CRESCE LA REAZIONE POPOLARE DOPO L’ESPOSTO PRESENTATO DAL FIGLIO DI UNA PAZIENTE IN CURA PRESSO L’OSPEDALE RAMAZZINI DI CARPI E DA UNA GIORNALISTA CHE DA TRE MESI INDAGA CIRCA LA SOMMINISTRAZIONE DI UNA
MEDICINA OGGETTO DI UNA CONVENZIONE TRA LE UNIVERSITA’ DI MODENA E REGGIO EMILIA E RELATIVI DIPARTIMENTI ONCOLOGICI, PER LA PRODUZIONE DI UN FARMACO SPERIMENTALE, I CUI DATI SI CONOSCERANNO SOLO NEL GIUGNO DEL 2009, SULLA BASE DEI RISULTATI DERIVANTI DA PAZIENTI CHE A DIRE DEI CLINICI SI SOTTOPONGONO “VOLONTARIAMENTE” A TALE TERAPIA….
DA QUANTO SI LEGGE DAL TESTO DELLA CONVENZIONE IL FARMACO PRENDEREBBE IL NOME DI “LAPATINIB” …..
L’ITALIA, A FRONTE DI CERTI RISULTATI, QUI PUBBLICATI, AUTORIZZERA’ UGUALMENTE LA IMMISSIONE SUL MERCATO DI QUESTO FARMACO…..?
NOI LOTTEREMO PER BLOCCARE L’OPERAZIONE ULTRAMILIARDARIA, E SIAMO GIA’ A BUON PUNTO, SE CONSIDERIAMO QUANTO E’ IN NOSTRO POSSESSO, GRAZIE AD UNA INVESTIGAZIONE GIORNALISTICA CHE CI HA CONDOTTO DRITTI DRITTI
NELLA “TANA DEL LUPO”…
Ed ecco che la Glaxo-SmithKline compete con la Roche: due multinazionali che “cavalcano” la lotta contro la morte che molte donne si trovano a dover affrontare all’improvviso, magari per essersi attardate qualche minuto in più sotto la doccia….
Un momento di relax che culmina con un dubbio atroce…
Ma il profumo di un sofisticato bagnoschiuma, non è riuscito a distrarre la mano femminile da un seno che sembra reagire alla dolce palpazione con un dolore inatteso… una pallina che sfugge al tatto, all’interno di una mammella, quasi una sfida, un gioco a nascondino, per quella mano ormai sensibilizzata da una paura nota, protagonista sulla scena della realtà come di tanti films drammatici il cui soggetto è il nodulo-spia, di un male ancor oggi considerato inguaribile.
Lapatinib e Capecitabina nel tumore mammario avanzato HER2 positivo non responder al Trastuzumab !
Uno studio clinico di fase III ha mostrato che l’inibitore della chinasi Lapatinib ( Tykerb ) associato alla Capecitabina ( Xeloda ) ha prolungato il tempo alla progressione nelle pazienti con tumore mammario avanzato HER2-positivo, refrattario al trattamento con Trastuzumab
( Herceptin ).
Nel braccio Lapatinib e Capecitabina, il tempo alla progressione è stato di 36.9 settimane contro le 19.7 nel braccio solo Capecitabina ( p = 0.00032 ).
Lapatinib inibisce le componenti tirosin-chinasi dei recettori ErbB1 ed ErbB2.
La stimolazione di ErbB1 e di ErbB2 è associata a proliferazione cellulare e a diversi processi tra cui progressione tumorale, invasione e metastasi.
L’iperespressione dei recettori ErbB1 ed ErbB2 è presente in diversi tumori umani, ed è associata ad una prognosi non favorevole e a ridotta sopravvivenza.
Sono stati arruolati nello studio in aperto EGF100151 392 pazienti con carcinoma mammario metastatico o avanzato, refrattario al trattamento con Trastuzumab ( Herceptin ) e ad altre terapie antitumorali, con documentata iperespressione di ErbB2.
L’analisi ad interim ha riguardato 321 pazienti, di cui 160 trattati con Lapatinib e Capecitabina, e 161 con la sola Capecitabina.
Il 14% dei pazienti del gruppo Lapatinib e Capecitabina ha interrotto lo studio a causa di reazioni avverse contro l’11% del braccio Capecitabina.
I più comuni effetti indesiderati riscontrati nel braccio Lapatinib e Capecitabina sono stati: diarrea, sindrome mano-piede e rash cutaneo.
Nel 2.5% dei pazienti nel braccio di combinazione si è verificata una riduzione asintomatica della frazione d’eiezione ventricolare sinistra, maggiore o uguale al 20%, contro l’1% dei pazienti trattati con Capecitabina. ( Xagena2006 )
(Fonte : 2006 American Society of Clinical Oncology (ASCO) - Annual Meeting) Farma 2006
Ora analizziamo attentamente i dati riportati dalla ASCO.
Ad una prima e superficiale lettura, per una donna malata di cancro, l’assunzione del Lapatinib associato a Capecitabina (principio attivo del farmaco XELODA), sembrerebbe, il condizionale è d’obbligo in quanto il Lapatinib è in fase di sperimentazione, che tale “Coktail” potrebbe allungare il tempo di vita previsto per pazienti gravi con metastasi, portandolo a 36.9 settimane dalle 19.7 ipotizzabili sulla base delle esperienze cliniche.
Quattro mesi di vita in più non sono certo da buttar via, se solo pensiamo a quante cose nella storia di una persona possono cambiare anche in un solo giorno….
E chi sta male, magari decide di utilizzare quel breve tempo in più, per fare tutto ciò che nel corso della propria esistenza ha trascurato, rinviando di giorno in giorno, dimenticandosi che il tempo non ci appartiene…..
Un sogno d’amore, una parola non detta, una carezza negata…. Una rinuncia ingiusta, una trasgressione fonte di momenti di felicità…. Sono davvero tanti i pensieri che si allineano al presente, nella mente di chi ormai sa, che ogni giorno di vita, è quel giorno in più, che attendiamo fin dalla nascita…
Se davvero fosse così, almeno sul piano psicologico o della fantasia riaccesa da quanto stiamo per perdere, varrebbe la pena tentare quanto i mercanti della vita e della morte ci propongono come il miglior prodotto, così come ormai si è soliti credere ai tanti “Vù cumprà” dell’ultima estate che ci ricordiamo prima di finire nel tunnel della morte….
Purtroppo ben diversa è la realtà…..una realtà che non ci viene nascosta ed è ben leggibile nella seconda parte della relazione qui sopra pubblicata e firmata durante il meeting annuale del 2006, dalla prestigiosa American Society of Clinical Oncology ( ASCO )
In pratica, oltre al fatto che di “doman non vi è certezza” in termini di prolungamento del tempo di vita, è bene sapere a quali effetti collaterali sono andate incontro le pazienti che hanno voluto correre il rischio, con il risultato o di una morte ancora più prematura, o di resti di brandelli di vita la cui qualità si è rivelata assai peggiore della morte.
Oggi, tralasciamo tra le conseguenze gravi, quelle neuropatie di cui abbiamo già accennato,per tornarne a parlare con dati statistici alla mano, dati che autorevoli responsabili ci hanno consegnato perché si diffondano sul piano giornalistico.
Atteniamoci pertanto ai dati della ASCO.
Vediamo subito un campione di 321 pazienti, di cui 160 trattate con Lapatinib associato a Capecitabina, e 161 pazienti trattati invece con la sola Capecitabina.
Ebbene, i risultati si sono rivelati negativi per un 14% dei casi trattati con Lapatinib, in quanto i pazienti sono stati costretti ad interrompere la sperimentazione a causa di reazioni avverse, contro una percentuale dell’11% riscontrata negli altri pazienti.
Dunque un aumento della mortalità o conseguenze drammatiche pari al 3%, che, tanto per fare un esempio, rapportato a tali dati, il Lapatinib avrebbe aggravato le condizioni di vita a circa dieci persone dell’intero campione, a cinque persone se consideriamo solo quelle trattate con il Lapatinib associato alla Capecitabina.
Ma i danni non finiscono qui.
Infatti è necessario capire cosa si intende per reazioni avverse provocate dal Lapatinib.
Ebbene, tra i più comuni effetti indesiderati riscontrati nel braccio Lapatinib e Capecitabina sono stati: diarrea, sindrome mano-piede e rash cutaneo. (Ripetiamo che in questa sede evitiamo di proposito più gravi effetti collaterali).
Tuttavia nel 2.5% dei pazienti nel braccio di combinazione si è verificata una riduzione asintomatica della frazione d’eiezione ventricolare sinistra, maggiore o uguale al 20%, contro l’1% dei pazienti trattati coImmaginen Capecitabina. ( Xagena2006 )!
E allora diciamo NO!
Dunque non bastano le Neuropatie, e quanto altro sembra venga rappresentato alle pazienti dai clinici e dagli psicologi che li prendono in carico, e ammettiamo pure che una persona malata sia libera di correre tutti i rischi che vuole, (e su questo ci sarebbe da discutere, se solo ricordassimo il “casino” provocato dalle multinazionali sulla terapia del fu professor Di Bella!), ma quando un farmaco si dimostra oggettivamente dannoso per la funzionalità di altri organi vitali dell’individuo, non può essere messo sul mercato per nessun motivo, e qualora abbia ottenuto i pareri favorevoli necessari alla distribuzione e all’uso “legittimo”, esistono nelle sedi giudiziarie i provvedimenti di revocatoria di tali autorizzazioni.
Senza contare quante volte la Magistratura inquirente ha dovuto inquisire i responsabili del rilascio delle autorizzazioni, in quanto prive dei requisiti obbligatori a norma di Legge per la tutela del malato!
Dunque il cuore con l’uso del Lapatinib presenta un rischio troppo elevato per essere lasciato alla discrezionalità personale di un malato che il più delle volte, esausto di tanta sofferenza vede nella morte non più un incubo, ma una speranza…..
E proprio per questo nostro coscienzioso impegno a tutela della vita, vogliamo con determinazione lanciare un appello a tutte le donne malate di carcinoma al seno, a che ci contattino senza timore alcuno e libere da ogni condizionamento che possa loro provenire dai clinici che le hanno in cura.
La vita, di per sé, è un dono che va difeso, custodito, e guarito quando si ammala, ma non ci si consegna agli interessi supermiliardari di un mercato arrogante dietro il quale si muovono le grandi multinazionali che si arricchiscono grazie all’esistenza delle malattie.
Le stesse multinazionali che fallirebbero istantaneamente, se un giorno ci si ritrovasse in un mondo dove tutti siamo sani, nella mente, nel corpo e nello spirito…..
E chi ci dice che questo miracolo non si realizzi….. ?
A Carpi vi sono manifestazioni soprannaturali che annunciano l’inizio di un tempo nuovo, fatto di Pace e di Giustizia, anche se di tali manifestazioni si evita di parlarne e se qualcuno lo facesse esplicitamente lo si accuserebbe di abuso della credulità popolare……
Il nostro convincimento è proprio quello che non sia la devozione ad una statuina del Santo Bambino, a costituire un abuso nel credere in un miracolo, bensì riteniamo che l’abuso nella credulità di persone che lottano tra la vita e la morte, si concreti ad opera di coloro che spacciano speranze e miracoli mediante l’ultimo ritrovato di una scienza priva del senso etico dei limiti, oltre i quali non è consentito andare.
(Chiunque desideri contattarci, può telefonare al 3488500720, o inviare una email a : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
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