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AVEVO UNA CASETTA PICCOLINA IN CANADA' CON VASCHE, PESCIOLINI E TANTI FIORI DI LILLA’……

L’ITALIA DEI “SENZATETTO”, ALLA RICERCA DEL MATTONE PERDUTO…
O FORSE NASCOSTO NELLE LOGGE DELLA MASSONERIA FINANZIARIA…
NON E’ FORSE IL “MATTONE” IL SIMBOLO DEGLI INCAPPUCCIATI?
MEGLIO CERCARE UNA MATTONELLA OVE NASCONDERE LE BRICIOLE DEI POCHI RISPARMI, NELLA SPERANZA CHE LE BANCHE CE LI RESTITUISCANO….
Che l'Italia sia uno stato liberale non ci sono dubbi, che l'Italia sia anche una socialdemocrazia questo non può essere trascurato. Almeno nella situazione attuale. Nella tribale lotta tra destra e sinistra, tra politici che prendono posizioni contrapposte per tentare di navigare in quella poca credibilità che la gente ancora attribuisce loro, sembra che non ci sia una minima idea di come ristabilire un criterio di ordine nel sistema economico. Nelle tribune politiche si parla ancora come se questa crisi, benché stia rovinando molte famiglie sia solo un fenomeno di passaggio. C'è veramente un modo per “ricucire” dignitosamente l'economia del nostro Paese? O invece è un cambio epocale, vale a dire che quella “brillante” economia che distribuiva ricchezza a tutti è un cimelio da museo? Essendo molto ampio il campo di azione del sistema economico nella vita di tutti i giorni, in questo articolo ci limiteremo a trattare solamente una parte – comunque importante - dell'economia e della vita delle famiglie: la casa. La casa è un diritto? Tutte le famiglie dovrebbero avere una casa di proprietà, grande o piccola che sia, elegante o meno. Come un diritto garantito dalla Costituzione (ed in parte lo è).
In fondo come si può vivere in una società organizzata, senza un tetto?
Oppure senza un lavoro?

Già, perché è il lavoro che “paga” il tetto.
Ma a quale prezzo?
Infatti il lavoro che impegna ormai l’intera giornata del lavoratore, non basta nemeno per pagare il tettocol rischio di perderlo, nonostante rappresenti i sacrifici e risparmi di una vita.
Ed ecco che quel tetto veglierà le notti insonni di una famiglia aggrdita dall’incubo del mutuo e della stessa difficoltà legata ad ogni aspetto della sopravvivenza.

L'Istat ha gridato al miracolo quando pochi anni fa, rilevò che l'ottanta percento delle famiglie italiane avrebbe (il condizionale è d’obbligo) una casa di proprietà.
Ma quale proprietà?
La casa te la devi pagare perché sia tutta tua.
Altrimenti se non paghi il mutuo la perdi per sempre.
Purtroppo il mercato immobiliare ha invitato le famiglie ad acquistate case con il denaro delle banche, perché la rata del mutuo equivale più o meno all'affitto, poi trenta o quarantanni più tardi la casa diverrà di proprietà.
Non sono forse troppi 30 o 40 anni di mutuo?
Nessuno se lo è chiesto?
Ma la gente era felice così, sentendosi sicura nel possedere una casa, ma possedere non vuol dire esserne proprietari.

Chi ha guadagnato in questa prima parte della tragedia, sono i proprietari che hanno venduto immobili che si sono rivalutati bene nel giro degli ultimi anni e i costruttori edili che hanno costruito nuove case per nuove famiglie.
E poi le banche, che prima hanno finanziato i costruttori edili, guadagnandoci una prima volta e poi ancora una seconda volta finanziando la casa a chi acquistava dall'azienda di costruzione.
Diventando di fatto la Banca la più “vera proprietaria” dell'immobile senza averne il possesso, fin dalle fondamenta, finanziando prima il costruttore e poi ancora con la vendita dell'immobile a terzi, garantendosi il mutuo del privato non solo con il bene stesso ma anche con altre assurde garanzie, quali lo stipendio del titolare del contratto di mutuo e finanche firme di terzi fidejussori, i qialisi impegnano a rispondere di eventuali morosità da parte del virtuale proprietario della casa.

Il sistema economico già prima dell'euro era in recessione, poi l'evento dell'euro ha costituito un ulteriore ed improvviso collasso.
Senza contare i grandi poteri finanziari.
C’è da chiedersi perché mai, in una economia di recessione, si consiglia di sottoscrivere tassi variabili? Su quali presupposti il contraente potrebbe ricevere un vantaggio in breve periodo?
Forse nei primi 5 o 10 anni di mutuo, perché è ragionevole pensare che nessuno potrà mai sapere cosa succederà nei venti, trenta anni successivi.
Ma tutte queste sono solo modalità ingannevoli al fine di conquistare un altro osso da spolpare: il lavoratore onesto.

Così oggi molte famiglie che hanno contratto un mutuo a tasso variabile hanno difficoltà a pagarlo e rischiano di perdere la casa, allo stesso modo le banche sono sovraesposte a causa dei mutui che hanno elargito alle famiglie senza un adeguato margine di sicurezza, cioè sul reddito degli utilizzatori del credito, si sarebbe dovuto calcolare anche le variazioni del tasso di interesse, rischiando che l’ignaro acquirente della casa, prima di restare senza risparmi e senza tetto, valutasse meglio i rischi e rinunciasse all’incauto acquisto.
Un osso da spolpare in meno per le Banche? Un virtuale proprietario del mettone in meno, sulle tabelle istat? Si, ma anche un probabile suicida in meno, sulle pagine dei necrologi.

Ora più che in passato non possiamo trascurare che il pane e le risorse energetiche aumentano vistosamente di anno in anno senza nessun apparente controllo, e che la recessione sta facendo chiudere molte imprese, oltre alla crescente riduzione degli acquisti con la conseguenza che molte micro attività che in anni passate erano fiorenti, dopo essere cadute nelle mani degli usurai, finiscono con l’essere costrette a chiudere..

E' possibile che i grandi operatori economici e finanziari non abbiamo potuto prevedere il risvolto di questa crisi, quando molti erano i segnali di allarme che già la preannunciavano ?

Oggi dobbiamo correre ai ripari, o per meglio dire dobbiamo invitare il premier, la maggioranza e l'opposizione a trovare una soluzione, urgentissima, a questa collasso economico che non ha precedenti nell'Italia repubblicana.

Si è prima accennato al fatto che lo Stato italiano costituzionalmente dovrebbe garantire la piena libertà nel campo economico-finanziario al privato.
Tali garanzie nel corso degli ultimi anni sono state elargite sotto l'insegna della privatizzazione e della crescita di grandi gruppi finanziari e produttivi privati.
Così il trend dell'ultimo ventennio è stato quello di riconoscere ai privati una libertà non trascurabile nella determinazione dei propri interessi.
Allo stesso modo lo Stato ha ceduto risorse produttive e finanziarie ai privati, con l'intento di alleggerire la gestione pubblica e di renderle più concorrenziali attraverso la determinazione del libero mercato.

Attualmente dobbiamo considerare le conseguenze che questa lenta “deregolazione” ha generato determinando una eccessiva predominanza del privato nei settori dove lo Stato per quanto stabilisce la Costituzione dovrebbe rimanere vigile ed agire a tutela e garanzia dei diritti dei cittadini.

Ci riferiamo in buona parte al riconoscimento del risparmio del privato e della famiglia.
Infatti lo Stato non può abbandonare a loro stessi coloro che volendo dare sicurezza alla propria famiglia sono caduti nella trappola dei mutui a tasso variabile e rischiano di perdere tutto quello che hanno investito.
Le soluzioni che sono ancora allo studio delle classi dirigenti, consisterbbero in un rifinanziamento degli interessi insoluti, i quali verrebbero accodati oltre i 20 o 30 anni di mutuo e sottoposti ad ulteriori interessi.
In pratica ci si roverebbe nella condizione obbligata di pagare un debito contraendone un'altro e continuando a lasciare alle banche la garnzia a vita di un’ ulteriore speculazione, sul lavoro già fin troppo precario dei cittadini.

Di certo, ed è inutile negarlo, il nostro sistema economico non sarà più quello di un tempo.
Non ci sono dubbi.
Semplicemente perché non si intravedono soluzioni se non quelle di un intervento sull'economia che, a quanto pare nessun politico oggi sarebbe disposto a discutere nelle apposite sedi.

E’ necessario, ma anche moralmente doveroso che lo Stato italiano si prenda cura del problema della casa offrendo opportunità adeguate a chiunque voglia avventurarsi nell’acquisto di una casa purchè in una logica di trasparenza tale da poter portare a termine il proprio investimento in tempi brevi e senza rischiare di perdere tutto per la strada.

In Germania, lo hanno fatto.
A Berlino, nella parte ex sovietica, sono stati ricostruiti molti edifici da aziende edili che l'amministrazione ha pagato mediamente sui trentamila euro ad appartamento, a patto che il prezzo di rivendita dell'immobile sia equivalente.
Così una famiglia berlinese può comprarsi un appartamento in centro a Berlino con gli stessi soldi di un'automobile di media cilindrata.
E se questa opportunità viene offerta in prevalenza ai giovani fa ben sperare per il loro futuro, o per lo meno se lo possono immaginare di vivere senza il vessillo della rata del mutuo.
Ed è già questo un motivo di serenità considerevole, visti i tempi che corrono, se paragonata a quella “serenità virtuale” di chi compra casa cercando la sicurezza per poi scoprire di non potersela permettere.

La Germania è uno stato che ha una Costituzione simile all'Italia, se da un lato c'è molta libertà rivolta agli interessi dei privati, non trascura il suo essere una socialdemocrazia volta ad investire per il benessere del cittadino, a maggior ragione quando questi è in balia dello sconcertante agire di grandi gruppi finanziari, ponendosi come ago della bilancia nell'andamento economico.

Viene spontaneo domanarci se i nostri attuali governanti abbiano in mente di fare qualcosa per aiutare il cittadino a comprare un tetto, o a far fronte in modo umano ai tassi galoppanti, per coloro che stanno per perdere il bene già acquistato.
Per ora si parla ogni giorno di Banche, considerandole come le vittime....
Ma nessuno dice che se gli istituti di credito sono al crollo, è perchè si sono rese vittime del loro setsso agire, ingannevole verso persone in buona fede, che hanno accettato di sottoscrivere contratti di mutuo a tasso variabile.

Ora ci dicono che i risparmi depositati nelle banche italiane sono garantiti e nessun cittadino perderà un euro se il sistema bancario si dovesse ribaltare a causa dei mutui casa, anche se non è ben chiaro perché il sistema bancario dovrebbe per forza collassare.

A questo punto per il Governo non rimane che garantire il diritto alla casa, o per lo meno l'attuazione di politiche sociali ed economiche che possono influire sui comportamenti repentini delle grandi imprese.
A maggior ragione quando appunto nell'acquisto di una casa vengono investiti risparmi anche di generazioni.

E’ disumano e ingiusto che acquistare una casa, potendo contare sul proprio lavoro, e senza dover porre a rischio la salute stessa per le troppe preoccupazioni, non consenta almeno di adempiere agli obblighi costituiti dalle rate di un mutuo alle stesse condizioni di quando fu contratto con la Banca erogatrice del finanziamento.
Meditiamo....... responsabilmente.

Venerdì 10 Ottobre 2008
Matteo Mantovani

 

 

 

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