Quanto si stà verificando tra i politici della giustizia e la Magistratura è un segnale che deve allarmare l'opinione pubblica, la quale può evitare con la propria sovranità l'epilogo disastroso di questa repubblica. Sembra quasi di assistere all'esecuzione di una vendetta annunciata e ratificata da certi poteri politi fin dall'inizio di Tangentopoli; ricordo io stessa le parole proferite dal giornalisla parlamentare V.O.: “Un giorno Di Pietro pagherà amaramente quanto stò facendo e lei, che lo difende prima o poi salterà in aria con tutta la macchina”. Quella sera purtroppo saltò in aria il giudice Borsellino.
Riteniamo, alla luce di questi fatti, che sia giunto veramente il momento di alzare la voce degli onesti, di ridare forza all' operato dei magistrati che aldilà degli errori che possono aver commesso - ma chi può definirli infallibili? - hanno rischiato e rischiano ancor oggi la propria vita e quella delle proprie famiglie? E' il momento di scegliere una sola via da percorrere, poiché non possiamo permetterci di seguire due padroni. E. tale scelta dovrà fondarsi su dati di fatto certi, e in tal senso l'orientamento degli italiani non potrà che essere ancora quello che ha visto in questi anni le speranze di un paese risanato dall'azione ferma e coraggiosa di alcuni magistrati svincolati dal condizionamento del potere.
E' vero, negli ultimi tempi si è avvertita una sorta di indebolimento, veleni e controveleni all'interno di quei corridoi che oggi appaiono svuotati non tanto dalle denunce ma piuttosto da quegli entusiasmi che animarono la solidarietà tra giudici e cittadini decisi a rivalutare nella morale questa bell'Italia. E' bastato forse un momento di perplessità rispetto a certi nomi eccellenti e rieletti dal popolo italiano, a far sì che se ne approfittasse dall'alto di quei pulpiti utilizzati per lanciare minacce e avvertimenti anziché lodi ed incoraggiamenti.
Eppure noi vogliamo rappresentare l'Italia che scende in piazza poiché anche il pane è una precarietà, l'Italia che manifesta la delusione di promesse tutte vanificate un momento dopo la presa di potere, perché di questo si è trattato, di una vera e propria presa di potere con sistemi apparentemente democratici.
Vogliamo dire ancora una volta ai giudici, coraggio, se si deve morire é meglio morire di gloria che di paura, coraggio, non vi fermate, l' errore è stato in quella maledetta proposta di soluzione, cancelliamo l'incidente e riprendiamo a camminare verso la libertà.
E a politici e “portavoce” dei quali bisognerebbe rievocare la discendenza per comprendere da quali pulpiti partono certe parole, ebbene a costoro diciamo, ravvedetevi, noi non vogliamo essere garantiti da quanto proviene dalle logiche del malcostume, preferiamo morire di paura ma assicurare ai nostri figli un futuro senza compromessi e ricatti, un futuro pulito ove all'onesto lavoro corrisponde il giusto compenso.
Basta con questo spettacolo vergognoso di accuse e controaccuse, ora è il tempo di fatti e gli unici fatti degli ultimi quarant'anni, sono stati quelli di chi ha annunciato solo contro tutti una giustizia pulita.
Sabato 9 Agosto 2008
Gabriella Pasquali Carlizzi
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