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di Gabriella Pasquali Carlizzi - Domenica 10 Maggio 2009

“MOSTRO DI FIRENZE-CASO NARDUCCI” …BAGNO A RIPOLI: UN DUPLICE DELITTO “RISOLTO” TROPPO IN FRETTA…
COME DIRE: “GUAI A CHI PARLA DEL MOSTRO…”
MA POICHE’ SIAMO IN UN PAESE DEMOCRATICO, CI RITENIAMO LIBERI DI ESPRIMERE UN’OPINIONE, O ANCHE DI IMMAGINARCI COME SE ANCHE NOI FOSSIMO INVESTIGATORI… O ATTENTI OSSERVATORI…. O PER QUALCUNO, AMANTI DI DIETROLOGIA… CHISSA’…?

Un fatto è certo: nel tardo pomeriggio di sabato 9 maggio 2009, le agenzie di stampa lanciavano la notizia: “ I corpi di due giovani, trovati sgozzati nel bosco in prossimità di Bagno a Ripoli..”, e di seguito altre informazioni.

Si trattava di una coppia di ex fidanzati, Giulia Giusti di 22 anni e Lapo Santiccioli di 27, ambedue abitanti a Bagno a Ripoli.

E già nella stessa serata, i Carabinieri accorsi sul posto, essendo stati chiamati da un giovane motocrossista che se li era trovati davanti, rasserenavano la popolazione, affermando con certezza che si era trattato di un omicidio-suicidio.

E gli elementi per una conclusione del genere c’erano tutti.

Infatti la coppia da tempo viveva una notevole tensione, lei non voleva più saperne, lui non si rassegnava, al punto da minacciare il suicidio e da scrivere un biglietto trovato nell’auto e indirizzato ai genitori chiedendo perdono per il suo gesto.

Poi, l’ultimo tentativo di riconciliazione, finito però in tragedia.

Già, ma perché si è reso necessario tranquillizzare la comunità di Bagno a Ripoli?

E’ stata la reazione di tutti, quella di pensare immediatamente al Mostro di Firenze, tornato a colpire proprio lì , in quelle colline “addolcite” dal sangue di tante vittime…

Chissà se qualcuno si è chiesto come mai, a tanti anni di distanza, e con sentenze ormai definitive, la gente reagisce in questo modo?
Non se ne deduce forse che la convinzione collettiva è quella che il Mostro è ancora vivo e a piede libero?
E se fosse qualcosa di più di una semplice convinzione, se le persone di Bagno a Ripoli, avessero invece fondati motivi per spaventarsi?

Proviamo a riflettere su alcuni elementi apparentemente scollegati tra di loro, ma che se osservati sotto una diversa luce, potrebbero evidenziare un ipotetico quadro non poco inquietante.

Intanto per coloro che seguono da sempre questa terrificante pagina della nostra cronaca nera, Bagno a Ripoli non è un luogo per così’ dire al di sopra di ogni sospetto.

Infatti, in circa quarant’anni di indagini, molti illustri esperti impegnai in questo caso giudiziario, hanno ipotizzato che il Mostro vivesse o comunque disponesse di una casa situata in questo paese.
In particolare il noto criminologo Francesco Bruno, nel suo trattato “Analisi di un Mostro”, ha tracciato le coordinate precise che gli hanno consentito, non di ipotizzare, ma di affermare con certezza, che il Mostro lo si doveva cercare a Bagno a Ripoli.

Casualità?.... Forse…ma non è la sola.

Tra i tanti sospettati, ce ne è uno ancora in vita, il quale quando si cominciò a parlare di Pacciani, come possibile “Mostro”, aveva una società di pellami e accessori, la cui sede legale era proprio a Bagno a Ripoli, dove appunto il sospettato ha effettivamente un punto d’appoggio.

E proprio a Bagno a Ripoli, nel 2006 il sospettato fu “attenzionato” su delega della Magistratura, e un pomeriggio fu visto addirittura con dei “feticci” allestire il necessario per la celebrazione di un non meglio precisato rito, cui avrebbero dovuto partecipare tre illustri personaggi provenienti da Roma…
Già, avrebbero, in quanto qualcuno li avvertì e fu avvertito anche il sospettato e la “serata” andò per così dire a monte…

Ora, se analizziamo queste coincidenze, benché strane come tali, possiamo anche immaginare che la gente del posto abbia avuto una reazione di panico, non solo per lontani ricordi di coppie ammazzate, ma forse in quel paese si sa quello che ancora nessuno ha avuto il coraggio di denunciare.

E’ noto che nelle vicende del Mostro di Firenze e del caso Narducci, si dia per scontata una componente esoterica, come anche nella sentenza definitiva a carico dei cosiddetti “compagni di merenda” fu accertato che le parti anatomiche asportate venivano vendute a qualcuno interessato per un utilizzo rituale.
E va anche detto che questi “cimeli” non si distruggono, non è facile disfarsene e restano eterni, passando in “eredità” di mano in mano, di custode in custode.

Ora, il giorno precedente a questo duplice delitto, si è appreso di una sentenza emessa dalla Corte di Cassazione, una sentenza che potrebbe avere scatenato l’ira e la vendetta di qualcuno, magari proprio di colui che fu visto nel 2006 a Bagno a Ripoli in possesso dei feticci…

A questo punto, potrebbe essersi reso urgente e necessario un” rito” che in qualche modo, direttamente o per induzione provocasse un delitto riconducibile, sia pure apparentemente, ai delitti del Mostro, ma con qualche caratteristica capace di farci ricordare anche il medico di Perugia, Francesco Narducci.

Certo la paura di affrontare un processo fuori da Firenze, e dove non si può far valere alcun ricatto, induce a tentare il tutto per tutto, e dunque perché non procurarsi una qualche protezione di quella stessa “Divinità” cui tanti sacrifici furono offerti?

Nei Blog molti già parlano di “codici” presenti in questo delitto, e a dire il vero, già dai nomi delle povere vittime verrebbe da pensare al bisogno di qualcuno di difendersi dalla Giustizia.
Come anche analizzando la numerologia del delitto stesso, l’età delle vittime, il giorno del massacro, l’ora presunta e tanti altri elementi, volendo vi si riconoscono i parametri della schola esoterica più comunemente denominata “Rosa Rossa”.

Ed è strano anche il fatto che a trovare i due cadaveri sia stato un amante dl motocross a bordo della sua “belva”, proprio come lo era Narducci, quando negli anni del Mostro, in compagnia di un nobile amico scorrazzava con la sua moto su e giù per quelle colline…

E neanche a farlo apposta, i Carabinieri sembra abbiano rinvenuto nell’auto del ragazzo un biglietto, in cui il poveretto, disperato, chiedeva perdono ai genitori per quel gesto estremo …
Proprio come il biglietto che fu ritrovato nella casa di Francesco Narducci dopo la sua scomparsa e la sua morte…

E veniamo alla dinamica del delitto in sé.

A quanto se ne sa, i due ex fidanzati si incontrano, qualcuno dice per un tentativo di riconciliazione, ma è pur vero che si ritroveranno i regali, dunque vi era l’intenzione di restituirseli, come si usava un tempo quando ci si lasciava.

Ma c’è il coltello, fatto che indurrebbe a pensare che o l’omicidio o il suicidio, erano premeditati.

Perché lei, che già si sentiva perseguitata dalle insistenze del suo ex, pedinata, minacciata, accetta di salire in macchina con uno che poteva perdere la testa e quando ha visto che si dirigeva verso il bosco, non è scappata, prima che si consumasse la tragedia?

E lui, è plausibile che abbia avuto il sangue freddo al punto da infliggersi ben tre coltellate fino a morire sgozzato?
Badate che il coltello non è una pistola, darsi una coltellata è cosa ben diversa dallo spararsi un colpo alla tempia.
Senza contare che già dopo la prima coltellata, ammesso che si abbiano ancora le forze, scatta l’istinto di sopravvivenza, istinto che supera qualunque volontà di cinismo o masochismo…

A meno che, escludendo che non abbia partecipato al delitto una terza persona, quello che è stato considerato un “raptus di follia”, non sia stato invece un gesto “indotto” da un “controllo mentale” a distanza… poca distanza in questo caso se l’induzione partiva da Bagno a Ripoli.

Nella storia del Mostro siamo abituati ai “suicidi” più inverosimili, basti ricordare Elisabetta Ciabani, l’amica del cuore di Susanna Cambi, vittima del Mostro… Anche il delitto della Ciabani, trovata con un gran numero di coltellate sul ventre, fu archiviato come omicidio… e siccome nessuno l’aveva ammazzata, il colpevole non fu mai trovato…

Di certo possiamo affermare che già da un paio di settimane alla Magistratura competente risulta che qualcuno apprese da un “investigatore” che costui nel 2006 vide certe cose proprio in quel di Bagno a Ripoli…

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