GIUSTIZIA : IL DIZIONARIO ITALIANO LA DEFINSCE COSI' : “VIRTU' MORALE CHE CONSISTE NEL RISPETTARE I DIRITTI ALTRUI E NEL RICONOSCERE A CIASCUNO CIO' CHE GLI SPETTA”
SI DICE: “LA GIUSTIZIA ITALIANA E' MALATA”, MA NESSUNO CI INFORMA SULLE CAUSE DI QUESTA MALATTIA CHE SEMBRA DISTRUGGERE SEMPRE DI PIU' I PREZIOSI “ANTICORPI” DEL DIRITTO ... PROVIAMO A FARE UN PO' DI AUTOCRITICA.
Giustizia e diritto: un binomio che dovrebbe essere inscindibile se potessimo sentirci garantiti della certezza del diritto, valore questo sul quale pare si voglia versare l'antica “scolorina” per cancellarne anche le traccie. In tema di giustizia possiamo ben parlare dell'Italia degli scontenti, l'Italia. Ma quale Italia? Quella della gente normale, delle persone ragionevoli, degli onesti, di coloro che tutto sommato, dalla Legge sperano di ottenere se non La Giustizia almeno un po' di giustizia.
È una considerazione amara, la nostra, ma dopo quasi vent'anni di attività professionale e dopo aver assistito ai diversi filoni di indagini sviluppatesi in questo periodo dalle "Anonime Sequestri" del Giudice Imposimato, alle "auto Bleu" di Pazienti, dalla lottaa alle organizzazioni del narcotraffico di Sica, alla "Tangentopoli" di Di Pietro, ci pare che in questo paese ci sia bisogno più che della Giustizia, di una giustizia.
Tutto sommato, se gli antichi padri della filosofia e della storia hanno sempre ribadito ed affermato, nel corso dei secoli, l'importanza essenziale ed irrinunciabile di assicurare al governo dell'uomo' un sistema di sanzioni e di norme che garantisse da un lato, la conviventa sociale e' dall'altro la supremazia dell' ordine democrarico sulle esigenze dei singoli, vi sarà pure un motivo.
E quale se non quello di evitare ad ogni costo, che l'esercizio (arbirrario o meno, non importa) delle ragioni dei singolo si consolidasse in un sistema nel quale il concetto di giustizia finisse con l'identificarsi con la supremazia dei più forte?
Eppure,lo spettatore delle ultime vicende italiche non credo che possa ricevere una sensazione così positiva della giustizia.
Personalmente. almeno, non ho questa impressione.
Un piccolo esempio: ,il nuovo codice di procedura penale ha introdotto la novità processuale della par condicio delle parti che, in parole povere, equivarrebbe all' attuazione (finalmente!), degli antichi principi secondo i quali deve presumersi l'innocenza dell'indagato fino alla condanna definitiva e soprattutto, che durante tutte le fasi processuali, l'Accusa e la Difesa hanno pari diritti ed obblighi. Si tratta, evidentemente, di un successo dei principi democratici e di quelli ancor più importanti, rappresentati dai diritti inviolabili dell'individuo che finalmente. vedono il loro riconoscimento in una legislazione fino a poco fa, ancora regolata da un codice di chiara ed inequivocabiIe ispirazione fascista.
L'approvazione del nuovo codice di procedura penale, quindi, si pone come uno dei passi fondamentali conquistati dalla Prima Repubblica.
A ben guardare, i riflessi pratici della normativa, addirittura, hanno superato ogni immaginazione degli stessi operatori del diritto. Finalmente, abbiamo assistito alla cancellazione dell'arcaico istituto della carcerazione preventiva - divenuta ormai l'anticamera della condanna - di quell'assurdo dell'interrogatorio obbligatorio dell'imputato da parte dei P.M. - causa di umilianti attese avanti le stanze dei magistrati inquirenti - e soprattutto, la possibilità di accedere al registro degli inquisiri tenuto da ciascuna Procura della Repubblica - fattore di incredibili fughe di notizie che trovavano nel facile gioco scandalistico di alcuni organi d'informazione, causa di ancor più umilianti e gravose vicissitudini per gli accusati.
Questi istituti e scusate se mi ripeto, sono stati finalmente ,sostituiti con: a) la custodia cautelare da applicarsi solo in caso di pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o di previsione dei compimento di ulteriori reati da parte dell'indagato; b) : la facoltà per l'indagato, di chiedere al P.M. di potersi presentare spontaneamenre e fornire spiegazioni; c) l'assoluta segretezza, persino per gli indagati e gli stessi difensori di questi, delle iscrizioni penali nel registro delle notizie di reato.
L'effetto di una cosi sconvolgenre riforma è sotto gli occhi di tutti e non merita, da parte mia alcun commento: la popolazione carceraria è aumentata del 30% rispetto a quella dei 1989, quelli che non vengono "custoditi cautelarmente", nella prassi, sanno di essere stati indagati solo dopo il ricevimento della richiesta di rinvio al giudizio davanti al Tribunale (ad indagini chiuse ormai), non potendo così avvalersi della presentazione spontanea al P.M. Anche perché non possono essere a conoscenza dell'esistenza di un'indagine che li riguarda ed infine, è del tutto normale che un P.M. minacci l'arresto di un Presidente dei Consiglio dei Ministri o peggio, annunci che gli arresti dei Tizio o dei Caio siano in corso diffondendo i relativi dettagli a stampa, televisione. radio e presumiamo, ma non ne siamo sicuri, per internet.
E non tentate di chiarirvi le idee andando a cercare la parola "riforma" nel vocabolario, perché rimarrete delusi dall'apprendere che ciò significa "modificare, adeguando a nuove esigenze".
Riflettendoci un attimo, dovremmo esserne terrorizzati ?
Sabato 9 Agosto 2008
Gabriella Pasquali Carlizzi
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