Una, dieci, cento, mille……vite umane sul mercato delle multinazionali… quando la morte travestita da farmaco miracoloso, raggira l’ultima speranza di una donna…. che non immagina cio’ che ha tuttavia firmato fidandosi di quei camici bianchi che pur avvertendola di qualche blanda reazione all’ultimo ritrovato della scienza, non le diranno mai che la guarigione del suo carcinoma, le costera’ la vita per l’insorgere di effetti collaterali che la porteranno alla morte con la crudelta’ di una neuropatia… dove si nasconde il “mostro” e la mostruosita’ di un patto scellerato?
“L’esperienza di una malattia grave come questa, è totalmente nuova nella mia vita.
Ho 58 anni e sono sposata da 33…conducevo una vita dinamica e senza alcun problema di salute.
Un anno e mezzo fa vidi una piccola piaga nel seno. Pensai ad un’allergia al tessuto del reggiseno, e subito, con una semplice pomata, scomparve.
La piccola piaga però non si rassegnò, ricomparve e con la pomata tornò a sparire per poi manifestarsi di nuovo.
Ad aprile di quest’anno ricomparve in una forma totalmente differente: da prima era molto più grossa e provocò anche una forte infiammazione al seno.
Fui inviata al reparto di oncologia dell’Ospedale di Carpi. I medici dopo un’accurata visita, mi dissero che poteva trattarsi di una forma tumorale, e mi sottoposero a tutti gli esami necessari.
La Dottoressa che mi sta seguendo mi consigliò di iniziare immediatamente la terapia prevista per sei mesi e che terminerà con un intervento chirurgico.
E’ difficile descrivere il mio stato d’animo in quel momento. Non c’erano alternative alla diagnosi.
Ero ormai entrata in un tunnel scuro del quale non vedevo l’uscita, e cercavo di immaginarmi come avrei continuato la mia vita, con i miei familiari e con il mio lavoro, che mi costringe a viaggiare spesso. Poi pensai anche ai cambiamenti fisici dovuti alla chemioterapia.
Mi sentivo inutile e impotente di fronte a questa malattia. Osservavo con smarrimento, i volti degli altri malati, e la testa rimbombava di una domanda senza risposta: “Perché tante persone sono colpite da questo male?”
Conobbi le infermiere che stanno tutto il giorno con persone di stato d’animo differente, e che per tutti hanno un gesto adeguato, con pazienza e generosità.
Trovai un’equipe medica sempre disponibile a darti una mano quando hai bisogno di dialogare.
Mentre scrivo ho superato la terza terapia, il mio viaggio è ancora lungo, ma cerco di farmi coraggio per arrivare in fondo al tunnel.
Sino ad ora sono riuscita a salvaguardare sia la vita di famiglia che il lavoro, e questo mi ha aiutato in un certo modo a convivere con la malattia.
Nel frattempo ho familiarizzato un po’, anche con gli altri pazienti, persone come me, non ombre contro una parete, e riconosco in loro anche la mia forza….. così sono cambiata, non mi importano più molte cose superficiali, ma cerco di vivere stando vicino ai mei cari, e cercando di cogliere sempre un lato positivo che, per quanto piccolo, esiste sempre.
Spero che gli scienziati possano trovare il prima possibile un rimedio per liquidare questa malattia, così come si fa con l’influenza.
Nel frattempo raccolgo le cose che la vita mi regala…….. e vado avanti……”
GENNAIO 2008
Gabriella Carlizzi parte da Roma diretta verso Carpi.
Lì è attesa da un regista per realizzare un DVD sull’inchiesta giudiziaria denominata “Il Mostro di Firenze”, un lavoro impegnativo e che le richiederà di sostare nella cittadina qualche tempo…..
Un tempo che si rivelerà ben presto sufficiente a scoprire un altro “Mostro”, una belva affamata anch’essa delle vite altrui, nonostante si presenti come il “Salvatore”, o l’ultima spiaggia per chi casualmente si è trovato nel tunnel che porta alla morte, attraverso un percorso obbligato, senza un bivio, senza la possibilità di tornare indietro, dove l’unica speranza si confonderà dentro un liquido bianco introdotto goccia dopo goccia nelle vene, a diretto contatto con la linfa della vita, il sangue ormai guasto, lacerato da cellule intruse, portate lì da un nemico ancora dal volto coperto, e del quale si conosce solo il nome….. fa paura…… CANCRO….
Chi scrive è Gabriella Carlizzi, e dunque il mio racconto proseguirà in prima persona.
La testimonianza riportata sopra, e ricavata da un libro “ Libere di vivere…” che il Reparto di Oncologia dell’Ospedale di Carpi ha pubblicato con il sostegno di sponsor quali la Banca Popolare dell’Emilia Romagna, mi apparve interrotta, come se aleggiassero nella mente e nell’anima di questa donna, molti dubbi, dubbi che voleva tenere per sé, ma che erano riconducibili forse alle modalità delle cure mediche cui fu sottoposta, con l’insorgere della malattia…
.
D’altra parte, non avevo elementi per risalire alla persona, al fine di apprendere dalla sua viva voce, come in realtà si erano svolti i fatti, in ambito sanitario, e se c’era qualcosa che in lei destava sospetti…
.Il mio personale pensiero nasceva da quell’ultima frase riportata nel racconto della signora: “Nel frattempo raccolgo le cose che la vita mi regala… e vado avanti…” .
La mia sensazione era quella di una “resa” e non certo di chi, forte di concrete speranze date dalla terapia, era pronta a combattere e debellare sul campo il nemico.
Accadde una sera, che durante una fase delle registrazione del mio Dvd, un amico del regista entrò in studio, e così ci presentammo e subito si stabilì un vicendevole rapporto di cordialità e di possibili prospettive di collaborazione, essendo egli stesso interessato al mio progetto editoriale.
Alla fine della registrazione, andammo tutti insieme a mangiare una pizza, e fu lì, a tavola, che mi accorsi di una segreta intima tristezza che traspariva dallo sguardo di questo nuovo amico.
Capii anche che se gli avessi chiesto il motivo di quanto a me non era sfuggito, avrebbe avuto difficoltà ad aprirsi, ma qualcosa prima o poi mi avrebbe dato il coraggio di chiedergli: “Cos’è che ti turba?”
Infatti alcuni giorni dopo, approfittai che era più cupo del solito, la mia domanda uscì spontanea, ottenendo come risposta, dopo alcuni minuti di silenzio che mi sembrarono interminabili, una domanda da parte sua: “Gabriella, se tu avessi un segreto, e da un lato vorresti confidarti con qualcuno, ma dall’altro la persona che ti ha messo a parte di una certa cosa ti ha fatto promettere che non avresti detto nulla a nessuno, come ti comporteresti?”
Capii che il suo tormento era qualcosa di molto serio, e percepii che il primo aiuto di cui aveva bisogno, era proprio quello di dividere il suo segreto con qualcuno, non riuscendo più a portarlo sulle sue sole spalle.
Ci sedemmo nel salotto dell’Hotel dove ancora oggi alloggio, a distanza di due mesi, e non volevo credere a quanto tuttavia ascoltai: era la confidenza di un figlio che ha la madre malata di cancro, ma nelle sue parole riconobbi virgola per virgola la testimonianza di quella signora….
Gli chiesi di farmi conoscere sua mamma, e poco dopo, me la presentò, lasciandoci sole in totale riservatezza.
Il nostro colloquio durò a lungo, ed io ebbi finalmente modo di leggere la cartella clinica, ed ogni altro referto che ella portava gelosamente nella sua borsa, forse temendo che qualcuno della famiglia, scoprisse quanto nemmeno al figlio aveva detto.
Più leggevo e valutavo le modalità di terapia cui questa poveretta era stata sottoposta, e più avrei voluto correre da un Magistrato e denunciare uno dei casi più mostruosi di malasanità.
In realtà in passato io avevo frequentato la facoltà di medicina e dunque ero in grado di poter riconoscere non solo incuria ed errori, ma quel che più mi colpiva, era la consapevolezza che ancora una volta mi trovavo di fronte ad un essere umano, usato come cavia…
Mi rendevo anche conto che in certi casi i sanitari si tutelano facendo mettere firme su firme al paziente che nulla sa di cosa si fa carico, autorizzando di fatto ad essere oggetto di sperimentazione, con tutte le conseguenze del caso, fino alla morte stessa.
Feci le fotocopie di alcuni referti, e avviai una ricerca su un particolare farmaco, di una delle più note multinazionali, grazie alla somministrazione del quale, si sarebbe potuta evitare una terapia chirurgica, dunque invasiva, con l’asportazione della mammella, e le conseguenti applicazioni dei chemioterapici tradizionali ed esenti da effetti collaterali.
Tra l’altro il caso della signora, presentatosi non col solito nodulo scoperto facendo la doccia, bensì con un processo di ulcerazioni al capezzolo, non lasciava alternative ad un immeditata rimozione della neoplasia con asportazione radicale del seno e forze anche una soppressione dell’apparato genitale.
Fatto sta, che alla donna nulla fu praticato di quanto sarebbe stato obbligatorio, bensì su costei fu sperimentato il farmaco killer che seppure avrebbe ottenuto una minima riduzione della massa neoplastica, sul piano degli effetti collaterali aveva provocato una delle forme più gravi di neuropatia, al punto che la signora fu in breve tempo costretta ad interrompere il proprio lavoro fonte di sostentamento per l’intera famiglia, perdendo progressivamente ogni autonomia, dalla guida dell’automobile, alla stabilità dell’orientamento, riduzione della vista, e nonché dell’uso degli arti inferiori e superiori….
Di fronte a tale reazione, fu ricoverata nuovamente nel marzo del 2006, e dimessa dopo una settimana, apparentemente migliorata, ma con una diagnosi di metastasi cerebrali, senza naturalmente alcun accenno al fatto che ciò che veniva definito “metastasi” era presumibilmente la prova evidente della neuropatia causata dal farmaco che mai avrebbe dovuto assumere.
E come se non bastasse, in fase di dimissioni, le veniva prescritta una terapia tra i cui farmaci, ve ne era un altro, sempre prodotto dalla stessa multinazionale, che già da tempo finì in uno scandalo internazionale con il sequestro proprio di questo altro prodotto!
Come è possibile, mi chiesi, l’unica vergognosa spiegazione può solo essere quella che nonostante i sequestri dal mercato di taluni farmaci, questi vengono ugualmente prescritti, fino all’esaurimento delle giacenze….. Ma allora, a monte di uno scempio della vita umana a certi livelli, tra la multinazionale e alcuni apparati della Sanità pubblica devono sicuramente essere state sottoscritte delle convenzioni con chissà quali passaggi di denaro…..? Il mio sospetto era è più che giustificato, e assai oltre il cosiddetto “ragionevole dubbio”.
Naturalmente, la signora non si trovò da quel giorno invalida a causa della neuropatia postchemioterapica, ma dagli esami relativi all’efficacia del farmaco miracoloso, è stato riscontrata (così le fu detto) una totale inefficacia e aggravamento della neoplasia infiltrante e con metastasi diffuse, così come non si sarebbe verificato se si fosse proceduto con i metodi tradizionali obbligatori nel suo caso specifico.
Il mio scrupolo fu tuttavia così profondo, che sentii la necessità, pochi giorni fa, di prendere un appuntamento con il Primario che l’ha in cura fin dall’inizio, al quale non feci alcun riferimento al fatto che io conoscessi già la signora, ma mi limitai, nella mia veste di giornalista, a chiedergli un’intervista che mi fu subito rilasciata presso l’Ospedale stesso.
E’ evidente che io mi ero preparata domande specifiche e relative a casi “generici” (inventati) per non insospettirlo ma totalmente identici nelle loro caratteristiche cliniche al caso della mia “paziente e amica”.
Il Primario accettò che io registrassi l’intera intervista, anche se prudentemente mi feci accompagnare dalla mia segretaria Elisa Antonelli, al fine di avere un testimone.
Ebbene, come la magistratura inquirente potrà ricavare dalla registrazione, il Primario ha negato di avere nella sua casistica un caso come quello della signora.
Non solo, ma quando sempre genericamente ho avanzato domande relative al farmaco che eviterebbe terapie invasive con asportazione della mammella, costui ha rifiutato più volte di parlare di farmaci chemioterapici, e tanto più dei devastanti effetti collaterali, che anche se fosse debellato il tumore, provocherebbero per cause diverse la morte della persona.
Il Primario tuttavia, ha assicurato definendola “Alleanza medica”, che prima di decidere la terapia alternativa alla chirurgia, lui e la sua equipe illustrano alla paziente tutti i rischi cui andrebbe incontro, ed è sempre la paziente che ha facoltà di accettare o rifiutare, in uno scambio di reciproca fiducia ed onesta informazione, tali da determinare appunto una alleanza tra il sanitario e il malato.
Alla mia richiesta di come si sarebbe comportato lui di fronte ad un caso come mi era capitato di conoscere in tre diverse donne a Parma (lo depistavo per non insospettirlo), il Primario comunque rispondeva correttamente, secondo la terapia che avrebbe dovuto affrontare la mia amica, cioè quella immediata e chirurgica , e non ha nemmeno sfiorato la benché minima possibilità, che in quel caso si potesse tentare l’alternativa non invasiva mediante il farmaco miracoloso.
Mi dichiarava infatti, esattamente il contrario di quanto, pur non avendo riconosciuto il caso della sua paziente, tuttavia aveva sulla stessa praticato!
Mi congedai ringraziandolo per la sua disponibilità, e dicendogli che mi sarebbe piaciuto partecipare alla ricerca che stavano iniziando per risalire alla causa che vede Carpi con il più elevato numero di carcinomi della mammella.
Pensavo in me, che forse una ricerca del genere avrebbe potuto dare immediati risultati, risalendo alla multinazionale plurinquisita e nota per diversi scandali, al quale intendo fare in modo di aggiungere anche questo per i fatti da me responsabilmente esposti in questo articolo.
Mi restava un’ultima verifica, cercare un documento attestante l’avvenuta convenzione, dietro la quale può presumersi l’esistenza della ormai consolidata prassi delle tangenti, tra la multinazionale con i suoi informatori scientifici e i sanitari che accettano di arricchire oltre che le proprie tasche anche la loro farmacia con prodotti all’avanguardia…. della morte…. (Tanto si sa, il cancro non perdona… e sarebbe difficile distinguere se una persona è morta per il tumore in stato terminale, o per gli effetti collaterali di un patto scellerato…!)
Questo si vedrà…. Se c’è di mezzo una Gabriella Carlizzi, sarebbe bene temere lo scoperchiamento di un altro esempio di malcostume dove la vita umana diventa spazzatura….
Specie poi se Gabriella Carlizzi, continua ad essere fortunata ed aiutata da gente perbene ed onesta, a recuperare quanto sul tavolo degli inquirenti assume la veste della tanto auspicata “prova”…
Ed eccolo il documento…. In tempo quasi reale salta fuori il testo di un Comunicato Stampa, avente come oggetto proprio la convenzione tra l’A. e la G…., per la sperimentazione del farmaco miracoloso, o se preferite il Serial-Killer della ricerca scientifica…..
Oggetto: convenzione A/G.. per sperimentazione nuovo farmaco
Alle redazioni in indirizzo
COMUNICATO STAMPA
Si chiama ed è un farmaco orale cosiddetto “intelligente” che può aprire nuove speranze terapeutiche per le donne affette da un carcinoma mammario con iperespressione di HER-2 (il 20% circa delle 33mila diagnosi annuali in Italia). Una convenzione tra G….., dai cui laboratori è uscita l’importante scoperta che consente in combinazione con c…….. di rallentare di circa il doppio la progressione della malattia nelle donne con un tumore già in fase avanzata, e l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia affida al Dipartimento Integrato di Oncologia e Ematologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena il coordinamento della attività di sperimentazione del prodotto anche in fase precoce, sperimentazione che poggia su 25 tra i principali centri clinici oncologici europei. Il prodotto sarà testato su oltre 200 pazienti volontarie ed i risultati definitivi si conosceranno nel giugno 2009.
(omissis)…Dipartimento Integrato di Ematologia ed Oncologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena nel campo della valutazione di nuovi farmaci contro il carcinoma mammario per testare i risultati di , un farmaco inibitore dei recettori della famiglia E….., implicati nello sviluppo e nella progressione del carcinoma mammario. Il prodotto ha il grande vantaggio di poter essere assunto oralmente.
Frutto della ricerca G….., la molecola apre nuove speranze terapeutiche per le donne affette da un carcinoma mammario con iperespressione di HER-2 (il 20% circa delle 33.000 diagnosi annuali in Italia), che non rispondono più alla terapia standard con(omissis). In uno studio clinico di fase III, presentato poche settimane fa al convegno dell’(omissis), il più importante meeting dell’oncologia mondiale, , attualmente non ancora in commercio, ha infatti dimostrato, in combinazione con (omissis), di rallentare di circa il doppio la progressione della malattia nelle donne con un tumore già in fase avanzata, e che presentavano metastasi (36.9 settimane), rispetto alle pazienti in cura con la sola (omissis)(19.7 settimane), altro inibitore dei ricettori della famiglia E…, che recenti studi hanno dimostrato possedere particolare efficacia in un sottogruppo di pazienti con tumore mammario avanzato.
Una convenzione per avviare la sua sperimentazione controllata è stata sottoscritta nei giorni scorsi fra l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e la G……, che ha messo a disposizione delle strutture di ricerca coinvolte nel progetto, la cui conclusione è ipotizzata per il giugno 2009, la somma di 4 milioni e 768mila euro.
“Sono oggi particolarmente felice – ha commentato il prof. P. F. C. dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia - innanzitutto perché questo accordo ci consente di avere a disposizione per le nostre pazienti uno dei più promettenti farmaci messi a disposizione dalla ricerca farmacologica internazionale e di poterlo studiare in una fase precoce di malattia. In secondo luogo perché il progetto di ricerca è stato interamente ideato dai ricercatori clinici, dai patologi e dai biologi molecolari della nostra Università, mentre una prestigiosa multinazionale farmaceutica, decidendo di supportarlo, ha confermato l’eccellenza dei nostri gruppi di ricerca. Il terzo motivo di soddisfazione poggia sulle caratteristiche di questo farmaco: è un prodotto su cui, giustamente, (omissis)punta molto e i dati sinora ottenuti lasciano prevedere che tra non molto questo farmaco potrà essere registrato negli Stati Uniti ed in Europa. E’ estremamente significativo, a questo proposito, che, a fianco dello sviluppo registrativo portato avanti dalla industria farmaceutica, sia possibile instaurare precocemente collaborazioni tra istituti di ricerca pubblici e imprese con l’intento di acquisire informazioni scientifiche, che consentano l’utilizzo ottimale del farmaco o di farmaci che dovranno, poi, essere commercializzati. Non c’è dubbio che una siffatta modalità di procedere aumenta la possibilità di prescrivere terapie sempre più mirate ai malati”.
La sperimentazione, coordinata dal Dipartimento Integrato di Oncologia ed Ematologia dell’ Università di Modena e Reggio Emilia e che si avvale della collaborazione di 25 Università ed Istituti Oncologici Italiani ed Europei, è particolarmente innovativa per due motivi.
In primo luogo verrà utilizzato in una fase precoce di malattia in cui la neoplasia risulta operabile. Il tessuto tumorale di tutte le pazienti inserite nello studio verrà sottoposto a sofisticate analisi molecolari, con l’obiettivo di individuare le caratteristiche biologiche della malattia che predicono le risposte ai trattamenti oncologici. In questo caso saranno arruolate un centinaio di donne volontarie, sulle quali si valuterà l’efficacia di (omissis)in combinazione con (omissis), rispetto al solo (omissis), in pazienti ormono sensibili, ma HER-2 negative.
In secondo luogo si confronteranno tre diversi schemi di terapia: chemioterapia+ omissis; chemioterapia+omissis; chemioterapia+omissis. Nei tre bracci di quest’ultimo studio è prevista l’inclusione di circa 120 donne volontarie.
“Giudico oltremodo significativa la scelta compiuta dalla multinazionale farmaceutica – ha commentato il Rettore prof. Gian Carlo Pellacani –, che nell’ambito dei suoi massicci investimenti in ricerca ha deciso di avere attenzione anche per il nostro Dipartimento Integrato di Oncologia…….. (omissis)
La convenzione, inoltre, premia la bontà e la lungimiranza di un disegno perseguito con coerenza dall’Ateneo e dall’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena di elevare il Centro Oncologico Modenese, attraverso oculate scelte indirizzate al potenziamento dei suoi ricercatori e delle sue attrezzature, a centro di eccellenza in campo sanitario ed assistenziale, impegnato fortemente nella sperimentazione di terapie innovative e sempre meno dolorose per i malati, capaci di sconfiggere la traumaticità di un male che segna profondamente la vita dell’individuo, in questo caso delle donne.
Ci auguriamo che la sperimentazione confermi i risultati positivi della prima fase e che per loro possa dischiudersi la possibilità di disporre presto di una nuova efficace arma per contrastare uno dei più diffusi big killer”.
Tutta l’attività sarà costantemente seguita attraverso 3 comitati: Study Scientific Committee; Indipendent Data Monitorino Committee e Indipendent Radiological Evaluation Committee.
“L’accordo tra (omissis) e l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – ha sottolineato il dott. A. P., Presidente e amministratore delegato di(omissis) - ha una grande valenza scientifica e sociale.
I risultati degli studi clinici condotti finora su (omissis) hanno suscitato forte entusiasmo in tutta la comunità oncologica per le promettenti ricadute positive di questo farmaco non solo nella cura del tumore mammario, ma anche nel trattamento delle metastasi cerebrali associate a questa neoplasia e nel carcinoma infiammatorio. Sempre per quanto riguarda il(omissis), posso anticipare che a breve verranno attivati altri 2 studi internazionali in terapia adiuvante nel carcinoma mammario, che coinvolgeranno 11.000 pazienti.
L’accordo conferma e consolida il nostro impegno in ambito oncologico. (omissis) detiene attualmente la più estesa pipeline di ricerca nel settore, con 21 molecole suddivise nelle tre fasi di sperimentazione che interessano diverse neoplasie: oltre al tumore della mammella, il tumore della testa e collo, il carcinoma renale, del polmone, dell’ovaio e della cervice uterina.
Per quanto riguarda le terapie di supporto stiamo inoltre sperimentando farmaci per la prevenzione delle metastasi ossee e della piastrinopenia”.
Modena, 11 luglio 2006
L’ufficio stampa
Per informazioni rivolgersi a:
A.G.
M.A.
Ufficio Stampa e Comunicazione
(OMISSIS…….)
A GABRIELLA CARLIZZI E ALLA REDAZIONE DE LAGIUSTAINFORMAZIONE2.IT NON RESTA CHE ATTENDERE LE VALUTAZIONI NEL MERITO DI QUANTO QUI ESPOSTO, CHE LA MAGISTRATURA INQUIRENTE RITERRA’ NECESSARIE AI FINI DELLA TUTELA DELLA SALUTE DEI CITTADINI,
DA PARTE DI QUEI POTERI CHE FORSE NON CREDONO A QUANTO PURE SI LEGGE NELLE AULE DEI TRIBUNALI CHE “LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI”
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