MEDIO ORIENTE : ISRAELE E PALESTINA… MA QUALE PACE? E’ ORA DI FINIRLA CON LE PRESE PER I FONDELLI DA PARTE DEI
“POTENTI“ CHE SEMBRANO CONCENTRATI NELL’ORMAI UTOPISTICO TRATTATO DI PACE MEDIANTE INCONTRI NEI LUSSUOSI HOTELS DI GERUSALEMME DOVE LA PACE FA DA COPERTURA A BEN ALTRI INTERESSI E AFFARI DI DUBBIA LICEITA’.
PER CHI COME GABRIELLA CARLIZZI ED IL SUO STAFF DI REDAZIONE SI TROVA IN ISRAELE TRA GERUSALEMME E BETHELHEM, NONCHE’ TERRITORI ADIACENTI SIA ISRAELIANI CHE PALESTINESI CADONO COME CASTELLI DI SABBIA I MILLANTATATI PROPOSITI DI PACE QUANDO SI E’ TESTIMONI OCULARI DI COMPORTAMENTI SCONCERTANTI DI TIPO RAZZIALE LE CUI RADICI RISALGONO ALLA GENESI DELLE SACRE SCRITTURE…. MA COSA VOGLIONO GLI AMERICANI DOPO I DISASTRI CHE HANNO VISTO MORIRE DONNE E BAMBINI SOTTO LE TANTO "EROICHE" CADUTE DI BOMBE A GRAPPOLO DURANTE LA GUERRA CONTRO SADDAM? …
Dalla fine dello scorso Aprile in due diverse riprese io e i miei collaboratori Elisa Antonelli e Matteo Mantovani ci troviamo in Terra Santa, nonostante consapevoli di aver scelto il periodo meno indicato per l’incolumità di giornalisti stranieri che intendono raccontare al mondo ciò che veramente vedono con i propri occhi ad onore dell’onestà intellettuale del concetto stesso di una corretta informazione.
A parte ciò che abbiamo pubblicato relativamente all’accoglienza in aeroporto da parte degli israeliani addetti alla Sicurezza, abbiamo potuto documentare la reale situazione che vige tra israeliani e palestinesi precostituendoci un itinerario finalizzato ad estrarre le “ragioni” degli uni e degli altri attraverso i quotidiani comportamenti estranei alla politica e alla diplomazia, comportamenti che non dovrebbero risentire di alcunché nella espressione delle vita di ogni giorno che si snoda tra un ritrovarsi al mercato a fare la spesa, l’accompagnare i bambini a scuola, l'osservare i vari culti religiosi che insistono sul medesimo territorio e quanto altro in fin dei conti dovrebbe risultare estraneo a qualunque conflitto.
Nessuno può escludere che nasca un amore tra due giovani uno israeliano e l’altro palestinese, così come nessuno, se non attraverso un radicato odio degli uni verso gli altri o intimidazioni del tutto dittatoriali può orientare quella parte comune a ciascun essere umano che si chiama "CUORE" e che non si fa gestire né da Bush, nè da Berlusconi, nè da Olmert, nè da Salam Fayyad.
E cosa può impedire a due bambini che volano sullo stesso aereo uno israeliano e l’altro palestinese di fare amicizia e giocare insieme durante il viaggio?
O forse è edificante quanto è avvenuto sotto i nostri occhi assistere al richiamo severo dei reciproci genitori come se i loro figli fossero ambedue portatori di una malattia contagiosa?
Episodi di questo genere dalla fine di aprile ad oggi ce ne sono capitati tanti da aver deciso di raccoglierli al nostro rientro in Italia in un libro-verità sempre che qualcuno, e i segnali ci hanno già raggiunto, non pensi di farci fare la fine di Ilaria Alpi e dei tanti colleghi che hanno perso la vita in territorio straniero pur di non dare spazio alle menzogne che il mondo riceve attraverso i mass media di potere dove si dà spazio solo a quelle gelide frasi pronunciate dalla diplomazia internazionale ed immortalate poi dalle immagini di strette di mano tipiche di chi recita ruoli inadeguati al solo pronunciare la parola PACE.
In una città palestinese abbiamo provato, naturalmente faceva parte della nostra indagine, a recarci presso qualche agenzia di viaggi, dicendo che desideravamo cambiare la data del nostro rientro in Italia rispetto a quella già indicata sui nostri biglietti rilasciati dalla compagnia aerea El Al.
Diciamo pure che un’agenzia di viaggi svolge un’attività commerciale al pari di un supermercato o di altri punti vendita di cui questo territorio è denso. Il commercio, dall’antichità identifica questi popoli come inclini allo scambio di ricchezza ed anche attaccati al dio denaro. Senza offesa per nessuno in più parti del mondo capita di sentir dire : “sei più avaro di un ebreo”, senza alcuna approvazione da parte di chi scrive, questa citazione la si riporta per far comprendere quanto siano antiche le origini di talune convinzioni al di là se siano giuste o sbagliate. E torniamo alle agenzie di viaggio cui ci siamo rivolti in territorio palestinese.
Ebbene i vari titolari, pur volendoci aiutare, mentre controllavano la disponibilità dei voli El Al per il giorno da noi indicato ci salutavano dicendo: “Ci dispiace possiamo solo dirvi che i posti ci sono, ma non possiamo accettare nemmeno un dollaro per la prenotazione perché la El Al non vuole lavorare con le agenzie di viaggio palestinesi. Vi consigliamo comunque di recarvi direttamente presso la compagnia”. Vero o falso? A noi è apparso sincero... Ringraziamo mentre restiamo sconcertati di quanto abbiamo appena ascoltato e che seppure può rientrare in un “diritto” di una qualunque compagnia aerea di certo non si può dimenticare che un’agenzia di viaggi per propria natura ha diritto di servire i clienti nel rispetto delle normative al di là di qualunque paese sia per la provenienza sia per la destinazione. Volendo estendere questa nostra esperienza anche in altri ambienti come ad esempio uffici amministrativi di fronte ai quali ogni cittadino ha diritto ad un trattamento corretto e conforme ai diritti civici siamo stati testimoni oculari di episodi “razziali” perfino nell’ambito sanitario.
Ci chiediamo se nell’ipotesi che un pugno di “potenti” metta la propria firma su un pezzo di carta e la notizia del trattato di pace faccia in pochi secondi il giro del mondo, potranno mai cambiare i rapporti interpersonali dell’uomo della strada, della cui identità e dignità dovuta a tutti non sarà mai fatto cenno su un pezzo di carta che pur portando il luccichio di certi illustri nomi sempre pezzo di carta rimarrà negli archivi di una storia virtuale ben lontana da fatti che rappresentano la realtà. Ed allora verrebbe da pensare che il Medio Oriente solo se rimanesse in uno stato di guerra perenne rappresenterebbe sia ora che in futuro un osso da spolpare o una meta da conquistare estirpando le naturali radici di chi fu posto in questi territori dalla volontà di Dio e non degli uomini. Ed è perfettamente un discorso strumentale senza nulla togliere all’orrore che ancor oggi rappresenta per il mondo quello che fu chiamato "Olocausto" se non si riesce a cancellare negli animi di chi ne rimase vittima un’odio che si tramanda di generazione in generazione e per il quale solo un Giudice Supremo può intervenire creando un punto di convergenza e di sintesi tra le religioni monoteiste per poter parlare veramente di Pace nei cuori.
Mi è capitato di leggere un articolo della collega Anna Rossi pubblicato in internet e che riporto integralmente qui di seguito affinché non si pensi che solo i nostri occhi siano testimoni di ciò che si tende a sdrammatizzare. Ciò che racconta Anna Rossi è una cronaca vera e coraggiosa perché casualmente
Domenica scorsa noi eravamo proprio lì, terrorizzati da quanto all’improvviso esplodeva senza ragione alcuna.
Benvenuti a Palestina Oggi, un servizio dell'International Middle East Media Center, www.imemc.org, per Lunedì 9 giugno 2008.
I soldati della resistenza palestinesi attaccano le zone israeliane vicino a Gaza, mentre nella West Bank, l'esercito israeliano continua ad attaccare i civili. Vi racconteremo queste ed altre storie, rimanete con noi.
Striscia di Gaza
Tre gruppi di resistenza palestinesi della Striscia di Gaza hanno lanciato missili artigianali verso il territorio israeliano vicino alla regione litoranea lunedì. Gli ordigni erano diretti contro i carri armati dell’esercito israeliano situati nella base militare al valico di Al Mintar-Karni fra la Striscia di Gaza ed il territorio israeliano. I gruppi armati hanno dichiarato che l’attacco è venuto in risposta agli attacchi israeliani dell'esercito contro i Palestinesi sia nella West Bank che nella Striscia di Gaza avvenuti nei giorni scorsi. Fonti israeliane d’informazione hanno segnalato l’attacco, ma non hanno segnalato alcun ferito.
Il ministero della sanità di Hamas domenica ha dichiarato che a Gaza è in corso una crisi umanitaria dovuta alla scarsità continua di combustibile nella regione litoranea. Nella dichiarazione inoltre si è segnalato che l'assedio israeliano di Gaza ha causato complicazioni diffuse fra migliaia di pazienti, in modo particolare quelli con malattie croniche. Da giugno dell'anno scorso, Israele sta imponendo una chiusura paralizzante alla Striscia di Gaza, dopo che il partito islamico di Hamas, eletto nel gennaio 2006, ha preso il controllo totale della regione, in seguito ad aspri combattimenti interni.
Il Primo Ministro del governo de facto di Gaza Ismail Haniyeh, ha detto lunedì che il suo governo e il movimento di Hamas stanno lavorando e lavoreranno per creare le basi per un dialogo nazionale tra le forze politiche palestinesi nella speranza di riunire politicamente la West Bank e la Striscia di Gaza. Ryad Al-Maliki ministro dell’interno palestinese di Fatah, nella West Bank ha detto che il richiamo del presidente Mahmoud Abbas per l’apertura di un dialogo con Hamas è conforme all’ accordo Yemeni siglato all'inizio di quest'anno da Fatah e Hamas con la mediazione della Lega Araba.
West Bank
Nella West Bank oggi, le truppe israeliane hanno invaso il villaggio di Atteel, situato vicino alla città di Tulkarem nel nord della West Bank la mattina di lunedì. Fonti locali hanno detto che circa 20 veicoli dell’ esercito israeliano hanno invaso il villaggio, aggiungendo che le truppe hanno perquisito e messo a soqquadro diverse abitazioni civili, oltre che fermato e controllato i veicoli che attraversavano la zona. I testimoni all'invasione hanno affermato che le truppe hanno attacato Na' El Riyad, che lavora in un negozio locale di meccanica, durante l’operazione militare nel villaggio. Riyad ha riportato contusioni gravi, sempre secondo quanto riferito da testimoni oculari.
I militari israeliani inoltre hanno invaso diverse zone nel sud della West Bank lunedì, distribuendo ordini militari di comparizione. Incursioni militari sono state segnalate infatti nel villaggio di Dura, nel campo profughi di Al Fouwar e nella città di Hebron. Testimoni oculari hanno detto che i soldati hanno distribuito ordini militari ad alcuni uomini con ordini di comparizione davanti agli ufficiali israeliani dei servizi segreti ad un accampamento militare israeliano vicino.
Tre civili palestinesi sono stati feriti domenica quando i coloni israeliani hanno attaccato una casa nel villaggio di Susia, vicino a Hebron nella West Bank del sud. Testimoni oculari hanno riferito che un gruppo di coloni armati provenienti da un insediamento vicino ha attaccato la casa della famiglia di Al Nawa'jah la sera di domenica.
Durante l'attacco, i coloni hanno ferito Khalil di 70 anni, la sua moglie Tammam, di 68 anni ed il loro cugino Yousif, di 32 anni. I testimoni oculari hanno ancora aggiunto che i coloni hanno usato calci del fucile e mazze da baseball per attaccare la famiglia, mentre fonti mediche hanno rivelato che i tre presentano ferite alla faccia ed al corpo. Fonti mediche hanno segnalato che Tammam è stata trasportata in un ospedale israeliano, a causa delle gravi ferite.
Conclusioni
Questo è tutto dalla città occupata di Betlemme, grazie per averci seguito. Avete ascoltato Palestina Oggi, un servizio dell`International Middle East Media Centre, www.imemc.org, edito per voi da Anna Rossi.
Fonte :
Abbiamo potuto valutare che Hebron rappresenta forse il baricentro per la tenuta di delicatissimi equilibri, dei quali basta che ne vacilli uno per fare esplodere la temuta guerra nucleare di cui si parla ormai da tempo.
Da un’analisi approfondita sembra di poter affermare che tra popoli nemici eventuali equilibri possano nascere solo se appoggiati su logiche del malaffare del quale non si può escludere che sia un malaffare di importazione senza assolvere a priori nessun paese nemmeno l’Italia.
Riteniamo che non a caso proprio ad Hebron ci sia la base dell’associazione umanitaria
TIPH, costituita da personale in servizio proveniente da cinque paesi tra cui l’Italia con compiti di “osservazione”. Anche noi siamo stati avvicinati, c’è stato confermato che la sottoscritta è molto osservata e da più parti anche se sulle motivazioni, l’argomento è stato prontamente aggirato. Membri di questa associazione, ci dicono che spesso alloggiano presso l’Hotel Inter-Continental di Bethlehem dove da tempo alloggiamo anche noi. Ed è una constatazione reale visto che la notte scorsa vi erano ben otto auto della TIPH di personale che ha trascorso la notte qui. Alle 6 di questa mattina le auto erano ancora tutte parcheggiate fino a quando a breve distanza una d’altra tra le 9 e le 10 non le abbiamo più viste.
Vorremmo informare i nostri lettori di molte altre cose ben più inquietanti riservate a giornalisti provenienti dall’Italia o altri paesi che come noi non intendono schierarsi a favore di un mitra o di un altro mitra e per questo veniamo ritenuti soggetti “pericolosi” là dove il pericolo è costituito dal coraggio di raccontare la verità. Poiché mancano ancora molti giorni prima del nostro auspicabile rientro in Italia, ci riserviamo quando saremo tutelati dalle Autorità del nostro territorio di pertinenza di togliere ogni velo che con acuto spirito di giornalismo investigativo ci ha consentito di arrivare al cuore politico internazionale della questione medio-orientale.
Non certo con spirito critico ma di attenti osservatori vogliamo dire ai nostri connazionali che sfilano nel Bel Paese in cortei colorati dei simboli della pace che tali iniziative pur lodevoli, sono molto differenti e lontane da chi, credendoci , prende il primo volo e si reca di persona dove siamo noi attualmente.
Non certo per due stringate ore di conferenza protette da un esercito di addetti alla Sicurezza, ma per soggiornare almeno un paio di settimane e rendersi conto che forse chi ha preparato il testo del “comizio di Pace” è ben lontano da quel Medio Oriente, lo stesso Medio Oriente che tanti anni fa ha fatto sognare nelle favole più belle i bambini di tutto il mondo convinti di poter salire prima o poi sul magico tappeto volante.
10 Giugno 2008 Gabriella Pasquali Carlizzi
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