.
I think it is a wish also for pubblic ammnistration of Nairobi in their onesty rapresentatives, and also of the Embassy of Kenya in Rome and of italian Embassy in Nairobi, to understand very well the facts above explained and so to stop this shameful speculation in the regard of people that do not know the law, do not know their rights, and think that this reality is their normality”...
From majority of the citizen of Nairobi, it is simple to obtain everything, exchanging a bit of rise, flour or anything else... for who is not able to make a different between legality and illegality.
Before to come back in Italy, I have met an Autorithy of City Council of Nairobi, an honest and brave person, this person has delivered me in the hotel the follow letter:
“...Warm greetings from myself and the residents of Nairobi.
It was such a wonderful moment to have met and shared dialogue with you, Elisa Antonelli e Matteo Mantovani exploring the prospects of establishing cooperation between your esteemed organizations and the City of Nairobi for sake of destituite in our midst.
The City of Nairobi has a population of close to 4 million people, 60% of which live on less tha a dollar a day, meaning that they can not easily access the basics of life.
It will therefore be a welcome relief to these people if your organizations can cone handy to mitigate the plight of these citizens in the areas of putting up reception centers, rehabilitation, institutions, vocational centers, feeding programmes, schools, placement and follow up mechanisms.
In the meantime, I have started formulating a proposal in the above areas which I will send you for consideration in due course when complete.
Thanking you sparing time to dialogiue with me and for the support you intend to accord to the destituite of City of Nairobi.
Your Sincerly
G.M.
In different way of who prefer “remain in the shadow”, this Autority apprecies my work, he has not feared to particepite a meeting with me, despite he has a bodyguard and so he is well-know to the employees of the hotel.
And so why does not we proceed in my project in restoring of all levels of a people that the poverty is opportunity of richness for others?
1.2.3.4. The Dandora Dump
5. Alex Zanotelli
6.Padre Daniele Moschetti
7. On. Romano Prodi
8. On. Alfonso Pecoraro Scanio
Il Vangelo nella discarica
Lettere da Korogocho, baraccopoli africana
di Daniele Moschetti
(con la collaborazione di P.Alex Zanotelli e Don Luigi Ciotti)
Edizioni Creativa – Collana dissensi - pg. 238 Costo € 13,00
Padre Daniele Moschetti è un missionario Comboniano. Il libro è una raccolta di lettere scritte agli amici durante i sette anni di permanenza a Korogocho, uno slum alla periferia di Nairobi, in cui vivono 100-120 mila persone “sardinizzate” in baracche fatiscenti, in condizioni di vita disumane, senza acqua, luce, fogne all’aperto.
Lettere appassionate, dense di Vita, di Speranza, in cui Padre Daniele condivide con noi la sua vita a fianco poveri, la loro incredibile lotta per il riscatto e la rinascita.
Per una nuova Korogocho che già sta nascendo. Per una Chiesa che parte dagli ultimi.
“Il libro di Padre Daniele raccoglie le sue lettere e le lotte degli anni da lui trascorsi a Korogocho dal 2001 al 2008. Sette anni duri, difficili, di missione nella baraccopoli di Korogocho, una delle tante baraccopoli di Nairobi. Korogocho è una collina di un km quadrato dove sono accatastate 100-120 mila persone. Non ci sono particolari servizi da parte del comune eccetto l’acqua potabile che viene portata in baraccopoli e poi rivenduta; questo è sconcertante e costituisce un grande problema. I poveri pagano l’acqua molto più dei ricchi che la usano a Nairobi per riempire le loro piscine…..” (P.Alex Zanotelli)
“Le lettere di Padre Daniele Moschetti, raccolte in questo volume, sono preziosi messaggi in bottiglia che chiedono di essere letti e fatti propri. Soprattutto, ascoltati con il cuore.
Missive provenienti da un “altro mondo”, giacché Daniele ha vissuto e lavorato a lungo a Korogocho. Si tratta di un mondo che non conosciamo, perché troppo spesso di fronte ad esso – all’umanità dolente che lo abita – preferiamo chiudere gli occhi, zittire i sentimenti, distrarre la mente.” (Don Luigi Ciotti).
I proventi delle vendite verranno inviati a Padre Paolo Latorre, Padre John Webootsa e Fratel James Iriga per i progetti di sostegno ai ragazzi di strada.
Per informazioni consultare il sito: www.korogocho.org
PER ORDINARE:
Direttamente dal Sito www.edizionicreativa.it (acquisti)
E’ possibile pagare tramite bollettino postale, carta di credito e bonifico bancario.
Telefonando a: 081 359 79 90 o fax 081 882 2048 e e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
ASANTE! GRAZIE!
FINO A SCOPRIRE LE OCCULTE E DOLOSE RESPONSABILITA’ DELLA CRISI ECONOMICA DALLA QUALE IL NOSTRO PAESE NON USCIRA’ FACILMENTE E TANTOMENO IN TEMPI BREVI…
FORSE SE IL FIUTO DELL’EX MAGISTRATO ANTONIO DI PIETRO FOSSE ANDATO VERSO LA COSIDDETTA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE, NEI MEANDRI DEI MINISTERI INTERESSATI ALLO SVILUPPO, ALL’AMBIENTE, E AI RAPPORTI CON I PAESI DEL COSIDDETTO “TERZO MONDO”, AVREBBE FERMATO LA PIU’ INSOSPETTABILE FUGA DI DENARO DIREZIONATO IN TUTT’ALTRE DIREZIONI CHE QUELLE UMANITARIE…
IL TUTTO BEN PROTETTO DAL SILENZIO DI TANGENTI TRA SOGGETTI CORROTTI ALL’INTERNO DELLE ISTITUZIONI ITALIANE E KENYOTE, ALLA FACCIA DI CHI MUORE DI FAME, DI SETE, E DI MASSACRI…
MA QUALE COOPERAZIONE? MA QUALE SVILUPPO?
CHE LA MAGISTRATURA INDAGHI... NON E’ MAI TROPPO TARDI, E SI INDAGHI SU QUESTA MIA PUBBLICA TESTIMONIANZA … MI SI INTERROGHI… MI SI CHIEDANO LE PROVE… E CHISSA’ CHE IL “FALLIMENTO DELL’AZIENDA ITALIA” NON LO SI DEBBA RISOLVERE NELLE AULE DI GIUSTIZIA E PUNIRE CHI ANCORA OGGI SI ARRICCHISCE DELLA MISERIA ALTRUI….
Tuttavia la gravità e la drammaticità delle conclusioni cui sono giunta attraverso la mia indagine, merita di non lasciare che tutto continui ad essere ignorato, nonostante altri prima di me si siano imbattuti nelle stesse realtà, abbiano lottato ed esposto la loro stessa vita a seri rischi, senza contare le intimidazioni giudiziarie subite da parte di chi ha omesso e sembra voler omettere ancora quanto dovrebbe essere un obbligo d’ufficio.
Il fatto è che a Nairobi si respira l’aria italiana dei tempi della cosiddetta prima repubblica, come se quei poteri inviolabili ai quali per decenni era stata sottomessa la nostra magistratura, si fossero trasferiti nel territorio africano, proseguendo indisturbati nel ben consolidato meccanismo della corruzione, del clientelismo, delle tangenti, e trovando in loco collusioni all’interno degli stessi apparati della pubblica amministrazione e del Governo.
“Tutto il mondo è un paese”, niente di più vero di questo detto, se consideriamo che dappertutto oggi si trova il male, anche se per essere equilibrati dobbiamo riconoscere che ovunque si trova il bene.
Ed è su questo valore, il bene, che si fonda l’obbligo morale di denunciare tutto ciò che oltre a procurare ingiusti vantaggi economici a singoli, trova la propria ricchezza nella gestione della miseria altrui.
La situazione di Nairobi dal 1994, anno in cui andai l’ultima volta, ad oggi appare sicuramente peggiorata, sia relativamente agli indici della povertà, sia anche all’aumento macroscopico della micro e macro criminalità, anche quella per cosi dire “istituzionalizzata” .
Ma vediamo in che modo dall’Italia escono enormi flussi di denaro che viene ripartito tra chi approva taluni progetti ed ottiene il finanziamento e anziché realizzare i progetti presentati, si mette in tasca il denaro investendolo solo in minima parte in ciò per cui è stato erogato.
Vi è poi un’altra realtà, ancora più inquietante.
Molto spesso nell’ultimo ventennio si è sentito parlare di italiani rapiti in Kenya, o in Somalia, e altrettanto spesso, quando costoro sono stati poi liberati, si è dichiarato che alcun riscatto era stato pagato per tale rilascio.
Ebbene, chissà se a qualcuno è mai venuto in mente che taluni rapimenti sono stati invece organizzati dalla stessa “vittima”, con connivenze locali, al fine di creare un’altra occasione per far affluire denaro proveniente magari dai cosiddetti “fondi neri” ?
E’ prassi che lo Stato escluda in casi di rapimenti il pagamento di riscatto, sarebbe come ammettere di aver trattato con la criminalità.
Non sempre questa è la verità, poiché tutti sanno che di sequestri di persona, o rapimenti se ne occupano i Servizi Segreti, i quali valutano le situazioni e attingono a propria discrezione ai cosiddetti “fondi neri”, cioè denaro che non compare in alcuna contabilità e che può essere utilizzato anche per “fini istituzionali”.
E in realtà, la liberazione di un cittadino in terra straniera, può ben rappresentare un “fine istituzionale”.
Una vita, merita sempre di essere salvata!
Ma la mente umana è anche spesso diabolica, e gli avidi di denaro hanno nel tempo consolidato la tecnica dei falsi rapimenti, circostanze a volte che per la loro spudoratezza sono finite nel mirino di chi voleva vederci più chiaro, anche se poi il tempo e gli ostacoli hanno demotivato gli stessi che erano mossi dalla buona volontà e dalla fedeltà alla toga.
Per non parlare di certe cosiddette case-famiglia dove convivono bambini malati di Aids con bambini inconsapevoli e sani.
Ciò significa, considerando l’elevatissimo indice del virus dell’HIV in Africa, che ai gestori di queste unità nulla importa della salvaguardia dal contagio di chi ancora non è ammalato, bensì queste creature devo fare numero, ed essere strumenti di raccolta di denaro elargito in parte dallo Stato e in grandissima parte dalle Associazioni umanitarie di tutto il mondo, oltre che da milioni di privati che mandano offerte, ben sensibilizzati dalle campagne mediatiche che mostrano all’umanità immagini capaci di commuovere anche i cuori più duri.
E come una ciliegina sulla torta, alla mia indagine si è aggiunta la vicenda relativa alla Discarica di Dandora, una località che vede una vastissima baraccopoli, al cui interno domina la più grande discarica del territorio.
Giorni fa, mentre andavo presso la “scuoletta” di “orfani” ma tutti con i genitori, la Rehoboth Community Center, appunto in località Dandora, sulla mia sinistra mi sono trovata una immensa distesa di rifiuti, difficile vederne i confini tanta era la vastità.
Una discarica senza proporzioni, davvero impressionante.
Seduti su questa spazzatura, grandi e bambini, alcuni cercavano qualcosa da mettere in bocca, altri intenti ad accaparrarsi oggetti da riciclare, magari un semplice pezzo di lamiera arrugginita, in un tanfo irrespirabile… un’ immagine infernale.
Ho chiesto ad una Autorità che mi accompagnava come fosse possibile che esistesse una discarica così, alla portata di tutti e capace di uccidere, avvelenare, intossicare, bambini ed adulti, donne incinte, insomma un vero e proprio attentato alla vita di chiunque.
Mi sento rispondere: “La colpa non è delle Autorità, chi ha fatto qui le scuole, e chi ha costruito le case, quando sono venuti a viverci hanno trovato la discarica, c’era già, e potevano evitare di scegliere questo posto…”.
Una affermazione del genere in quel contesto, l’ho presa come una provocazione, anche perché ho capito dal tono del mio interlocutore che sarebbe stato meglio che non me ne occupassi.
Ho fatto fermare l’auto sulla quale viaggiavo con la mia troupe e abbiamo scattato delle foto e fatto qualche ripresa, mentre ero ben determinata ad affrontare anche questo ulteriore problema.
Avevo la sensazione di rivivere i tempi ben rappresentati in un vecchio film “Le mani sulla città”, ambientato a Napoli, quando uomini del potere istituzionale e politico, approfittando della miseria dominante nei cosiddetti “quartieri spagnoli”, si appropriarono a suon di tangenti perfino del Sole di quel luogo che pure era pur sempre la meta dei turisti di tutto il mondo.
E per costoro si preferì lavorare a colpi di abusivismo e di spregio dell’ambiente, ovunque Hotels per miliardari, e quanto altro nelle compagini societarie non vedeva nemmeno una rappresentanza dei comuni cittadini napoletani.
Anzi, il mantenimento nel degrado di quella parte di città immagine della miseria umana e morale, diveniva paradossalmente una delle caratteristiche da far rientrare nel “pacchetto viaggi”.
Così a Nairobi… tanto che il tanfo di quel “malcostume” solo sfiorato da tangentopoli, mi ha indotto a ricercare l’impronta del nostro Paese dentro i liquami a cielo aperto delle baraccopoli, o all’interno di lussuose residenze stile coloniale in uso ad organizzazioni italiane dedite all’apparenza all’aiuto umanitario, materiale e psicologico di questo popolo di disperati , “volontari” con auto da cinquanta mila euro in su, abiti sportivi da vip, e un accento per lo più bolognese.
Proprio questo particolare, così apparentemente stupido, si è rivelato il mio filo d’Arianna capace di riportarmi a cielo aperto dopo aver percorso il labirinto del malaffare italo-africano.
La grande tragedia dell’Africa, composta da infinite tragedie particolari, si sta consumando tra l’annoiata indifferenza dei popoli del nord del mondo.
Tutto il continente africano è pervaso da una corrente di miseria, di lotte, di morte, e su questo immenso incendio gettano benzina i paesi ricchi, i più preoccupati di come meglio sfruttare le risorse di quei paesi che di portare vero aiuto e autentica solidarietà.
L’azione degli organismi internazionali si dimostra sempre più fallimentare e nefasta, questo perché la filosofia di fondo delle varie organizzazioni mondiali è in realtà la logica del profitto.
E questa volta, Berlusconi, non c’entra, e forse sarebbe lodevole se fosse lui a disporre una apposita commissione parlamentare, atta ad indagare sui enormi flussi di denaro fuoriusciti dalle casse dello Stato per finalità mai rispettate…
E’ di recente memoria un certo Governo, che dietro il paravento ipocrita della cooperazione perpretò imbrogli colossali, e furono rapinati fiumi di denaro distruggendo il tessuto socio-economico dell’Africa, e alimentando l’odio tribale tra le diverse etnie.
E le tensioni e i conflitti scoppiano quotidianamente, anche se la stampa internazionale che vive lì, spesso preferisce non raccontare ciò che può porre a rischio la vita dei giornalisti inviati.
E sono menti molto raffinate quelle che muovono le pedine, menti che hanno sede in Svizzera, a Londra, a New York, a Washinton, ad Amsterdam, Amburgo, Parigi, Roma.
E’ in queste sedi che si pianificano i progetti di sfruttamento dei paesi del cosiddetto “terzo mondo”.
Quanto ormai era in mio possesso di questa drammatica realtà, doveva pur avere una identità predominate a livello di gestione italiana, una identità politica che a sua volta condizionava i pareri istituzionali onde direzionare la ricchezza fuori dalle casse dello Stato per poi appropriarsene in un continente intriso di miseria e povertà assoluta.
Ho pensato intanto di recarmi presso un funzionari dell’Ambasciata Italiana a Nairobi, coordinatore della cooperazione allo sviluppo, al fine di esporle le mie valutazioni e chiedere a quali organizzazioni affidare i nostri aiuti umanitari, senza rischiare distrazioni di denaro proveniente dalla carità cristiana e non certo da fondi pubblici.
Sono stata così ricevuta dal dottor Leone C., qualificandomi in veste di Presidente della Associazione Onlus Opera “Padre Gabriele” con sede in Roma.
Dopo uno scambio di idee, da cui traspariva una certa “rassegnazione” da parte del funzionario a vivere la realtà di Nairobi così come era, non vedendo egli stesso alcuna possibilità di reale cambiamento delle cose, e tantomeno della stessa mentalità dei Kenyoti, gente a suo parere “senza futuro”, mi ha scritto su un foglietto due nomi e relativi numeri telefonici, nomi di due operatori nel sociale che da molto tempo sono in loco e portano avanti alcuni progetti , uno a favore delle attività agricole e dell’irrigazione, l’altro si occupa di carceri minorili e ragazzi di strada
“Vedrà, sicuramente troverete un punto d’incontro”, così mi salutava il dottor C., con l’intesa che gli avrei fatto sapere prima del mio rientro a Roma.
Ho così preso un appuntamento con i due “raccomandati”, e insieme ai miei collaboratori ci siamo recati presso la loro sede, in un quartiere residenziale di Nairobi e con caratteristiche di un certo prestigio.
Più parlavo ed esponevo la mia volontà di denunciare tutti gli episodi di malcostume che avevo constatato con i miei occhi a Nairobi , e più mi rendevo conto che i due declinavano da ogni ipotesi di collaborazione, nonostante io mi rendessi disponibile a sostenere con i nostri mezzi anche le loro iniziative, garantita soprattutto dalla presentazione del funzionario dell’Ambasciata.
Non capivo le loro espressioni, e tantomeno un atteggiamento incline a dissuadermi da azioni di denuncia, anziché sostenermi almeno moralmente…
Uscii da quell’incontro con la netta sensazione di essere stata giudicata persona “scomoda” se non addirittura “pericolosa”…
Ma “scomoda” a chi? E “pericolosa” per chi, per cosa?
Non mi ero sbagliata.
La sera, andando a vedere la mia posta in internet, lessi alcune email sul mio conto che i due avevano inviato ad alcuni loro interlocutori eccellenti di Bologna, email che per errore avevano inviato anche a me, spingendo un tasto sbagliato del loro pc.
Una di queste erano davvero inquietante, e ne riporto il testo.
“dato che la persona che abbiamo incontrato mi sembrava quanto meno stravagante nell'approccio, mi sono dato la briga di cercare in internet..........
in allegato potete leggere quanto ho trovato............ Si commenta da solo. Leone dell'UTL non poteva mandarci di meglio! “
A questa email, l’illustre firmatario allegava uno di quegli articoli-spazzatura di cui internet non risparmia nessuno, da capi di stato, magistrati, politici, testimoni in inchieste importanti,protagonisti del mondo dello spettacolo ecc. mettendo in rete ciò che può ledere la reputazione di chi si vuole colpire.
Naturalmente sul mio conto in internet vi sono migliaia di pagine tutte “al positivo”, ma questo era stato ignorato, come pure non si era nemmeno ipotizzato che quell’articolo preso come “Vangelo”, fosse stato a suo tempo da me querelato.
Sarebbe stato più semplice telefonarmi e chiedermi spiegazioni nel merito…se in me non si fosse vista invece la persona nota per le sue denunce contro ogni forma di malcostume.
Ed era questa mia immagine che tanto aveva “agitato” lor signori, tanto che nella email si legge testualmente “Leone dell’UTL non poteva mandarci di meglio!”
E il lupo cambia il pelo ma non il vizio, se leggiamo una lettera aperta che già nel 1981, Pannella inviò a Giovanni Bersani, attualmente Presidente onorario della organizzazione di cui fanno parte i due “raccomandati”. Leggiamo…
LETTERA APERTA DELLA DELEGAZIONE DEL PARTITO RADICALE AL COMITATO PARITETICO ACP-CEE AL COPRESIDENTE GIOVANNI BERSANIFreetown, 25 febbraio 1981
Signor Copresidente,
noi non ci sediamo a tavola con i bari, né accettiamo il cibo da chi ci toglie con la violenza morale e giuridica ogni diritto, e quello, elementare, alla parola.
E’ per questo che non accettiamo l’invito a cena all’hotel Mammy-Yoko: perché ci è giunto anche a sua firma. Saremmo stati felici e commossi di esserci se nostro ospite fosse stato solamente S.E. Samuel Pratt, ministro dell’Industria e del Commercio della Repubblica della Sierra Leone, nostro copresidente ad interim. In ogni luogo del mondo spezzare insieme il pane è un atto di amicizia e di civiltà che non possiamo fare con lei.
Lei ci ha impedito, con il suo vice Pearce, delegato del partito amico delle multinazionali e dei guerrafondai, di prendere la parola alla quale abbiamo diritto, lei ci ha perfino negato i servizi tecnici dovuti, interpreti, traduzioni, lei ha perfino occultato proposte di risoluzione che avevamo presentato conformemente al nostro Regolamento e secondo ogni tradizione parlamentare.
Lei è un esperto della politica del bastone e della carota. Poiché non accettiamo la carota che si da a tutti i clienti della politica del riarmo e della fame, tradendo le sue funzioni di copresidente, tornando ad essere alla luce del sole un uomo di parte (e di quale…), lei ha usato il bastone per impedire che noi potessimo parlare dinanzi alla stampa, ai delegati fratelli dei paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico.
Lei ha cosi tentato di non far sapere, qui in Africa, qui in Sierra Leone, che fra i deputati ed i partiti europei presenti a questa riunione vi è chi chiedeva a questo comitato paritetico di opporsi alla politica dei nostri governi, che condannano alla morte per fame, quest’anno, almeno trenta milioni di persone, per poter fornire alla infame industria della guerra e della morte altri miliardi di dollari, un decimo dei quali basterebbe per dare sviluppo e benessere a tutte le persone del mondo.
Naturalmente questo non è un attacco privato alla sua persona. Ma è un attacco politico a quel che lei rappresenta e a quel che lei ha fatto, in modo cosi chiaro e poco limpido, contro la causa del diritto e della democrazia, e quella della vita.
D’altra parte, signor copresidente, noi apparteniamo ad un partito povero e onesto, forte di questo.
Noi non siamo dei parlamentari-turisti che si occupano della fame nel mondo solamente quando possono farlo nei grandi alberghi che sorgono in mezzo ai deserti della fame, della sete, della povertà, prodotti dai potenti del mondo che voi cosi bene rappresentate.
Siamo qui interamente a nostre spese private, viaggio e soggiorno compreso. E ne siamo fieri, anche se costa moltissimo: non vogliamo il vostro denaro.
Marco Pannella, Jean Fabre, Gianfranco Dell’Alba
L’UTL significa Unità Tecniche Locali nel mondo, e Leone è appunto il nome del dottor C., il funzionario dell’Ambasciata italiana che mi aveva inviato a loro.
Dopo aver risposto con parole di fuoco, come è nel mio carattere, e dopo aver trasmesso questa posta al dottor C., mi sono detta: “ In fondo sono andata ad offrire aiuti e collaborazione, ma evidentemente i loro “affari” non prevedono la presenza di una persona dedita alla “denuncia”.
E dunque sarà bene che io indaghi e informi chi di dovere.
Ed ecco un altro tassello di certi poteri, specie quando un rapimento avviene sotto un certo Governo, mentre la moglie del Presidente in carica finisce sulle pagine della cronaca internazionale, indagata per affari miliardari all’estero…manco a farlo apposta anche in Kenya…
Ed è stato naturale che io andassi a vedere chi fosse all’epoca il Ministro degli Esteri…
Appunto,un rappresentante della famiglia più ricca e prestigiosa d’Italia…
E ripeto, Berlusconi non era il Capo del Governo….
E che dire di un sequestrato, liberato dopo pochi giorni che risponde ai giornalisti con queste parole?
“Durante la prigionia, sono stato rinchiuso in una villetta, dove sono rimasto da solo tutto il tempo, sorvegliato da miliziani che indossavano la divisa dell' esercito di Aidid e che hanno sempre cercato di esaudire ogni mia richiesta, ha aggiunto (il rapito), che dopo la liberazione e' anche riuscito a telefonare ai suoi familiari a ….”
Una testimone dichiarò:
“Oggi nel primo pomeriggio . ha raccontato ieri sera M. D., la responsabile di un' altra organizzazione non governativa italiana il Cins (Cooperazione Italiana Nord Sud), raggiunta per telefono a Mogadiscio Sud . M.(il rapito) e' stato qui. Verso le tre ha deciso di rientrare a Giohar, la citta' a 90 chilometri da Mogadiscio dove c' e' la sede del C., e mi ha chiesto una scorta che lo accompagnasse fuori dalla capitale attraverso la zona controllata, cioe' , dagli haberghidir del generale Aidid. I miei uomini l' hanno guidato fin fuori citta' e poi sono rientrati. Poco dopo pero' anche M. e' tornato. Aveva scordato una borsa. Ha mandato il suo autista a prenderla, io non l' ho neppure visto, e quindi sono ripartiti, stavolta senza scorta".
Certe stranezze si commentano da sole…..
E indaga che ti indaga, il quadro di talune presenze italiane in Kenya, e in particolare a Nairobi, mi si è completamente chiarito, tanto da condividere in pieno la disapprovazione dei due verso il dottor C. “colpevole” di avere inviato loro una giornalista investigativa… anche se in veste di Presidente di una Associazione umanitaria pronta a sostenere il loro progetti.
Sarà stato un destino, tutto anti-emilano, ma fatto sta che durante il mio soggiorni a Nairobi, avendo chiesto a persona di tutto rispetto di poter visitare una casa per bambini malati di Aids, onde valutare eventuali necessità, sono stata accompagnata in una baraccopoli all’interno della quale, spunta una piccola ma più che decorosa abitazione e scuola, capace di accogliere solo trentadue bambini.
I responsabili in loco ci fanno visitare la struttura e ci spiegano che i bambini non sono tutti malati, ma ce ne è una metà che ancora sono sani e nemmeno sieropositivi.
Chiedo come sia possibile una cosa del genere, tanto più che mi spiegano che i bambini sani non sono a conoscenza di convivere con chi potrebbe contagiarli in ogni momento.
Mi si risponde che si vuole evitare che i bambini malati si sentano isolati… e così mi saltano i nervi, non potendo concepire, in un territorio con un indice del virus drammatico, come si ponga a rischio la vita di chi dovrebbe essere tutelato e protetto.
Ed ecco che vengo a conoscenza che la struttura fa capo ad una Associazione Onlus con sede a Bologna, e che avrei potuto contattare a Bologna la Presidente, la quale mi avrebbe fornito spiegazioni più esaustive.
Non esitai a telefonare alla signora L.C. ma come toccai il dolente tasto, questa mi intimava di non ingerire negli affari di M.Hause, e di andare a dare i nostri aiuti altrove.
Io rispondevo: “Signora io sto visitando il vostro sito web, dove leggo “Aiutaci”, come mai lei non vuole da noi questi aiuti?”..
Domanda retorica la mia, naturalmente, avevo messo le mani in un’altra realtà terrificante, dove quella della convivenza tra bimbi sani e malati appariva essere quasi una sciocchezza da trascurare.
La signora si affretto a “minacciare” il personale, sgridandoli anche per averci fatto visitare la struttura e intimando loro di negare tutto e dire che si erano sbagliati…
Peccato che il personale era già caduto nella mia trappola, e aveva confessato tutto davanti a testimoni.
Gli sponsor di questa Associazione sono Banche, Enti, Fondazioni, ed anche l’Ambasciata Italiana a Nairobi, sponsor che tengono alto il livello di cospicue donazioni, di cui forse sarebbe necessario capirne il reale utilizzo, atteso che tanto denaro non è assolutamente giustificato dal mantenimento di trentadue bambini, più un’altra cinquantina del circondario cui viene distribuito un modestissimo pasto.
Mi chiedo se le affermazioni di Berlusconi a riguardo “dell’indulgenza plenaria” conferita da una certa magistratura al centro-sinistra italiano, non abbiano un fondamento di verità, atteso che sembra che tali vicende non siano state scoperte solo da me, ma addirittura fossero già note anche a qualche dipendente della nostra Ambasciata…
E torniamo alla discarica di Dandora….
Uno scempio e crimine umano di quelle proporzioni, non lo avrei per alcun motivo sottovalutato. Indago…
Vengo a sapere che sotto il Governo Prodi (ancora Bologna!!!) l’Italia e il Governo di Nairobi raggiungono un accordo in forza del quale si sarebbe iniziato un lavoro di bonifica della discarica.
A tale scopo, viene affidato l’incarico per uno studio di fattibilità ad una certa Società… il nome non mi era assolutamente nuovo, specie quando sono andata a leggere chi vi era dentro a vario titolo, anche se non riuscivo a ricordare in quale contesto mi ero imbattuta negli stessi personaggi…
Per tale incarico il Governo italiano aveva messo a disposizione di questa società oltre settecentomila dollari, approvando l’intera operazione di bonifica ad un costo di trentamilioni di dollari.
La cosa non è chiara all’ex Ministro Pecoraro Scanio, che blocca il finanziamento e interessa la magistratura italiana.
L’inchiesta finisce all’attenzione del Procuratore Maria Cordova…
Ecco che un ritorno di memoria mi illumina su quei nomi che mi era parso di aver già conosciuto…
E così racconto ai miei interlocutori, che di quei signori si era interessata proprio la dottoressa Cordova, in una nota inchiesta denominata Otomelara, un’inchiesta di cui la stessa Cordova era stata privata dall’allora Procuratore Capo di Roma Ugo Giudiceandrea.
L’indagine fece tremare i nomi più illustri e potenti della prima repubblica ed era mirata a scoperchiare il più colossale traffico di armi a livello internazionale, nonchè gli autori di morti misteriose di militari dei Servizi Segreti….
Ma questa sarebbe un’altra storia, se non vi fosse la casualità che le due inchieste, con qualche nome in comune, a distanza di oltre quindici anni sono finite nella mani dello stesso Magistrato…
E sembra, a dire di chi lottò a lungo contro la discarica di Dandora, che tutto si avvii verso una archiviazione.
I due Padri Missionari Comboniani che si esposero in questa battaglia, sensibilizzando la popolazione di Nairobi, attualmente uno è rientrato in Italia, e l’altro risiede in Israele…
Sarà stata una loro scelta, o ordini superiori?
L’ex Ministro Pecoraro Scanio, il quale in pratica si mise contro il suo stesso Governo e contro i tecnici del suo Ministero, fu esautorato, e manco a farlo apposta finì indagato proprio per fatti legati alle discariche.
Così si legge di lui nell’enciclopedia Wikipedia:
Al termine dei suoi 16 anni di carriera parlamentare è stato liquidato con un TFR di 149.792 euro e percepisce un vitalizio di 8.836 euro lordi al mese“.
CONCLUSIONI
Questo dossier è molto parziale rispetto alle informazioni da me raccolte e che sono disponibile a sottoporre al vaglio della magistratura competente.
E penso che sia anche desiderio della pubblica amministrazione di Nairobi nei suo rappresentati onesti, come pure dell’Ambasciata del Kenya in Roma e dell’Ambasciata italiana nella capitale del Kenya, far luce sulle vicende qui esposte e porre fine alle vergognose speculazioni che approfittano perfino di un popolo che non conosce le leggi, non conosce i propri diritti, e pensa che queste realtà rientrino nel loro stato di degrado e povertà in tutti i sensi… la loro “normalità”…
Dalla maggioranza dei cittadini di Nairobi, non è difficile ottenere qualunque cosa, in cambio di un pacco di riso o di farina… qualunque cosa… per chi non sa distinguere ciò che è reato da ciò che non lo è.
Prima di rientrare in Italia, ho incontrato un’Autorità del City Council di Nairobi, (Municipio), una persona onesta e coraggiosa, una persona che mi ha fatto recapitare in hotel la seguente lettera, che traduco dall’inglese.
"… Sentiti saluti da me stesso e dai residenti della città di Nairobi.
E’ stato un momento davvero meraviglioso avere incontrato e dialogato con lei , Elisa Antonelli e Matteo Mantovani, esplorando le possibilità di una collaborazione tra la sua stimata organizzazione e la città di Nairobi nell’interesse dei bisognosi che sono fra di noi.
La città di Nairobi ha una popolazione di quasi quattro milioni di persone, il sessanta per cento dei quali vive con meno di un dollaro al giorno, il che significa che non possono facilmente accedere ai bisogni primari della vita.
Sarà quindi un gradito aiuto a queste persone se la vostra organizzazione può venire in soccorso e mitigare la condizione di questi cittadini nei quartieri , costruendo centri di accoglienza, istituti di riabilitazione, centri per l’avviamento professionale, programmi di nutrizione, scuole … e creare una sinergia.
Nello stesso tempo, ho iniziato la formulazione di una proposta riguardo queste aree, che le manderò per essere da voi esaminata a tempo debito quando completa.
Vi ringrazio per il tempo dedicato a dialogare con me e per il supporto che intendete dare ai bisognosi della città di Nairobi.
Cordiali saluti
G. M.”
A differenza di chi ha preferito “rimanere nell’ombra”, pur apprezzando il mio operato, questa Autorità, non ha temuto di partecipare ad un significativo meeting con me, nonostante sia accompagnato da scorte e guardie del corpo, e quindi ben noto a tutto il personale dell’hotel.
E dunque perché non proseguire nel mio progetto di risanamento a tutti i livelli di un popolo la cui povertà è arricchimento della ricchezza altrui?
Didascalia Foto:
1.2.3.4. Fotografia della discarica di Dandora
5. Padre Daniele Moschetti
6. Alex Zanotelli
7. Romano Prodi
8. Alfonso Pecoraro Scanio
NOW, THE JOURNALIST AND COLLABORATORS, THAT COME BACK TO ITALY IN THE NEXT DAYS, ARE PROTECTED BY THE IMPORTANT SECURITY AUTHORITIES IN NAIROBI BECAUSE THEY ARE BEEN MENACED BY TWO OPPOSING TRIBES , THESE ARE KNOWN FOR A MASSACRE MADE TWO YEARS AGO.
From Nairobi
Our article
So it would seem also to us, if we are not living it over our skin. In the last February 2009 Gabriella Carlizzi, also in the rule of president of Associazione Onlus Opera “Padre Gabriele”, has gone in Nairobi for to know this reality of emargination and misery that recognize as first actors and victims millions of african children. The intention of the journalist was to provide helps and supports in many way to the orphan children and especially for the children without parents because they die by HIV.
Gabriella has come in Nairobi with her collaborators, and accomodeted in the most historical hotel, in the center of the city. She showed her interested to an hotel manager because this person can indicate a very trust driveman and also very informated about the social situation in Nairobi.
So, the journalist known George O. and she went on his car with her secretary Elisa Antonelli and her fotoreporter Matteo Mantovani, at little school for orphan children located in Dandora.
At the school, the situation is evident the decay, George after to have greeted the teachers, he presented Gabriella Carlizzi, as the person who would know the most urgently needs of the children, in the way to provide some right helping as president of Association Onlus, so she can resolve a part of this tragedy. The teachers, the director Mrs.Rose W.K. E the protestant pastor Christopher N.O., were happy and permit to three Italians to record by the camcorder the “little school” named “R. Community Center”. It is a place very narrow , stinking, without any hygienic services, even without the light, so the children seen the light trough the little hole in the wall of natural bricks , a mix of mud and dung.
The teachers of the “school” said us that school is frequented by 115 children from 3 to 15 years old, orphan and abandoned, so some children slept in the street, other slept from relatives, and other again was hosted in the house of teachers.
The first necessity, for the volunteers , was the foods and light.
A lot of children were fasting and satisfy their hungry with some surplus of food supplied of the people of the quarter, taken during the lunch, when the school close at 4.30 p.m. The immagines of our camcorder showed a very dramatic reality and very dangerous for these children , because to take from the ground and mud anything to take in the mouth, playing with pieces of glass o metal rust found in the rubbish near the “school”.
The director likes to show the autorization document for the place released to the competent authority and one other document, with the signature of the Pastor Erastus M., that presented in praiseworthy word this woman, named as “A very gift of God” because she dedicate full time the orphan of Nairobi.
Can hoe we feel indirefferent regards true scenes, that we watch usually on tv in the many imagines of repertory, sensibleness in other way the conscience of who has the opportunities to see directly?
Gabriella Carlizzi, communicated with the amministration of the Onlus in Rome about the situation of the school in Dandora and she subscribes an agreement for the adoption to distance by Opera “Padre Gabriele” for the all community of the children and the volunteers teachers, also orphans.
Many times the three Italian go to “the little school” of Dandora with the car full of foods and stationery items that can be used for the learning because they had not these exercise books or other materials. The agreement of adoption to distance was signed from the jounalist and the school director Mrs. Rose W.K., and provides the cure of the children, the immediatly installation of the eletricity, the possible to buy the plots close to small build of the school from the Onlus, for expand and build a dormitory and refectory, and to put on the outside wall of “the little school” the plate of the association with written: “School of Padre Gabriele”, in reasons of the adoption.
Moreover we agreed the colors of the uniform of these children dressed now with rags. The uniform will be made in Rome by the hand of the tailor of the Associazione Onlus.
Gabriella Carlizzi asked to meet the workman that starts the works of the electricity. This man showed the quotation to the journalist and she gave in the hand of the director a lot of money, to start the works and the association give other founds when the works will be finished.
On the 10 of February, during the party of thanks, organized by the frontiers teachers, for the generous humanitarian association, a plate “School of Opera Padre Gabriele” was put on the narrow building, in an atmosphere full of emotion and joy that lighted up at once all the looks without future of many innocent creatures.
It's unnecessary say that the driver George O. became the “saint mediator” of great Charity according the director of this school; so that Gabriella Carlizzi named him correspondent of the Onlus Association, in order to inform always about the course of all the initiatives in Nairobi, and she also prepared business cards of George.
When the journalist and her collaborators went back to Rome, they deciced to inform Kenya Embassy about their humanitarian activities made during this mission; then they decided to return at once to Nairobi being informed by George O. that there was the possibility to buy four plots near the “little school” in Dandora.
George, with “scroupolus care”, found also catastal maps of the plots sending by email to the president of the Onlus together with the prices of the owners.
When they arrived near the school, they have to notice that trough their donation nothing was made about what they agreed and documented,; infact the director thought to paint her little office leaving children without light and food. They asked explanations to the correspondent George, and he justified himself putting the guilty on the director who made everything before advice him and so he didn't tell them by email in order to prefer to show the situation directly.
On her side, the director put the guilty to lie on George, infact before using the money given by them she asked George's suggest.
In that place, in front of our disconcert, the situation became very hot, as they both had opposing group of fighters, ready to defence their actors in a probably violent encounter.
The journalist, famous for her inquiries to unmask the corruption and immorality, started to investigate to understand from who and for which reasons her Association was really used.
So George confided at once to three italins that he was afraid to die.
When they asked him the reason of these very serious words, George rivealed that he belonged to a tribe opposing to the tribe of that of the director Rose. He explained that nowaday, when similar situation happens each tribe defended its person and this fact often produced bloody fights that might bring to a very human massacre.
The journalist, now convinced to be an “hostage” between opposing tribe moved perhaps by interests of money, but also political, thought to inform directly an italian Embassy functionary in Nairobi, and also the Chief of Security of the hotel where she still stay with her collaborators.
They and many other persons of the place, knowing this disconcerting history, have recognized the situation of the three italians extremely dangerous for their lives, infact since some days they moved by a trusted car of Secirity, being suggested not to go anymore by the car of the ex driver and correspondent George O.
Two days ago, the italian troupe, together with the Chief of Security of thei hotel, went to the “little school”, where under their eyes there was an organized meeting among the director and the parents of the children!
They asked the teachers, Mrs.Rose W. K. And the pastor Christopher why they declared a false version to the journalist, saying the children were orphans, alone and without any help, they tried, lieing, to animate the parents against the three italians, infact all the parents believed that the italians wanted to take away their children.
The Chief of security present himself as a friend, with great ability he achieve to calm their natures, explainig the truth, also because, before this visit italians showed him all the documents of the adoption at distance of the “orphans”, and also the receipts of the donation given to the director, the email between George in Nairobi and Rome, the quotation of the work just paid and never made and also the supermarket receipts where the italins bought many items for the children. They identified each child with a picture, so that every single benefactors of the Onlus could provide to the education, to the food according to the necessity, until to the adult age of the choosen child.
Infact in this situation, during the thankful party, the “volunteer” teachers said these words to the President of the Onlus Association Opera “Padre Gabriele”: “We are sure that among these children could be the future Obama!
The fall from the poverty to the ethical and spiritual misery is not determinated by that can appeared in an “ordinary” immorality event, these behaviours seem to be frequently in Kenya and also in many Countries of the “third world”, but the dramatic and disconcerting ruin means to use the poor children, that just have nothing, the false status of “orphans” for to touch in the heart all the world, showing images that cryes suffering and in this way obtaind some donations, and maybe one only donation on one millions of donationes will arrive.
So yesterday, Saturday 14 of March, the journalist togheter the Chief of Security of Hotel have removed from the “little school” of Dandora the plate “School of Padre Gabriele”
We have told this history, maybe one of a many others, not for create scandal to the reading but because we hope that Authorities in Nairobi so can deeped with this witness. These facts, in our opionion should be resolved, they are not considered as “ordinary custom” to use the misery of milions of innocent children. A misery that reveals under the eyes , this disconcerting business.
ATTUALMENTE LA GIORNALISTA ED I SUOI COLLABORATORI, IL CUI RIENTRO IN ITALIA E' PREVISTO PER I PROSSIMI GIORNI, SONO PROTETTI DA FIGURE AUTOREVOLI DELLA SICUREZZA LOCALE IN QUANTO “MINACCIATI” DA APPARTENENTI ALLE DUE TRIBU' AVVERSARIE GIA' PROTAGONISTE DEL MASSACRO AVVENUTO DUE ANNI FA IN KENYA.
NAIROBI
(Nostro servizio)
Almeno questo sarebbe apparso anche a noi se non lo stessimo vivendo sulle nostre spalle.
Già nello scorso mese di febbraio 2009 Gabriella Carlizzi, anche nella vesta di Presidente dell'Associazione Onlus Opera “Padre Gabriele”, volle recarsi a Nairobi al fine di individuare realtà di emarginazione e miseria che vedono come protagonisti e vittime milioni di bambini africani. L'intenzione della giornalista era appunto quella di fornire aiuti e sostegni di vario genere ai bambini orfani, in particolare quelli cui sono venuti a mancare i genitori morti a causa del virus HIV.
Giunta per tanto a Nairobi con i suoi collaboratori, alloggiando nell'hotel più storico al centro della città, manifestava questo suo interesse ad un manager dell'albergo affinché costui le presentasse un'autista di fiducia e bene informato su questa particolare realtà.
Fu così che alla giornalista fu presentato tale George O. ,e salita sull'auto con la segretaria Elisa Antonelli e con il fotoreporter Matteo Mantovani, venivano accompagnati in una piccola scuola per orfanelli situata nella località di Dandora.
Giunti sul posto, in una situazione di evidente e reale degrado, George dopo aver salutato gli insegnanti volontari presentava Gabriella Carlizzi come colei che intendeva conoscere le necessità più impellenti di questi bambini, al fine di fornire come Presidente dell'Associazione Onlus aiuti mirati, e capaci di risolvere, almeno in parte, il dramma di quell' infanzia.
Gli insegnati, la direttrice Mss. Rose W.K. ed il Pastore protestante Cristopher N.O., si dimostravano subito disponibili, concedendo ai tre italiani di riprendere con la telecamera l'interno della “scuoletta” denominata “R. Community Center”, luogo davvero angusto, male odorante privo di ogni requisito igienico, perfino senza l'elettricità, essendo così costretti i bambini ad arrangiarsi con la pochissima luce che dall'esterno filtrava attraverso qualche buco ricavato dalle pareti fatte di mattone grezzo impastato con fango e sterco.
I responsabili della “scuola” riferivano che affluivano in questo Centro circa 115 bambini dai 3 ai 15 anni, tutti orfani ed abbandonati, al punto che molti di loro dormivano per la strada, alcuni si rifugiavano presso qualche lontano parente, altri, i più piccini, li ospitavano per la notte gli insegnanti volontari presso le loro case.
L'emergenza più impellente, a dire dei volontari, era per queste creature il cibo e la luce elettrica.
Molti infatti rimanevano completamente digiuni, accontentandosi di qualche avanzo che la gente del quartiere portava loro nell'intervallo del pranzo, cessando l'orario scolastico alle 16.30.
Le immagini riprese con la nostra telecamera mostravano una realtà a dir poco drammatica e densa di pericoli per questi bimbi, i quali non esitavano a raccogliere tra la terra e il fango qualcosa da mettere in bocca, spesso giocando con pezzi di vetro o ferro arrugginito recuperato dalla spazzatura circostante la cosiddetta “scuola”.
La direttrice ci teneva paradossalmente a mostrare alla giornalista il documento di autorizzazione all' insegnamento in quel luogo rilasciato dall'amministrazione competente, unitamente ad un altro documento, a firma del Pastore Erastus M., attestante le lodevoli referenze di questa donna, definita “un vero dono di Dio”, dedita a tempo pieno agli orfanelli di Nairobi.
Come rimanere insensibili di fronte a scene reali che seppure siamo abituati a vedere in tv nelle tante immagini di repertorio, scuotono in ben altro modo la coscienza di chi ha l'occasione di vederle da vicino?
Gabriella Carlizzi, informato il consiglio direttivo della Onlus dalla stessa presieduta, veniva immediatamente autorizzata a sottoscrivere un accordo di adozione a distanza da parte dell'Opera “Padre Gabriele” a favore dell'intera comunità di quei bambini e dei loro stessi insegnanti volontari, anch'essi a loro dire, tutti orfani.
In quei giorni più volte i tre italiani si recarono presso la “scuoletta” di Dandora con l'auto piena di rifornimenti di cibo e di tutto il materiale didattico necessario all'insegnamento e di cui apparivano completamente privi.
L'accordo di adozione a distanza veniva firmato, oltre che dalla giornalista anche della stessa direttrice Mss. Rose W.K. , e prevedeva l'impegno alla cura dei bambini, l'immediata installazione di un impianto elettrico, l'eventuale acquisto da parte della Onlus dei terreni circostanti il piccolo edificio in modo da realizzare una struttura che comprendesse un dormitorio e una mensa, nonché la apposizione della targa sulla facciata esterna della “scuoletta” che, in quanto adottata, si sarebbe chiamata da quel momento in poi: “School of Padre Gabriele”.
Inoltre furono concordati anche i colori di una divisa per questi bimbi vestiti di stracci, divise che sarebbero state confezionate a Roma dall'addetta alla sartoria dell'Associazione Onlus.
Gabriella Carlizzi chiese pertanto di incontrare l'operaio che avrebbe immediatamente iniziato i lavori per l'impianto elettrico, e dopo che questi le presentò un preventivo la giornalista lasciò nelle mani della direttrice una consistente somma in dollari quale acconto del programma dei lavori che sarebbero stati saldati in sede di collaudo.
Il 10 Febbraio 2009 nel corso di una cerimonia di ringraziamento organizzata dagli insegnanti volontari per la generosa associazione umanitaria, veniva apposta sull'angusto edificio la targa “School of Opera Padre Gabriele”, in un clima di commozione generale e di gioia che vide improvvisamente illuminati gli sguardi senza futuro di tante creature innocenti.
Inutile dire che l'autista George O. era divenuto per la direttrice di questa scuola il “santo mediatore” di tanta Carità, al punto che Gabriella Carlizzi lo nominava corrispondente per l'Associazione Onlus in modo da essere costantemente informata sull'andamento delle iniziative intraprese in Nairobi, e faceva stampare per George anche i biglietti da visita comprovanti tale ruolo.
Rientrati a Roma, la giornalista ed i suoi collaboratori, dopo avere informato l'Ambasciata del Kenya delle attività umanitarie svolte in questa Missione, decidevano di tornare subito a Nairobi essendo stati informati dal corrisponde George O. che vi era la possibilità di acquistare ben quattro terreni circostanti la “scuoletta” di Dandora.
George , con “scrupolosa diligenza”, si era perfino procurato le mappe catastali dei lotti in vendita inviandoli per email alla Presidente della Onlus con i relativi prezzi richiesti dai proprietari.
Il 7 marzo 2009, ospiti del medesimo hotel storico al centro della città, la giornalista e i suoi collaboratori tornavano a Nairobi, pronti a sviluppare ulteriormente il loro progetto.
Giunti presso la scuola, hanno dovuto constatare loro malgrado che con i denari elargiti nulla era stato eseguito di quanto concordato e documentato, bensì la direttrice aveva pensato bene di pitturare le pareti del suo ufficetto lasciando i bambini senza luce e senza il sustentamento necessario..
Chieste le necessarie spiegazioni al corrispondente George, costui si giustificava accusando la direttrice di averlo messo di fronte alle cose già fatte, e di non averci informato via email preferendo illustrarci la situazione di persona.
A sua volta la direttrice accusava George di mentire, affermando che lei prima di utilizzare il denaro da noi consegnatole si era fatta consigliare proprio da George.
Sul posto, di fronte al nostro sconcerto, i toni tra i due assumevano livelli di tensione altissima, come se ciascuno dei due avesse dietro le spalle dei gruppi di fuoco avversari, pronti a difendere ciascuno dei due protagonisti della vicenda in un presumibile scontro violento.
La giornalista, famosa per le sue inchieste tese a smascherare ogni forma di malcostume e corruzione, ha iniziato così ad indagare al fine di capire da chi e per quali motivi l'associazione da lei presieduta era stata di fatto usata.
Ecco così che George confidava all'improvviso ai tre italiani di avere paura di morire.
Alla domanda rivoltagli del perché affermava circostanze tanto gravi, George rivelava circa la sua appartenenza ad un tribù avversaria alla tribù di appartenenza della direttrice Rose.
Spiegava che ancor oggi, quando si determinano situazioni simili a quella in cui siamo venuti a trovarci, ogni tribù difende la persona di appartenenza e tale circostanza determina spesso conflitti cruenti che possono sconfinare in un vero e proprio massacro umano.
La giornalista, ormai convinta di essere in qualche modo “ostaggio” di gruppi avversari e mossi da interessi presumibilmente di denaro ma anche politici, ha ritenuto di informare direttamente un funzionario dell'Ambasciata italiana in Nairobi, nonché il Capo della Sicurezza dell'hotel dove ancora alloggia con i suoi collaboratori.
Costoro, ma anche molte altre persone del posto, nell'apprendere questa sconcertante storia, hanno definito la situazione dei tre italiani estremamente pericolosa per la loro stessa vita, tanto che da qualche giorno si muovono con un'auto di fiducia della Sicurezza, essendo stati consigliati a non girare più con il loro autista ed ex corrispondente Geroge O. .
Due giorni fa, la troupe italiana, accompagnata dal Capo della Sicurezza del loro hotel, si sono recati presso la “scuoletta”, ove sotto i loro occhi hanno trovato in riunione la direttrice con i genitori di tutti i bambini da ella stessa convocati!
Interpellati gli insegnanti, Ms.Rose W.K. E il Pastore Christopher del perché avevano dichiarato falsamente alla giornalista che i bambini erano orfanelli, soli al mondo e privi di qualsiasi sostegno, costoro cercavano, tra mille bugie, di animare contro i tre italiani la rabbia dei genitori, facendo loro credere che ci fossimo recati lì per portare via i bambini.
Il Capo della Sicurezza, che si era dichiarato semplicemente un amico della giornalista, con estrema abilità è riuscito a placare gli animi, spiegando la verità dei fatti, anche perché, prima di questa visita gli avevamo mostrato tutti i documenti relativi all'adozione a distanza degli “orfanelli”, nonché le ricevute delle donazioni di denaro elargite alla direttrice, la corrispondenza intercorsa con Geroge Nairobi-Roma, le bozze di preventivo per i lavori prepagati e mai effettuati e perfino gli scontrini dei supermercati presso i quali era stato fatto rifornimento di ogni genere di necessità per i bambini.
Avevamo documentato anche l'identità anagrafica di ciascun bambino con relativa fotografia, affinché in futuro ogni singolo benefattore della Onlus, avrebbe potuto provvedere agli studi, all'alimentazione, all'educazione secondo le necessità, fino alla maggiore età, del bimbo prescelto.
In tale contesto infatti, durante la cerimonia di ringraziamento, gli insegnanti “volontari” così si erano espressi con la giornalista e Presidente dell'Associazione Onlus Opera “Padre Gabriele” : “Noi siamo convinti che tra questi bambini può esserci il futuro Obama!”.
Il tonfo dalla povertà alla miseria morale e spirituale non è tanto determinato da quello che può apparire un “normale” episodio di malcostume, fatti che sembrano essere tanto frequenti in Kenya ed anche in tanti altri paesi del cosiddetto “terzo mondo”, ma lo scempio drammaticamente sconcertante è nell'usare in bambini già privi di tutto, la falsa condizione di “orfani” al solo scopo di commuovere il mondo intero attraverso immagini che gridano dolore e procurarsi in tal modo donazioni di cui forse andrà a buon fine una per ogni milione.
Proprio ieri, Sabato 14 Marzo, la giornalista insieme al Capo della Sicurezza dell'hotel ha rimosso dalla “scuoletta” di Dandora la targa “School of Padre Gabriele”.
Abbiamo racconto questa storia, forse una tra le tante, non per destare scandalo agli occhi di chi legge ma perché auspichiamo che le Autorità del Governo in Nairobi approfondiscano, avvalendosi di questa testimonianza, circostanze che a nostro avviso debbono essere stroncate, non potendosi accettare come “normale consuetudine” l'uso delle condizioni di miseria in cui versano milioni di creature innocenti, una miseria che si trasforma sotto gli occhi di tutti in un vero e proprio sconcertante business.