Una finestra nuova, per tutti, aperta sulla strada, sul mondo, ... lontana dai poteri, vicina alla gente, ... curiosa, rispettosa, amica, ... aperta allo scambio, alla battuta, al saluto, alla discussione, alla polemica, ...incline alla pace, ... ansiosa di verità, ...anche provocatoria se necessario, ... puntuale, ... intrigante, ... attesa, ............
E GESU’ DISSE: “GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI…”
…UNA PROFEZIA CHE SI E’ AVVERATA CON UN PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI CAPACE DI SORRIDERE, DI PARLARE DI PACE, DI FAR SVANIRE DAI NOSTRI RICORDI IL ROMBO DEI MISSILI, LO SCHIANTO DELLE BOMBE, IL GRIDO DI BAMBINI MUTILATI SENZA COLPA ALCUNA.. BARACK OBAMA, ANCORA PIU’ SPLENDENTE SOTTO QUELLA PELLE NERA IN CUI TUTTI DOVREMMO RICONOSCERCI IN UNO SPIRITO DI UGUAGLIANZA, ALMENO PER RIPARARE LE TANTE UMILIAZIONI RAZZISTE INFLITTE DALL’OCCIDENTE AL POPOLO DI COLORE…
EPPURE, SOTTO LA NOSTRA PELLE BIANCA, QUANTE ANIME PIU’ NERE DELLA PECE SI NASCONDONO…
SONO FRESCHE NELLA MEMORIA COLLETTIVA LE IMMAGINI CHE HANNO IMMORTALATO IL DISAGIO DI QUALCHE PRESIDENTE NOSTRANO, AL CONVEGNO DEI GRANDI, NEL DOVER STRINGERE UNA MANO DI UN ALTRO COLORE…
 
“A quelli che vogliono distruggere il mondo dico che li distruggeremo, e a tutti quelli che si chiedono se ancora esiste una luce in America abbiamo dimostrato che la nostra forza non dipende dalle nostre armi, ma dalla nostra speranza. Questo è il vero genio del nostro paese, la dimostrazione che può cambiare…..”

Sembra essere usciti da un incubo, si, l’incubo di un’ennesima decisione di guerra, l’incubo di veder partire i nostri figli restituiti dalle bare coperte dal tricolore…

Quanti anni, decenni, vissuti sotto l’arroganza dei signori della guerra, coloro che sono sempre rimasti sordi, insensibili perfino ai tanti accorati appelli di Papi, come il compianto Wojtyla, cui voltarono la faccia anche nel giorno del suo trapasso, pur presenti sul sagrato di San Pietro, ma ansiosi nel correre a riprendere ciascuno le proprie postazioni di guerra.

E nell’avvicendarsi dei nostri Governi, fino a ieri, mai si è indebolito quell’ occulto e diabolico patto scellerato, in alleanze di morte, di devastazione, di avidità di armi e di denaro.

La vittoria di Obama, forse mi farà amare un Paese di cui ho sempre avuto paura, e non solo per la cultura della guerra,, della morte, ma anche per le tante divisioni, emarginazioni, schiavitù, disprezzo della dignità di chiunque avesse la pelle nera.

Un comportamento contagioso nel mondo, una mentalità che ancor oggi dilaga da un paese all’altro, esasperando l’odio, e le tante evidenti contraddizioni, che da un lato hanno visto un leeder di destra con la kippà (papalina ebraica), e dall’altro militanti nello stesso partito, uccidere a sprangate chi altro appellativo sembrava non avere se non lo storico “sporco negro”…

Eppure, quelli che hanno resistito alle persecuzioni razziste, e si son fatti valere nelle nostre Università, o in altri ambiti della cultura, dell’arte, della musica, hanno superato di gran lunga i cosiddetti nostri “cervelli”, senza mai disdegnare, per pagarsi gli studi, di accettare i lavori più umili, con ritmi di schiavitù, lavori che nemmeno il più povero degli Italiani accetterebbe di fare, preferendo piuttosto la fame.

Sono trascorse poche ore dalla vittoria di Obama, eppure da un continente all’altro giunge la brezza di un venticello di speranza, e per la prima volta sento nascere in me, il desiderio di prendere un volo diretto verso l’America…
Tante volte ho pensato a questo viaggio, ed altrettante volte un brivido mi correva lungo la schiena, come un avvertimento che forse non era giunto il momento di visitare quel Paese, per la mia sensibilità…
E immaginavo quale sarebbe stata la mia reazione, nel vedere da vicino che una persona con la pelle scura non poteva entrare in certi quartieri, in certi locali, come se avesse la lebbra…

Ora, si sente dietro l’angolo, un cambiamento radicale, e chissà che il coraggiosissimo Obama, non sia il Presidente che abolirà la pena di morte…
Sono certa di interpretare in questa speranza, il pensiero e le attese della maggior parte dei cittadini di tutto il mondo, ed Obama i numeri per un gesto così eroico, per quanto semplice, umanitario, questi numeri sembra averceli davvero…

Anche nel nostro Paese, sebbene “ob torto collo”, qualcuno sarà costretto a fare buon viso a cattivo gioco, per non correre il rischio della impopolarità, od evitare di mettere a nudo la propria coscienza e scoprire che è nera anche quella.

I nostri figli non saranno più costretti, da un giorno all’altro, a salutare madri, padri, mogli, bambini, millantando un sorriso che è missione di pace, con la morsa nel cuore di chi sa bene di partire per la guerra.

E i traffici insani diminuiranno a vista d’occhio, soprattutto se parliamo di armi, perché Obama l’ha già detto, che la forza di un paese non dipende dalle armi, ma dalla speranza.

Anche le Mafie sarà più facile combatterle: ciascuno abbraccerà la propria croce, ma circoscritta al proprio territorio, non più nell’indomabile scambio da un oceano ad un altro di affari sporchi, di intrecci indissolubili cementati dal ricatto sotto i sorrisi immobili da dentifricio al super-fluoro adatto per bruciare il cervello di chi non deve capire.

Spenderemo di meno, c’è da scommetterci, perché ai nostri Governanti non piacerà stringere troppo spesso la mano scura del Presidente degli Stati Uniti, ci si limiterà alle visite diplomatiche, per pura cortesia, ma di certo il tempo dei cow-boy e dei saloon’s si è finalmente concluso e speriamo per sempre….

Il sorriso di Obama ricorda quello del giovane Kennedy, aperto, carismatico, solare, un sorriso che purtroppo non visse a lungo, sostituendosi al grigiore di ben altri poteri.

Ed Obama avrà calcolato il rischio della sua candidatura: è un uomo consapevole e per questo merita il sostegno del mondo intero, quel mondo che vuole globalizzare i valori dell’uguaglianza tra i popoli, i valori della pace e della solidarietà.

Con Obama, oggi l’umanità, volterà finalmente pagina… Inizia una nuova era…

Mercoledì 5 Novembre 2008

Gabriella Pasquali Carlizzi

 

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