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IL RITORNO DEI MOSTRI - DALL'AGGRESSIONE DELLA RUSSIA ALL'UCRAINA TANTI AVVERTIMENTI IN PARTICOLARE PER L'EUROPA

domenica 5 marzo 2022

di Carmelo Maria Carlizzi

Giovedì 24 febbraio scorso Vladimir Putin presidente della Federazione Russa dal suo ufficio nel Cremlino ha annunciato l'attacco all'Ucraina determinando in tutti noi più che incredulità un grandissimo stupore. Uno stupore, per dare l'idea, che non è diverso da quello dei giovani in amore quando, nelle campagne attorno a Firenze, si vedevano colpire in auto a freddo dagli 11 colpi della Beretta cal.22. Anche noi occidentali eravamo infatti in amore intenti ad assaporare tutto ciò che di bello e di buono offre la vita, sino a quando bang, bang... naturalmente ripetuto per undici volte, siamo stati nostro malgrado coinvolti in questo evento voluto da Putin. E dopo questi primi undici giorni di guerra allo stupore iniziale si è poi aggiunto un ulteriore rinnovato stupore man mano che ci siamo addentrati in questo rito della morte che senza nostra colpa sconvolge quello della vita! Stupore! Questa è la parola che dopo i primi undici giorni di invasione dell'Ucraina ancora rappresenta più esattamente il sentimento che veniva elaborato mentre si aggiungevano anche la condanna da parte del mondo dell'uomo Putin e della sua freddezza, assieme alla non comprensione del perché del suo gesto improvviso e la non condivisione di nulla della sua visione politica e storica. Insomma oggi Vladimir Putin sembra più che mai simile a un dittatore che ha voluto compiere un gesto dimostrativo della propria forza per far vedere, intanto a sé stesso, sin dove si può spingere e delle cui azioni gli esperti ancora si affannano a cercare con sicurezza di comprenderne le ragioni e la psicologia. Sino al 24 febbraio scorso sembrava davvero impossibile che potesse accadere qualcosa del genere all'interno dell'Europa, ci eravamo abituati a credere nella pace settant'anni dopo la fine del conflitto mondiale, il secondo, che aveva coinvolto tutti i paesi di quell'Europa in cui era transitata la storia, l'arte, la poesia, la letteratura e la musica per alloggiarvi e crescervi in una evoluzione iniziata da duemila anni e che pareva aver reso l'Europa e i Paesi scaturiti da lei, definitivamente culle di ogni civiltà e benessere, e inattaccabili dalle guerre. Intendiamoci, nel secolo scorso, appena dopo la fine della seconda guerra mondiale le guerre non sono mancate, anche frequenti e sanguinose, in Asia, Africa, Sudamerica e in Medio Oriente, ma nel cosiddetto mondo occidentale pareva ormai essersi fatta strada il progressivo ripudio di ogni violenza e della guerra come strumento di risoluzione delle contese. Quanto meno quale programma di crescita.

E pensavamo che anche la Russia si fosse accomunata a questa visione ormai archiviate le pagine grigie dell'Ungheria e della Cecoslovacchia e posto in liquidazione l'immenso impero sovietico. Non è così! Infatti abbiamo tutti visto come Putin dalla sua scrivania nel palazzo presidenziale, parlando in video al mondo intero alle 6 del mattino (le quattro ora italiana) nell'annunciare l'attacco all'Ucraina ne ha pure spiegate, bontà sua, con un lunghissimo discorso le motivazioni. Detto fatto. Terminato il suo discorso le truppe russe sono passate all'azione, attraversando i confini con l'Ucraina e invadendola. Il loro procedere si rivelava ben presto non facile per l'opposizione sul campo degli ucraini, civili e militari, ma anche per un non perfetto funzionamento dell'apparato logistico russo, benché l'attacco, si scoprirà in seguito, fosse stato premeditato nei dettagli già da molti mesi. Ma questo ritardo se è servito agli ucraini a riprendere fiato, a far fuggire i figli, a preparare trincee e difese varie, ai russi ha permesso di ampliare il loro attacco, perfezionare le strategie e quanto nella fretta dell'attacco non era stato previsto. Civili e militari tutti sono ugualmente pervasi di stupore, non si capisce il perché di quanto accade, perché è fuori del tempo. Il recupero del suo potere Putin, secondo loro, doveva raggiungerlo prima, ora tutti si sono abituati alle comodità, in Ucraina come in qualsiasi Paese europeo perché loro si sentono europei. Ma Putin improvvisamente ha preso a pensarla in un altro modo: l'impero zarista e quello sovietico hanno radici profonde e nel profondo dei loro animi molti rampolli delle aristocrazie russe del sangue, del denaro e del socialismo non hanno digerito i cambiamenti avvenuti e perciò ora un erede e ora un altro hanno pensato bene di riprendere il sopravvento e riproporre per una di queste strade la grande Russia. “Siamo pronti a qualsiasi sviluppo, rimanete in casa, la nostra risposta alla vostra opposizione sarà superiore a qualsiasi immaginazione”, questi e altri simili in sostanza i minacciosi avvertimenti rivolti agli ucraini ai quali il fratello russo vuole imporre la propria volontà, ma anche la propria visione della storia e dei rapporti internazionali. Ma poi replicabili chiaramente contro quanti vorranno affiancare Kiev. Bombe a grappolo e bombe termobariche o bombe a vuoto o a implosione e di queste è spaventoso solo conoscerne il funzionamento, per cui una prima esplosione diffonde nell'area circostante il punto di impatto un combustibile che come un aerosol quando viene inspirato determina nei corpi umani un'implosione non visibile, ma che devasta gli organi interni. Come una bomba nucleare! Già proprio l'arma nucleare che sino a pochi giorni fa ci sembrava la diabolica garanzia che avrebbe evitato la guerra perché – si è pensato così per anni – l'uomo dopo Hiroshima non avrebbe mai più fatto ricorso a questa mostruosità. Se le rimostranze della Russia che vengono poste all'origine di questo disastro, hanno una loro più o meno accettabile motivazione visto il pericoloso avvicinamento dell'Ucraina al blocco Nato ormai a ridosso dei confini russi, vuol dire che dobbiamo prepararci al peggio. L'opzione nucleare viene continuamente posta sotto gli occhi ora direttamente da Putin per intimorire, ora dai suoi stessi antagonisti che ancora non vogliono doverla considerare come possibile. Insomma nessuno di noi occidentali vuole la guerra, abbiamo tutti paura di perdere quello che siamo e che abbiamo in corso: investimenti, ricerca, posti di lavoro, programmi d'ogni sorta... comprese le serate in discoteca per i più giovani e le amanti per i meno giovani, e per tutti le partite allo stadio. E gli ucraini che scappano, muoiono e combattono ci appaiono come l'immagine di quello che fra dieci giorni o venti potremmo ritrovarci a vivere, anzi che sicuramente vivremo se tutto questa follia non sarà fermata. Putin ha ben visto questo e in particolare ha valutato assai bene la paura che serpeggia fra i Paesi dell'Occidente di perdere tutto il loro mondo dorato, e forte di questo andrà avanti sicuro di vincere. E' lui sul tavolo della storia contemporanea a dare le carte, per cui si prenderà subito ancora vari altri pezzi di Europa e guardando sempre all'Europa andrà poi avanti senza fermarsi... probabilmente sino a quando avverrà l'irreparabile! In maniera palese o segreta e in vario modo i Paesi europei si stanno comunque attrezzando ad affrontare i diversi livelli di quello che sarà un possibile loro coinvolgimento nel conflitto. Può valere per tutti considerare quanto sta accadendo sottotono in Svizzera che sta preparando piani di emergenza in vista del suo inevitabile coinvolgimento nell'attuale scontro in Ucraina: rifugi antiatomici, riserve di energia, di cibo, di acqua, di medicinali e quant'altro può assicurare la sopravvivenza almeno nei primi giorni di conflitto. Comprensibile infine il senso di frustrazione del nostro Mario Draghi e di quanti con lui avevano appena iniziato a respirare per la sistemazione della nostra economia appena uscita dalla stagnazione e di nuovo subito aggredita nel 2020 con il Covid19. Ecco che invece come un uragano imprevisto arriva lo schiaffone appioppato da Putin all'Europa e che l'Italia accusa forse più di tanti altri Paesi. Ora, per chi ci crede, come noi ci crediamo, sono oltre cento anni – dal 1917 – che da Fatima la Madonna ha chiesto nelle sue apparizioni a Lucia dos Santos che il Papa del tempo consacrasse la Russia al suo Cuore Immacolato, ma ben sette Papi da allora non hanno proceduto in quanto accoratamente, ripetutamente e con precisione chiesto dalla Madonna. E' evidente che in Cielo allora già vedevano come l'animo dei governanti russi sarebbe stato pericolosamente intriso di quella voglia di dominio che dopo l'impero zarista e quello sovietico, Vladimir Putin con il suo impero attuale in formazione avrebbe ereditato e buon ultimo fatto proprio. Riusciremo a piegarci e a batterci il petto, a vestirci di sacco e implorare pietà da Dio? Credo che queste mie parole e quelle simili provenienti da altri come me faranno sorridere per cui andremo di certo, intanto nell'immediato, incontro ad ulteriori sofferenze.

 

Didascalie:

I territori sede dello scontro tra Russia ed Ucraina

La Madonna di Fatima

L'omicidio dei francesi nella serialità del c.d "Mostro di Firenze"

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