IL BUSINESS DEL SECOLO TRA MEDICINA UFFICIALE E TERAPIE ALTERNATIVE…
LA CHEMIOTERAPIA E’ VELENO ISTITUZIONALIZZATO PER LE TASCHE DELLE MULTINAZIONALI E DEI MEDICI CHE OTTENGONO DAL MALATO IL “CONSENSO INFORMATO”…
LE TERAPIE ALTERNATIVE, SPESSO GUARISCONO, MA SOLO CHI E’ RICCO PUO’ PAGARSELE…IN CONTANTI E NEL PIU’ ASSOLUTO RISERBO…
A ME NON RESTA CHE ATTENDERE LA MORTE… O UN MIRACOLO….
ARTICOLI CORRELLATI:
IL 2010 MI PORTA UNA SENTENZA DI MORTE… DOVREI BRINDARE?...
IL MIO ULTIMO NATALE… FORSE...
Essendo prossima a ripartire per Israele, pensai di fare un emocromo di routine.
Avevo un valore di emoglobina pari a 6 e poco più di due milioni di globuli rossi.
Un’anemia grave… e di cui era urgente ricercare la causa.
Presi un appuntamento con il Primario di Ematologia del Policlinico Gemelli di Roma, il professor Leone.
Mi visitò accuratamente, e ritenendo di dover escludere patologie a carico della regione gastro-enterica, o polmonare, si orientò verso una ricerca mirata a verificare se il mio midollo non producesse più globuli rossi.
Pertanto, davanti a me e a mio marito, telefonò ai suoi assistenti, e parlando con la dottoressa Fianchi dispose che mi venisse aperta una cartella clinica in Day Hospital e fossi immediatamente sottoposta all’esame dell’ago aspirato midollare.
Mi raccomandò calorosamente alla sua assistente, spiegando che essendo io una giornalista ci teneva che lo aiutassi a perfezionare un suo giornale on line a carattere scientifico.
Dopo la visita, in verità ben costosa, tornando a casa riflettei sulla invasività dell’esame richiesto dal primario e decisi di rifiutare in prima battuta un’analisi diretta al midollo, preferendo approfondire il mio stato clinico con ulteriori esami del sangue.
Pertanto inviai una email al professor Leone, esternando le mie perplessità a riguardo dell’ago aspirato midollare, e il primario mi rispose che se io avessi rifiutato quell’esame lui avrebbe rinunciato a curarmi.
Ne seguì uno scambio di email durissime da ambo le parti, anche perché la sensazione che provavo era quella di dover dare a tutti i costi un campione del mio midollo, in pratica offrire una parte del mio corpo alla ricerca.
Tuttavia mi recai ugualmente dalla dottoressa Fianchi che mi aprì la cartella in Day Hospital, e poiché rifiutai categoricamente di sottopormi all’ago aspirato, la dottoressa ampliò le ricerche mediante gli esami del sangue e mi somministrò una trasfusione cui seguirono alcune flebo di ferro.
Dopo pochi giorni, con la sorpresa di tutto il personale medico, i miei valori di emoglobina e di globuli rossi risultarono quasi normalizzati, a riprova che il mio midollo produceva bene e velocemente.
“Ha fatto bene signora a rifiutare l’ago aspirato, i sospetti del professor Leone si sono rivelati infondati… Aveva ragione lei…”.
La perdita ematica comunque c’era stata e il problema di risalire alla causa rimaneva tutto intero, anche se io mi sentivo benissimo e i disturbi relativi all’anemia erano scomparsi.
Fosse stato per me, il discorso finiva lì, anzi già avevo deciso di ripartire e prenotato pertanto i biglietti aerei e l’hotel ove alloggio di solito in Israele.
La mia famiglia però era preoccupata, un episodio di anemia così grave non poteva essere sottovalutato e così accettai di fare una gastroscopia e una colonscopia onde verificare una eventuale ulcera o qualche polipo quali cause della perdita ematica.
Colpo di scena.
Risultato dell’esame istologico: adenocarcinoma infiltrante dello stomaco.
La Tac evidenziava inoltre l’interessamento del pancreas, della milza, del colon e del surrene sinistro.
Un cancro aggressivo in stato avanzatissimo, inoperabile e con un tempo di vita tra i due e i quattro mesi.
Avevo chiesto ai medici l’impegno alla privacy, infatti i miei familiari quando fui informata di questa diagnosi non erano presenti…
Guardai i sanitari, percepii la loro sofferenza e anche la loro sorpresa nel non vedere in me alcuna reazione…
“Bè, qual è il problema? - dissi serenamente – per il mestiere che faccio io la morte la guardo in faccia ogni giorno… tra attentati, minacce di sequestro, aerei che spesso rischiano di schiantarsi sull’oceano… Ho un cancro, cosa cambia? Nulla, se non che morirò in un letto anziché sotto le macerie di una guerra o di un terremoto, o di un alluvione…
Per favore, i miei parenti vorrei informarli io…”
Per la prima volta sentii il peso della famiglia, il non poter essere libera di ridere in faccia al mio cancro, di ignorarlo, insomma di fregarmene e continuare la mia vita di sempre fino alla fine…
Sessanta giorni o più erano comunque un’eternità per chi come me aveva vissuto una vita tanto intensa da impreziosire anche un solo attimo… Morivo senza rimpianti e con la consapevolezza che nulla del mio vissuto, del mio impegno sociale senza limiti sarebbe morto con me… Io mi sentivo più viva che mai, mentre uscita dallo studio dei medici avrei dovuto parlare di morte alla mia famiglia….
E d’altra parte non potevo nascondere una diagnosi di tale gravità, anche perché prima o poi i sintomi della presenza del mio “inquilino cancro” si sarebbero manifestati…
Li raggiunsi in sala d’attesa… “ Bè, tra un paio di mesi vi libererete di una rompipalle come me… Ho un cancro che va veloce e ha messo sul calendario la data della mia ultima missione….”
Il ritorno a casa, scandì un silenzio denso di dolore, incredulità, forse ricordi diversi in ciasscuno nel ripercorrere tanta vita trascorsa insieme…
Avrei voluto evitare a mio marito e ai mie figli un colpo del genere, ma non potevo far nulla, se non provare a farli ragionare sulla mia lunghezza d’onda…
In fondo nessuno al mondo può chiamarsi fuori dalla morte e poco cambia se una morte è annunciata da una male che non perdona, oppure ti sorprende lasciandoti a terra in un lago di sangue o sotto il fango di una frana alla faccia di chi si è arricchito a suon di tangenti…
Ero pervasa da una serenità autentica, profonda, tipica di chi accetta ciò che la vita ti offre ogni giorno, e non in senso passivo o arrendevole, ma nella consapevolezza di aver fatto tanto, di non aver sprecato il tempo, e soprattutto di essersi donata agli altri, ai più deboli, i più indifesi, di aver lottato contro le ingiustizie, le sopraffazioni, il malcostume, e quanto altro merita di essere definito il “cancro sociale” di questo tempo.
Avrei voluto egoisticamente godermi questa pagina di serenità, sola con me stessa, e guardare al dopo, a ciò che attende ogni credente, immaginare il senso di beatitudine della vita eterna, fuori da ogni affanno quotidiano, immune dagli orrori che ogni giorno aggrediscono l’esistenza di chiunque…
Erano questi i miei pensieri… ma dovetti rispettare il dolore e il rifiuto allo stesso tempo della mia famiglia e delle migliaia di persone che appena saputo del mio male , quasi in un’intesa comune, si ribellavano al verdetto inesorabile della mia morte.
“No Gabriella, devi lottare… se c’è solo una possibilità… il mondo ha tanto bisogno di te… non puoi mollare così… devi consultare i migliori medici… “…
Come non tenere conto di tanto amore?
Iniziava così per me, quello che ancor oggi definisco un inferno…
Presi un appuntamento con il professor Doglietto, specialista nella chirurgia addominale e noto per aver operato più volte Papa Wojtila.
Immediata la sua sentenza: inoperabile.
Tuttavia, forse spinto dal vedersi davanti una persona piena di vita, mi invitò a ricoverarmi qualche giorno al Gemelli reparto solventi, onde non perdere tempo, per tentare di aggredire il mio cancro con un trattamento chemioterapico finalizzato a ridurre la massa e consentire, in caso positivo, l’asportazione chirurgica dello stomaco, del pancreas, della milza, del colon e del surrene sinistro. Il tutto sarebbe stato coordinato dal suo aiuto dottor La Rosa.
Accettai la proposta quasi per regalare alla mia famiglia un tentativo, una speranza, già sapendo però che mai mi sarei fatta svuotare come un pollo, pur di vivere al di là della peggiore qualità della vita che mi si prospettava.
Sono contro qualunque accanimento terapeutico e non avrei permesso tanto scempio sul mio corpo.
Mi ricoverai pertanto e fui affidata agli oncologi, la dottoressa Quirino, coordinata dal Primario e illustre luminare professor Baroni.
L’oncologa mi disse che avrebbe studiato un protocollo cercando di evitare il chemioterapico che avrebbe determinato la caduta totale dei capelli, in considerazione del mio desiderio di salvaguardare se possibile la mia immagine.
E così, nel giro di poche ore, mi veniva sottoposto per la firma il cosiddetto “consenso informato”, sul quale erano indicati i chemioterapici che mi sarebbero stati somministrati e un lungo elenco di “effetti collaterali”.
In pratica io davo il consenso ad avvelenarmi… come di fatti avvenne.
Subito dopo la prima flebo ebbi una reazione violenta che nulla aveva di riconducibile agli effetti collaterali ma presentava tutte le caratteristiche di un rigetto, proprio come avviene in caso di trapianto di organi.
Al punto che dopo due giorni insorse una grave insufficienza renale con il rischio di finire in dialisi, o ancor peggio.
Fortunatamente le infusioni di liquidi mi fecero urinare ma si presentò subito un’altra grave complicazione : ipopotassiemia e ischemia cardiaca con ipotesi letale.
E qui avvenne l’ennesimo fatto strano.
Durante le infusioni in vena di potassio io avevo l’impressione di morire, peggioravo, e percepivo che la causa erano proprio quelle flebo.
Iniziarono vere e proprie liti con i medici del reparto di Oncologia e con lo stesso primario, i quali insistevano che se non accettavo il potassio sarei morta di lì a poche ore.
Per fortuna la mia determinazione, nonostante mi avevano presentato i referti dell’elettrocardiogramma e degli esami di laboratorio, referti che davano ragione ai medici, io riuscii a staccarmi la flebo e rifiutai anche il potassio via orale.
Decisi di dimettermi contro il parere dei sanitari, e dunque firmai la cartella clinica e me ne tornai a casa.
Naturalmente la mia famiglia era terrorizzata e così chiamammo un cardiologo che mi fece un altro elettrocardiogramma a domicilio e ripetei anche il dosaggio del potassio nel sangue. Altro colpo di scena!
Tutto normale, e il cardiologo mi disse: “Signora, lei si è salvata rifiutando il potassio…. Sarebbe bastata un’altra flebo e lei sarebbe morta per iperpotassiemia!”
Ho ritirato le cartelle cliniche con allegati i risultati degli esami fatti presso il reparto oncologico del Gemelli, reparto ove pullulano decine di studenti che fanno loro stessi elettrocardiogrammi ed altro, e sottoposto il tutto all’attenzione delle competenti autorità.
Tornata a casa ho dovuto disintossicarmi dalla eccesiva dose di veleni in conseguenza di una sola flebo di chemioterapia, e piano piano il mio sistema immunitario ha reagito dopo essere stato letteralmente annientato.
E così ho iniziato a prendere in considerazione le tante terapie alternative che pure vantano una casistica interessante di guarigioni dal cancro, o comunque di allungamento del tempo di vita previsto e consentono una migliore qualità della vita stessa.
Sono entrata in un altro mondo, anche se poi non ho potuto impegnarmi seriamente con nessuno dei terapeuti consultati, in quanto è tutto molto costoso, e la mia famiglia non dispone delle risorse necessarie.
Troppe volte in passato ho assistito a persone che si erano affidate alla terapia Di Bella, e poi dovettero interromperla per mancanza di denaro, e morirono nonostante i primi risultati positivi.
Stessa cosa valga per tutte le altre terapie non riconosciute dalla Sanità ufficiale.
I medici che le praticano si fanno ben pagare, naturalmente al nero, ed alcuni senza ricettario in quanto radiati dagli Ordini professionali, e per la somministrazione dei loro protocolli si appoggiano tutti a cliniche private, a prestanomi, o anche ad hotels ove fanno alloggiare i pazienti e li curano nelle loro stanze.
Ecco che in un quadro del genere, viene spontaneo parlare di “cancropoli”, poiché il business del cancro vale sia per coloro che si rivolgono alla medicina ufficiale, sia per coloro che prediligono o sono costretti a tentare le terapie alternative.
Nel primo caso ad arricchirsi sono le case farmaceutiche che producono i chemioterapici e gli oncologi che riescono a far accettare al paziente questo trattamento, con tanto di firma del “consenso informato”, e intascano tangenti dalla casa farmaceutica.
Nel secondo caso, ad arricchirsi sono i medici ai quali si rivolgono i tanti malati di cancro che pur di salvarsi la vita, o tentare, si vendono anche la casa per pagare i costi delle terapie.
Un po’ come avviene con la medicina omeopatica….. beato chi se la può permettere dato che il sistema sanitario pubblico non la finanzia.
Eppure di persone allergiche ai farmaci tradizionali ce ne sono un’infinità!
A me, Gabriella Carlizzi, non resta che sperare in un miracolo.
Infatti il mio organismo ha rigettato il trattamento chemioterapico, peraltro considerato dagli stessi medici un tentativo, data la complessità della massa tumorale.
E d’altro canto, la mia famiglia non dispone dei denari che richiedono i medici che praticano le terapie alternative.
Attualmente sono priva di qualunque cura, anzi a dire il vero non ho nemmeno un oncologo che segue il decorso del mio cancro.
Mi limito a prendere tre cucchiai al giorno di Aloe Arborescens di Fratel Zago….
Ho letto il libro di questo Frate, “Di cancro si può guarire”, ove sono contenute molte testimonianze di persone guarite dal cancro.
Si tratta di uno sciroppo a base di questa pianta, l’aloe arborescens, frullata insieme al miele purissimo. Lo si può preparare anche in casa, e comunque per chi volesse avere informazioni più dettagliate può telefonare a Fratel Zago al seguente numero: 0865411940 - 3356746537
Di sicuro questo preparato non fa male, e tutti possono accedervi dato che il costo si aggira intorno ai 35 euro.
Restano tutte valide comunque le responsabilità dello Stato che rifiuta ostinatamente di prendere in considerazione i protocolli di terapie alternative proposti da oncologi ricercatori .
Questo comportamento non solo mantiene in vita il vergognosi business delle multinazionali che producono i chemioterapici, ma vieta di fatto ogni altra cura a chi non tollera la chemio o la radioterapia.
Infatti molti soggetti che pure accetterebbero la terapia ufficiale si trovano costretti a doverla interrompere perché, come nel mio caso, il loro organismo la rigetta fino a provocare in alcuni il decesso.
E se questi sfortunati non hanno miliardi per pagarsi la terapia Di Bella o altre, ecco che devono solo attendere la morte…. o un miracolo del Signore….
Ora, per una sommaria informazione sulla situazione “cancro”, pubblichiamo qui di seguito un’analisi globale che può meglio chiarire come questa malattia risulti un vero proprio investimento in danno di milioni di vite umane che potrebbero salvarsi.
Il tumore può essere benigno o maligno, in questo caso si chiama anche cancro. Ai malati di cancro, la chemioterapia garantisce al massimo cinque anni di sopravvivenza, questa, diversamente dalla radioterapia, che è una terapia mirata, va oltre la sede del tumore, supponendo che le cellule tumorali possano essere presenti in altre parti dell’organismo con le metastasi; se la chemioterapia è somministrata per bocca, distrugge il sistema immunitario gastro-intestinale, alterando mucosa intestinale e colon.
La chemioterapia blocca il sistema immunitario, riduce i globuli bianchi o linfociti, favorisce le mutazioni cellulari e accelera la crescita del tumore; in generale, il paziente sopravvive alle malattie, solo se le difese immunitarie riconoscono e distruggono selettivamente tumori ed altre malattie. La chemioterapia determina insufficienza midollare, epatica, renale e respiratoria, provoca danni cardiovascolari, leucemie e cancri secondari; gli ammalati di cancro che hanno rifiutato di sottoporsi a chemioterapia hanno avuto una sopravvivenza tre volte più alta (Dottor Walter Last); in generale, la momentanea riduzione del tumore, dovuto a questa terapia, non allunga la sopravvivenza, perché poi il tumore torna più aggressivo di prima.
La chemioterapia pare efficace solo nel 2% dei casi, però è raccomandata perché è una cura molto costosa, è in fase sperimentale da 50 anni, si afferma che dà una risposta positiva perché riduce la massa tumorale, però senza remissione, cioè senza debellare il tumore e senza allungare la sopravvivenza; la chemioterapia non garantisce guarigione. La chemioterapia costa allo stato diversi miliardi di euro l’anno, è abusata anche nella cura del carcinoma mammario; il tumore al seno in fase iniziale, cioè senza metastasi, in oltre la metà dei casi diagnosticati, non è un tumore ma è una lesione benigna, però anche in questo caso delle donne hanno subito la masterectomia radicale.
Quando le funzioni di seno e prostata diminuiscono, le relative cellule diventano anormali e appaiono come cellule tumorali ma per lo sono.
E’ improbabile che un medico, a causa dei protocolli medici raccomandati, interrompa una terapia oncologica, deve proteggere i suoi affari e la sua carriera; la maggior degli oncologi è indottrinata da società farmaceutiche e università, i medici guadagnano molto quando portano avanti terapie chemioterapiche. Il dottor Giuseppe Nacci, come il defunto Dottor Di Bella, ha curato i tumori con fitoterapia e dieta alimentare, perciò, poiché non seguiva i protocolli raccomandati, è stato sospeso dall’ordine dei medici; Nacci ci ha ricordato che la vitamina B17 è antitumorale e si trova nei semi di albicocca, le piante sono fiticomplessi con proprietà terapeutiche. I cancri sono legati all’ambiente ed alle contaminazioni di alimenti, infatti, pesticidi, coloranti, conservanti e metalli pesanti sono cancerogeni.
Alcuni additivi alimentari possono sviluppare il tumore ai polmoni, anche i fosfati favoriscono la crescita dei tumori; nel tumore al polmone, il primo responsabile è il tabacco, il secondo l’amianto. Le carni grasse, le carni rosse, gli insaccati, i fritti e le grigliate favoriscono i tumori; li favoriscono anche le bevande alcoliche, mentre frutta e verdura li contrastano. I ricercatori dell’ospedale San Raffaele di Milano hanno scoperto un ormone della crescita favorisce anche la crescita dei tumori, perciò il controllo di questa proteina, con appositi farmaci, potrebbe ridurre i tumori; sono tante le ricerche fatte sui tumori nel mondo, alcune però sono invise agli oncologi irregimentati. Secondo una ricerca fatta con autopsie, ogni essere umano sviluppa nelle sua vita circa due tumori, di solito distrutti dal sistema immunitario.
All’istituto San Raffaele di Milano hanno insegnato ad alcune cellule staminali del sangue a produrre una proteina naturale, l’interferone alfa, nota per sue proprietà anticancro, che invece di alimentare il tumore, lo avvelenano e limita la diffusione delle metastasi. L’interferone alfa difende l’organismo anche dalle infezioni virali ed è stato usato contro il carcinoma del rene, contro il melanoma e contro alcuni tipi di leucemie; tuttavia, esistono difficoltà di far arrivare giuste dosi di interferone alfa al tumore, mentre alte dosi sono tossiche.
Il linfoma è un tumore che prende origine dalle ghiandole linfatiche, che difendono il corpo dalle malattie, si divide in linfoma Hodgkin e Linfomi non Hodgkin; il primo colpisce giovani e vecchi e rappresenta il 30% dei linfomi maligni, nasce da infezioni da virus e da deficit del sistema immunitario, si è diffuso anche con l’uranio impoverito e con il torio. Si presenta inizialmente con il rigonfiamento di linfonodi al collo, ascelle, inguine, polmoni e addome, per conseguenza, se ne ha sudorazione notturna, prurito in tutto il corpo e stanchezza, colpisce midollo osseo, cute, milza e fegato e si diffonde attraverso il sangue.
Il secondo tipo di linfoma colpisce ultrasettantenni, e rappresenta il 70% dei linfomi maligni, colpisce stomaco, intestino, cute e sistema nervoso; nasce da immunodeficienze, da malattie autoimmuni e da agenti infettivi; le malattie autoimmuni sono associate ai linfomi della tiroide e dell’intestino; tra le malattie autoimmuni, sono l’HIV e la malattia celiaca. Il linfoma non Hodgkin ha origine da virus, da anomalie cromosomiche, da malattie di origine autoimmune, da radiazioni ionizzanti e da sostanze chimiche come la diossina.
Le ghiandole linfatiche producono i globuli bianchi e sono distribuite lungo il percorso dei vasi linfatici; quando si accende un focolaio d’infezione, le ghiandole più vicine s’ingrossano perché fanno da filtro trattenendo i batteri trasportati dalla corrente linfatica; appena il processo infiammatorio è terminato, ritornano al volume iniziale; queste ghiandole s’ingrossano sotto le ascelle, ai lati del collo ed all’inguine; nell’età scolare, sono frequenti le infezioni alle vie respiratorie e perciò le ghiandole linfatiche s’ingrossano abbastanza spesso.
Il linfonodo, detto ghiandola linfatica, costituisce l’unità funzionale del sistema linfatico ed è posto lungo i vasi linfatici, formando stazioni linfonodali, le principali stazioni sono la cervicale, l’ascellare e l’inguinale. I linfonodi producono linfociti o globuli bianchi e agiscono da filtro contro gli agenti nocivi, evitandone l’ingresso nel sangue; per questo motivo, nel corso di un’infezione batterica o virale, s’ingrossano e se degenerano, possono diventare la sede di cellule tumorali.
Alcuni reggiseni, a causa della loro compressione delle mammelle, possono provocare il cancro al seno, provocano noduli ostacolando il drenaggio linfatico diretto ai linfonodi sotto le ascelle e nella parte alta del torace; i dotti linfatici sono molto sottili ed una minima pressione sui seni può provocare una chiusura delle valvole e dei dotti linfatici. In questo caso, poco ossigeno e pochi nutrienti sono trasportati ai tessuti ed i prodotti di rifiuto non sono spazzati via, con il drenaggio linfatico ostacolato può apparire il cancro; è provato che i popoli che non usano il reggiseno hanno meno cancri al seno.
Quando la donna inizia il ciclo, gli estrogeni s’innalzano e si rigonfia il seno, che perciò è più compresso dal reggiseno e i vasi linfatici ne sono compressi in misura maggiore. Le donne che non hanno mai partorito o non hanno mai allattato, non sviluppano del tutto il proprio sistema linfatico pulisciseno, le donne che lavorano e indossano il reggiseno sono ancora più a rischio; il bendaggio del seno puberale, che deve crescere, produce le stesse complicazioni.
Quasi tutte le donne sono scontente del proprio seno, scelgono il reggiseno ignorando indolenzimenti e gonfiori, con il doppio d’incidenze di tumore al seno rispetto a quelle che scelgono un reggiseno comodo; le più colpite sono le donne che dormono con il reggiseno, invece le donne che vivono senza reggiseno, sono colpite dal cancro al seno in percentuale come gli uomini.
Quasi l’80% di chi indossa il reggiseno soffre di noduli e cisti, le donne non desiderano avere un seno cadente, perciò usano il reggiseno, però un seno che si muove aiuta più facilmente il sistema linfatico; il sistema linfatico è strozzato dal reggiseno e la medicina ufficiale non ha niente da dire, le donne dovrebbero togliersi il reggiseno e non i seni, massaggiandoli prevengono i noduli.
Oggi sono in aumento le mastectomie, o asportazione del seno; lesioni minime rilevate, portano ad interventi radicali che non sarebbero necessari, gli esami alle mammelle andrebbero fatti solo a donne pre-menopausa e quando c’è un rischio ereditario, gli screening di massa sono inutili.
I rischi di tumori all’intestino aumentano con il consumo di carni lavorate e conservate con sale e affumicamento, come le salsicce, bacon, pancetta e salumi, anche la carne rossa ha un effetto negativo sul colon; queste carni contengono generalmente grassi saturi e fosfati. Gli alimenti che fanno salire il rischio di tumore sonno quelli ad alto indice glicemico, come grassi animali e zuccheri raffinati; il menù amico del cuore e delle vene tiene lontani anche i tumori, è fatto di frutta e verdura ed esercizio fisico. Sono agenti mutageni fumo, inquinamento, cibi raffinati, cibi industriali, zucchero bianco, alcool e grassi saturi animali, responsabili di tumore al colon.
Il sodio, presente nei cibi conservati, produce ritenzione idrica, affaticamento cardiaco e ipertensione. I grassi idrogenati delle margarine fanno male, la migliore cottura è a vapore, ancora meglio, per preservare tutti i nutrienti, è mangiare crudo. Per conservare e cuocere gli alimenti bisogna usare solo vetro, ceramica o terracotta non smaltate ed acciaio, la plastica rilascia diossina, che è cancerogena. L’epigenetica si occupa delle modifiche del materiale genetico, la materia riguarda anche i tumori; secondo l’Istituto Nazionale per la ricerca sul Cancro presso l’Università di Genova, i chemioterapici antracicline sono efficaci nei tumori dove è presente il gene HER2, ma non trovano efficacia negli altri casi che sono il 70%; però i medici usano la chemio anche negli altri casi.
Il benessere mentale aiuta un rapido recupero da un tumore, che si ha con una sana alimentazione e con il sole, anche il sonno è un buon alleato contro il cancro, durante il quale l’ormone idrocortisolo potenzia il sistema immunitario; durante il sonno, il cervello produce anche l’ormone melatonina, che previene danni al DNA. Il sonno è anestetizzante e ripara i danni all’organismo; un altro ormone importante prodotto nel sonno è il cortisolo, che aiuta il sistema immunitario e contrasta il tumore.
Il virus è ritenuto responsabile di alcuni tumori, penetra in una cellula, causa un’infiammazione, ne altera il materiale genetico e ne stimola la crescita incontrollata; l’infezione virale produce una mutazione, con la vittoria definitiva delle cellule malate; il gene K13 è noto per attivare lo sviluppo tumorale. Aspartame e glutammato favoriscono i tumori, le eccitossine fanno sviluppare le metastasi; con il glutammato, il cancro si estende come un incendio, la formaldeide dell’aspartame favorisce i tumori; il glutammato, contenuto nei dadi da brodo e nelle minestre preparate, sconvolge il sistema cardiocircolatorio e provoca infarti, soprattutto quando il livello di magnesio è basso.
Sono tanti i medici che seguono i dogmi della medicina, imposti dalle multinazionali del farmaco, che controllano istituzioni e baronie universitarie; per decreto legislativo, un medico non può curare il cancro, pena sanzioni, con metodi diversi da quelli ufficiali, cioè con chemioterapia, radioterapia e chirurgia, che garantiscono una sopravvivenza massima di 5 anni. Un medico che si discosta è indagato per omicidio colposo, lesioni gravi e truffa, è il caso capitato al dottor Paolo Rossaro, di Albignasego, però tanti pazienti soni disposti a difenderlo; l’abbandono dei protocolli, se provoca la morte del paziente, è addebitato a loro, invece se si muore con i protocolli medici, non si è indagati.
Il dottor Rossaro curava con dieta, vitamine, minerali ed erbe e sconsigliava il ricovero in ospedale, anche il dottor Luigi Di Bella seguiva una cura alternativa e finì sotto inchiesta; il Dottor Roberto Zanella curava il cancro con terapie di tipo psicologico e finì sotto inchiesta.
Sembra assurda la cura del tumore con terapie psicologiche però, se partiamo dal dato che la sofferenza psicologica può far ammalare anche fisicamente, se si crede all’efficacia dei medicinali placebi, l’idea non appare più tanto strana
La libertà di scelta terapeutica prevista dalla nostra costituzione è minacciata dalla lobby del farmaco, non si può esercitare la medicina secondo il giuramento di Ippocrate, secondo scienza e coscienza, invece bisogna inseguire la medicina dei protocolli, vincolanti dal punto di vista legale; da un punto di vista pratico, sembra che qualunque persona, anche senza sensibilità medica e spirito d’osservazione, ma rispettosa dei protocolli, potrebbe fare il medico.
Il tumore è una malattia dovuta ad una resa del sistema immunitario, che produce danni cromosomici e cellulari, di fronte a questo male, il sistema sanitario pensa solo a sfruttare i contribuenti, vi manca un reale interesse per il malato ma è tutelato quello dell’industria della sanità e quello della classe medica. Però si sa che ginseng e semi di lino sono utili nella terapia dei tumori, il ginseng è anche un toccasana contro la fatica cronica. Il latte, usato dagli adulti, favorisce tumore al seno ed alla prostata, è responsabile d’allergie e indebolisce le ossa; oggi si sa che esiste un rapporto tra mancanza di calcio e tumore, il calcio del latte inibisce l’attivazione della vitamina D; le proteine del latte tolgono il calcio alle ossa, come fanno il sale, la caffeina e il tabacco
Secondo ricercatori olandesi, i mitocondri hanno il compito di ossidare gli zuccheri, dare energia alla cellula e regolare la morte programmata delle cellule difettose; nei tumori, i mitocondri vengono spenti e le cellule si procurano energia con la glicolisi, che avviene in ambiente anaerobico cioè senza ossigeno. Perciò, per distruggere i tumori, si è pensato di riattivare i mitocondri, con i topi si sono ottenuti successi senza effetti collaterali; questo risultato è stato ottenuto con il dicloroacetato, usato contro malattie neurologiche, secondo l’Istituto Mario Negri, non è la prima volta che si tenta di attaccare i tumori agendo sui mitocondri.
I funghi possono essere tossici, commestibili e terapeutici, esattamente come piante e batteri; c’è chi sostiene che il cancro dipende da un’affezione fungina, infatti, con le sue metastasi, esso pare espandersi come un fungo, e come un fungo si sviluppa in ambiente acido, il quale favorisce reazioni mutagene. La velocità di crescita della masse tumorali è uguale a quella fungina, il metabolismo delle cellule fungine è uguali a quello dei tumori, tra i funghi umani vi è la Candida, per cui, ci potrebbe essere un nesso tra candida e tumori, la Candida potrebbe degenerare in tumore.
La Candida spesso insorge dopo terapia antibiotica, quando i batteri di contrasto alle malattie sono indeboliti; la Candida è un fungo opportunista aggressivo che attacca organi interni, è capace di passare da uno stato innocuo ad uno patologico. Nei tessuti dei malati di tumori è presente il micete del fungo, l’incistamento delle colonie fungine provoca le neoplasie (Dottor Tullio Simoncini); esistono diversi tipi di Candida, le cellule tumorali di topo, infettate con Candida Albicans, crescono più velocemente.
La Candida presenta la stessa struttura genetica del cancro, l’unità di base è una cellula fungina che è riuscita a colonizzare un organo. Per il Dottor Tullio Simoncini, la Candida è la causa eziologia del cancro, può produrre metastasi ed ha un patrimonio genetico sovrapponibile a quello dei tumori, può invadere ogni tessuto od organo. I funghi della terra, delle piante e di animali si combattono con i sali e soprattutto con il bicarbonato di sodio, che contrasta l’acido, i funghi non attecchiscono nemmeno in luoghi salini.
Cancri, sclerosi multipla e psoriasi si curano con i sali, i funghi attaccano qualsiasi sostanza organica, soprattutto quella in via di degradazione, il bicarbonato di sodio è una sostanza attiva contro la Candida; naturalmente, la medicina dei protocolli irride all’idea che i tumori si possano curare con il bicarbonato di sodio, però il bicarbonato di sodio, preso a stomaco vuoto, è stato usato con successo nella cura del tumore allo stomaco. L’organismo che sviluppa la Candida è un organismo debilitato con basse difese immunitarie, poi la Candida può degenerare in tumore.
Al di fuori del regno animale e vegetale, esistono virus, batteri, funghi e protozoi; l’elemento comune di questi organismi è che assorbono direttamente gli alimenti, senza trasformarli con la digestione, come fanno gli animali, o con la funzione clorofilliana come fanno le piante; sono organismi generalmente monocellulari e con cellule prive di nucleo, però i funghi possono essere anche pluricellulari e con nucleo, hanno anche la tendenza ad assumere grandi proporzioni, la forma del fungo non è definita.
I funghi sono parassiti che hanno bisogno di carboidrati semplici e dipendono dagli esseri viventi, si alimentano nutrendosi di scorie organiche, alle loro spore è affidata la continuazione e la diffusione della specie; queste spore possono rimanere dormienti fino a che le condizioni ideali non le riattivano. I farmaci possono determinare mutazioni nei nuclei dei funghi parassiti e le sostanze nutritive possono indurre mutazioni nei funghi; a volte i funghi si fondono e cooperano, possono trasferire il nucleo e il citoplasma di una cellula danneggiata in un’altra sana; i funghi, per vincere la resistenza dell’ospite, modificano il proprio metabolismo.
Esistono funghi patogeni, la Candida Albicans è un parassita umano e non risparmia nessun tessuto od organo, è refrattaria a qualsiasi trattamento e si difende trasformandosi, la chemioterapia ne favorisce la diffusione; ha una violenza aggressiva diversificata, in funzione del tessuto interessato, mentre le cellule sane cercano di scalzare l’invasione, le cellule fungine assorbono sostanze nutritive e si espandono, diffondendosi attraverso sangue e linfa.
Una diminuzione dello stato di benessere dell’organismo favorisce l’attecchimento fungino e quindi del tumore, in un’ottica d’infezione micotica. Chemioterapia e radioterapia, per la loro tossicità, favoriscono l’aggressività micotica; per affrontare il problema, il primo passo è un’alimentazione adeguata, in modo da potenziare le difese dell’organismo; la Candida è sensibile al bicarbonato di sodio perché si riproduce in ambiente acido, in effetti, il tumore allo stomaco guarisce con il bicarbonato assunto a stomaco vuoto.
Oltre i tumori rimessi naturalmente, esistono quelli al limite della benignità, come quelli alla mammella e quelli prostatici, poi ci sono quelli che hanno un’evoluzione autonoma positiva; alcune malattie scompaiono da sole senza interventi medici e senza placebo. Diceva il comico Totò che il raffreddore se ne va dopo sette giorni da solo, invece, con le medicine, se ne va dopo una settimana, forse era in errore, perché le medicine possono peggiorare lo stato dell’organismo.
La maggior parte della malattie cronico degenerative hanno cause micotiche, cioè nei parassiti fungini, i funghi della Candida hanno infinite capacità d’adattamento a tutti i substrati biologici, hanno estrema potenzialità patogena, attaccano qualunque sostanza organica, soprattutto quella in via di degradazione; perciò, secondo il Dottor Simoncini, il tumore non deriva da un’anomala riproduzione cellulare, secondo una teoria adottata dalla scienza medica ufficiale.
La misurazione del PH dei tessuti ha evidenziato che il microambiente è più acido nei tumori che nei tessuti normali, l’iperacidità può essere favorita dall’alimentazione e dall’acido lattico; però per i tumori, gli oncologi ipotizzano cause virali, biochimiche e genetiche, per loro la cellula cancerogena è il prodotto finale di un processo durante il quale delle cellule avariate cominciano a morire e producono vescicole, da cui si origina il tumore.
Con lo sviluppo del tumore, c’è la fase della putrefazione, perché le masse cancerose contengono i batteri della putrefazione che generano un processo di necrosi generalizzato e accelerato. Un organo muore per perdita d’energie e tessuti, per formazione di batteri e per decomposizione e diviene putrescente; questa degenerazione però avviene solo quando l’organismo la consente, cioè quanto le difese immunitarie sono carenti; altrimenti non si spiegherebbe perché, esposti alle stesse sostanze tossiche, alcuni uomini sopravvivono ed altri no; la genetica c’entra meno.
Con la degenerazione cancerosa, cresce l’infiammazione, che raggiunge le ghiandole, con disintegrazione delle cellule adiacenti e diffusione del tumore; nei tessuti cancerogeni in decomposizione, sono presenti parassiti costituiti da funghi, amebe, protozoi e batteri. C’è perciò chi sostiene che il cancro non dipende da cause genetiche, ma da un’affezione fungina, infatti, con le sue metastasi, pare espandersi come un fungo; come un fungo si sviluppa in ambiente acido, il quale favorisce reazioni mutagene e tumori.
La velocità di crescita delle masse tumorali è uguale a quella fungina, il metabolismo delle cellule fungine è uguali a quello dei tumori, tra i funghi umani vi è la Candida, perciò ci potrebbe essere un nesso tra candida e tumori e la Candida potrebbe degenerare in tumore. Il Dottor Di Bella, che ha ricevuto l’ostrascismo dal sistema sanitario italiano e dal ministro italiano della sanità, ma fu ricevuto anche dal parlamento europeo, curava i tumori con somatostatina, acido retinoico o vitamina
A, melatonina, vitamine E, C e D; il professor Umberto Veronesi ha riconosciuto che somatostatina e vitamina A sono antitumorali, da altre fonti sappiamo che anche il calcio e la vitamina C sono antitumorali.
Malgrado le dichiarazioni della medicina ufficiale, esiste grande sfiducia tra gli oncologi verso la chemioterapia, 3 oncologi americani su 4 rifiuterebbero per se la chemioterapia, per la sua bassa efficacia ed i suoi effetti devastanti sull’organismo umano; il Dottor Hardin Jones, dell’Università della California, ha affermato che i malati di cancro, quando non sono curati, non peggiorano.
Secondo il Dottor Ulrich Abel, epidemiologico tedesco, tutti i pazienti curati con la chemio ne hanno pagato lo scotto, perché la chemioterapia non allunga la vita ai malati; l’80% della chemioterapia somministrata nel mondo è priva d’efficacia (rivista Lancet del 10 agosto 1991), pero i farmaci chemioterapici sono molto remunerativi, anche se inefficaci.
Il PH è la misura di acidità di un liquido, i valori vanno da 0 a 14, da 0 a 7,3 si ha una condizione acida, da 7,4 a 14 una condizione alcalina o ossigenata; i fluidi entrano ed escono da una cellula con una carica elettrica perché i nutrienti sono convertiti in elettricità, senza la quale il cervello non può comunicare con gli altri organi; la carica elettrica è favorita da alcuni nutrienti minerali, se questi sono assenti nei liquidi, il corpo li prende dalle riserve, impoverendo anche le ossa.
Se il livello alcalino si abbassa, cioè se la presenza d’ossigeno diminuisce, il corpo si espone a malattie e tumori, il Dottor Otto Warburg, premio nobel, ha affermato che il cancro nasce dall’incapacità della cellula di respirare, cioè di ricevere osmoticamente il liquido extracellulare, il che procura mancanza d’ossigeno alla cellula; la respirazione è compromessa a causa di fermentazione acida o abbassamento del PH e la cellula non è più in grado di convertire il glucosio in energia. Perciò il cancro prospererebbe in condizioni anaerobiche di mancanza d’ossigeno, cioè acide, aumentando PH e il contenuto d’ossigeno, da 7,4 in su, si crea un ambiente ostile al cancro, il cloruro di cesio aiuta ad aumentare il PH velocemente. I funghi, precursori del cancro, allignano in ambiente acido.
Secondo il Dottor Silvio Buzzi di Siena, un derivato della tossina difterica è in grado di combattere il tumore; la relativa ricerca è stata pubblicata dal Centro di Ricerca dei tumori americano sul cancro; la reazione si verifica perché si ha una risposta immunitaria alla difterite, infatti, qualsiasi germe stimola il sistema immunitario. Con un esperimento si provocò artificialmente nei conigli, grazie ad un derivato d’idrocarburi, un tumore, poi si usò come contrasto la tossina difterica e la massa tumorale regredì della metà, l’esperimento fu ripetuto con altri successi. Come si vede è tanta la ricerca fatta sui tumori, con notevoli successi, questi studi potranno trovare applicazioni solo se le case farmaceutiche si convinceranno che possono rendere come la chemioterapia, la sanità rischia a breve di essere sommersa da scandali come la finanza.
Il 30% delle morti è dovuta a tumori, il tumore più diffuso è quello polmonare, che diminuisce tra agli uomini e aumenta tra le donne, a causa del fumo; la donna non è più forte dell’uomo, a causa dei suoi cambi di vita, tra dieci anni ci dovrebbe essere parità tra uomini e donne, per morti da sigaretta. La chemioterapia cura solo il 2% dei malati di tumore e non prolunga la vita dei malati; alcuni medici in buona fede, sono spinti a credere a certe cure grazie a false statistiche sull’efficacia dei farmaci e, purtroppo, la maggioranza dei pazienti segue le indicazioni dell’oncologo.
I micoplasmi sono dei batteri, simili a funghi, privi di parete cellulare, capaci di sfuggire agli attacchi del sistema immunitario perché appaiono come parete della cellula ospite. Questi parassiti si possono localizzare nei tessuti articolari, generando artriti; provocano bronchiti, faringiti e asma, attaccano cervello, fegato, pancreas, sangue, pelle; procurano infiammazioni alle vie urinarie, malattie coronariche e malattie di cuore. Sono stati trovati nel fluido cerebrospinale di pazienti con meningite, encefalite, Alzheimer, artrite reumatoide, sclerosi multipla, asma, cancro, leucemia, fatica cronica e nel midollo osseo di bambini con leucemia; ne sono state individuate cento specie.
I micoplasmi sono dei parassiti che, diversamente dai virus, possono vivere all’interno dei liquidi dei tessuti senza distruggere le cellule; come fanno virus e batteri, producono infiammazioni con gonfiori, dolori e reumatismi, non sono riconosciuti dal sistema immunitario, perciò questo, per reagire, si rivolta anche contro cellule sane. I micoplasmi prosperano in ambiente ricco di colesterolo e nella mucosa dell’apparato respiratorio, competono con le cellule per i nutrienti e possono provocare mutazioni del DNA e del RNA, perciò sono collegati ad alcune forme di cancro; possono sopravvivere anche all’interno dei globuli bianchi, in questo modo possono viaggiare attraverso tutto l’organismo, attraversare la barriera cefalica ed arrivare al fluido spinale.
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