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di Matteo Mantovani - Lunedì 27 Luglio 2009

CADE DALLA BICICLETTA… UNO STRANO INCIDENTE CHE SI TINGE DI GIALLO…
E LA MADRE DI ANDREA MAGNONI, IN COMA PRESSO L’OSPEDALE DI SONDALO GIA’ DALLO SCORSO 13 LUGLIO, VUOLE VEDERCI CHIARO E INGAGGIA UN INVESTIGATORE… IL NOME?
TOP SECRET… MA CI RACCONTA I FATTI COSI’ COME DA LEI VISSUTI IN PRIMA PERSONA… EFFETTIVAMENTE I CONTI NON TORNANO…
ORA E’ IL CASO DI DIRE: “CHI SA PARLI… PERCHE’ QUALCUNO, INCONSAPEVOLMENTE HA GIA’ PARLATO…”

E’ la sera del 13 luglio, quando la signora Vincenza Giuseppini è nella sua abitazione di Roma, e riceve una telefonata sul proprio cellulare, proveniente dal telefono cellulare del figlio Andrea.

“Signora, siamo della Polizia Stradale, suo figlio Andrea ha avuto un incidente con la bicicletta…
Quelli del 118 lo stanno soccorrendo… il ragazzo è rigido… non risponde… Le diamo i numeri dei colleghi, così le diranno in quale Ospedale lo porteranno…”

E’ l’inizio di un dramma, un dramma che vivono purtroppo ogni giorno tante mamme, momenti in cui si pensa solo e unicamente alla vita.. o alla morte .. e si ripercorrono i ricordi di una nascita, delle tante emozioni che ci accompagnano nel ruolo di genitori… la prima parola, il primo giorno di scuola, i primi amori, le contestazioni, fino a quando i nostri figli sono grandi…

Il tempo di avvertire l’ex marito, e le altre due figlie, e poi salire in macchina per viaggiare tutta la notte fino a giorno inoltrato e correre al capezzale di un giovane di soli 30 anni, che lotta tra la vita e la morte, nel Reparto di Rianimazione dell’Ospedale di Sondalo.

Andrea è in coma, è come al momento dei primi soccorsi…
La mamma chiede a chiunque come possa essere accaduto, ma il medico che lo ha accolto non lo sa, tante ipotesi, anzi dice che in ospedale hanno saputo dell’identità del ragazzo dopo due ore dal ricovero…
Sarà vero ?

Eppure chi ha avvertito Vincenza era in possesso dei documenti di Andrea, ed anche del cellulare, peraltro intatto, dal quale ha ricavato il numero della mamma…

Certo che la botta che ha ridotto in questo stato il giovane, appare abnorme per essere stata provocato da una caduta casuale dalla bicicletta.

Il giorno dopo i familiari si recano presso la Polizia Stradale, e insieme agli agenti vanno sul luogo dell’incidente.
Effettivamente il percorso è assai impervio, e i segni della improvvisa frenata delle bicicletta sono evidenti.
Siamo in prossimità di un dosso, peraltro segnalato. Tuttavia, qualcuno esperto, in via riservata ha ipotizzato che Andrea abbia freanto in quel modo, quando si è visto venire contro un altro veicolo... Ha forse tentato di evitare di essere investito? Dunque la tragica caduta potrebbe essere stata indotta da chi resta nell'ombra?

All’Ospedale dicono che forse si è schiantato contro un albero.

Ma notizie precise non ve ne sono sulla dinamica dell’incidente, molti particolari strani tuttavia emergono poco a poco.

Sembra che la bicicletta sia stata ritrovata appoggiata con cura ad un muro, prima che la Polizia Stradale, intervenuta, la portasse al deposito giudiziario, ove è stata subito restituita ai parenti di Andrea.
Forse trattenerla di più per una perizia… un eccesso di zelo?

La bicicletta è intatta, sembra che nemmeno si sia accorta dell’accaduto, addirittura chi l’ha rinvenuta racconta alla signora Vincenza di averla trasportata a mano per un tratto, e che anche le ruote giravano normalmente.

Qualcuno dice che il casco sia volato via, e per questo Andrea ha poi sbattuto la testa ferendosi e riportando anche fratture multiple scomposte alla parte sinistra del volto.

Vincenza ci riferisce che quando le sono stati consegnati gli effetti personali di suo figlio, tra cui il casco… “dentro era sporco di sangue”…

Strano… si era giustificata la botta subita da Andrea, perché senza casco, essendo questo presumibilmente volato a causa della brusca frenata…
Dunque il casco sarà finito da qualche parte a terra mentre il giovane si fracassava e si feriva sbattendo contro un albero, o l’asfalto… in ogni caso, l’impatto era diretto, senza casco…

E allora come faceva ad esserci il sangue nel casco?

Il casco poi, a detta della signora Vincenza, sembra sia stato rinvenuto ancora allacciato nel punto della chiusura, ma erano slabbrate le cinghie laterali, da un solo lato, come se qualcuno vedendo “volare” il ragazzo, si fosse poi avvicinato e costatando il sangue abbia provato a sfilargli il casco allentando le cinghie… magari la chiusura era bloccata, chissà?

Alla signora Vincenza ripetono e confermano che un signore che passava di lì con un furgoncino, accortosi che Andrea giaceva a terra ha chiamato i soccorsi.

Sui giornali locali del giorno dopo, il 14 luglio, la notizia viene riportata, come potete leggere qui di seguito:

LA PROVINCIA DI SONDRIO

Ciclista cade a San Salvatore
Ora lotta tra la vita e la morte

Difficili le operazioni di soccorso, nei boschi, a quota 1300 metri

Albosaggia - Impegnativo intervento di recupero quello effettuato intorno alle 19 di ieri dal personale del 118 di Sondrio. Dai monti sopra Albosaggia, infatti, è giunta una disperata richiesta di aiuto. Un ciclista è stata trovato riverso a terra, lungo la ripida, sebbene asfaltata, strada che dal paese, all'altezza del castello Paribelli, si inerpica fino a San Salvatore, a circa 1300 metri di quota.
Il ciclista, di cui ci sono note solo le iniziali, A.M., 30 anni, residente a Roma, è stato rinvenuto privo di coscienza, in condizioni apparentemente disperate, da un motociclista che si trovava a transitare in zona e che ha subito lanciato l'allarme alla centrale operativa del 118 di Sondrio. Immediate sono scattate le operazioni di soccorso, non facili anche per via del fatto che si trattava di raggiungere una zona parecchio impervia, immersa nella folta vegetazione, dove il transito dei mezzi di soccorso non è propriamente agevole.

Tant'è che è stato richiesto anche l'intervento del personale dell'elisoccorso portatosi sul posto per cercare di accelerare il più possibile l'intervento, la cui tempestività è fondamentale rispetto ad una situazione tanto critica. Medico, infermieri, volontari del soccorso, quindi, una volta giunti sul posto, hanno valutato il paziente decidendo per il suo trasferimento immediato nel reparto di Rianimazione dell'ospedale di Sondalo dove è giunto intorno alle 20.30. Vivo, ma in prognosi riservatissima, tant'è che il codice di invio era decisamente rosso indice di una gravità molto marcata. Le prossime ore saranno, quindi, decisive rispetto alle condizioni dello sfortunato appassionato delle due ruote.

Elisabetta Del Curto

 

La signora Vincenza, chiede agli Agenti di poter contattare il motociclista che ha soccorso Andrea, per ringraziarlo, dato che se nessuno fosse passato di lì, Andrea sarebbe sicuramente morto.

Unanime la risposta dell’Ispettore F. e i colleghi della Polizia Stradale:
“Ma quale motociclista? I soccorsi sono stati chiamati da un signore che passava lì per caso con un furgoncino…E questa persona non vuole che si faccia il suo nome, quindi non possiamo metterla in contatto con lui…”

A quel punto Vincenza mostra i giornali all’Ispettore, e fa notare che c’è scritto che Andrea “è stato rinvenuto privo di coscienza, in condizioni apparentemente disperate, da un motociclista che si trovava a transitare in zona e che ha subito lanciato l'allarme alla centrale operativa del 118 di Sondrio.“.

E ancora: “Ma non dia retta a quello che scrivono i giornali… sono tutte bugie… le cose sono andate come gliele stiamo riferendo…”

Passano alcuni giorni, ma il sesto senso di una mamma non consente a Vincenza di accontentarsi delle versioni ufficiali, e così contatta un vecchio amico del Viminale, il quale a sua volta la indirizza a qualcuno, che “vecchio del mestiere”, imbastisce in quattro e quattrotto qualche “trappola” … scoprendo che…

Chi sia il bravissimo “Mister X” non ci è dato saperlo, ma abbiamo prova sufficiente per poter confermare che effettivamente sul posto c’era un motociclista… come dovrebbe essere possibile riscontrare dalle registrazioni del 118…

Alla signora Vincenza qualcuno ha anche detto, che spesso queste registrazioni vengono tenute per pochi giorni e poi distrutte come da prassi.

Tuttavia, così come esistono i videoamatori, nel caso di Andrea qualcuno era presumibilmente sintonizzato “abusivamente” sulla linea del 118 riuscendo a seguire tutte le operazioni di soccorso e forse se fino ad ora non si è fatto avanti ufficialmente, è perché teme di incorrere in qualche sanzione giudiziaria.

Qualcun altro però, dovrebbe uscire allo scoperto, il motociclista. Costui tanto bravo ad indicare a distanza dove i soccorritori dovevano dirigersi, “voltate di qua, poi voltate di là…”, fino a recuperare il corpo privo di sensi del ragazzo, per quanto a dir poco “negligente” nel presentarsi alla mamma di Andrea e raccontare qualcosa che temiamo si voglia nascondere…

Dovremmo sperare che Andrea quando uscirà dal coma, ricordi, ma se i nostri timori sono fondati, potremmo trovarci di fronte ad un fenomeno mnemonico di “rimozione”, o ad un fenomeno di ricordi indotti mediante tecniche in uso a taluni particolari apparati… quando si vuole proteggere la verità dalla verità…

Chissà se il motociclista della cui presenza siamo certi, è un privato cittadino o altro….?

Coraggio signora Vincenza, non si arrenda, questa verità è preziosa quanto la vita stessa del suo Andrea!
Abbia fiducia, vedrà che quando leggeranno il nostro articolo, qualcuno lo invierà alla Procura della Repubblica di Sondrio, magari gli stessi medici che lo stanno curando con amore… e in ogni caso, può presentare un esposto lei stessa…

Matteo Mantovani

Pubblichiamo qui di seguito la liberatoria pervenutaci dalla mamma di Andrea, sig.ra Vincenza Giuseppini

Vincenza Giuseppini

Roma, 27/07/2009

Dottor Matteo Mantovani
Redazione
ROMA

Oggetto: Liberatoria per la pubblicazione articolo.

Egregio Dottor Mantovani,

con la presente la ringrazio per aver pubblicato l'articolo da me richiesto, e nel quale lei ha fedelmente riportato ciò che le ho riferito nell'intervista autorizzata e registrata.
La prego di informarmi su qualunque reazione le provenga da qualunque parte, in modo da consentirmi, nel mio pieno diritto di madre, di agire in tutte le sede competenti, a tutela della mia libertà di pensiero e di azione.
Le confermo anche di essere stata io ad autorizzare che fosse pubblicato il mio nome, nonché la foto e il nome di mio figlio, già peraltro pubblici in internet.
A conferma di ciò, le basterà digitare sul motore di ricerca Google, il nome e il cognome di mio figlio, e potrà facilmente giungere alla sua identità, essendo lo stesso iscritto a Facebook.

Grazie ancora per avere aderito alla mia richiesta.

Distinti saluti

Vincenza Giuseppini

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