Una finestra nuova, per tutti, aperta sulla strada, sul mondo, ... lontana dai poteri, vicina alla gente, ... curiosa, rispettosa, amica, ... aperta allo scambio, alla battuta, al saluto, alla discussione, alla polemica, ...incline alla pace, ... ansiosa di verità, ...anche provocatoria se necessario, ... puntuale, ... intrigante, ... attesa, ............

IL QUESTORE DI PERUGIA, POCHI GIORNI DOPO LA SCOPERTA DELL’ATROCE DELITTO DI MEREDITH KERCHER , IN CORSO DI UNA CONFERENZA STAMPA SOTTO I RIFLETTORI INTERNAZIONALI, CON SICUREZZA, E INTENTO A RASSERENARE LA COLLETTIVITA’ DISSE: “ FORSE TRE O QUATTRO GIORNI POSSONO APPARIRE ANCHE TROPPI, TUTTAVIA OGGI POSSIAMO DIRE CHE ABBIAMO LAVORATO SERIAMENTE E SENZA SOSTA, E PERTANTO RITENIAMO QUESTO DELITTO UN “CASO CHIUSO” !

IN ITALIA FU GRANDE LO STUPORE, MA ANCHE LA PERPLESSITA’: L’OTTIMISMO DEL QUESTORE CI APPARVE QUASI UN GESTO “CONSOLATORIO” VERSO I FAMILIARI DELLA VITTIMA, TESO INOLTRE A SDRAMMATIZZARE LE PIU’ CHE GIUSTE PAURE DEI TANTI STUDENTI DELL’ERASMUS CHE SI PREPARAVANO A RIENTRARE NEI LORO PAESI D’ORIGINE….

GIORNO DOPO GIORNO, SULLA MISTERIOSA MORTE DI MEREDITH, MOLTE OMBRE, INQUIETUDINI, CONTRADDIZIONI, DUBBI E CERTEZZE SI SONO AVVICENDATE NON SOLO NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO, MA ANCHE NELL’AMBITO INVESTIGATIVO: UNA SOLA COSA E’ VERA ED INCONTROVERTIBILE: MEREDITH E’ STATA UCCISA.

Tutto il resto è da vedere, da discutere, da provare.

{/noreg}{reg}

IL QUESTORE DI PERUGIA, POCHI GIORNI DOPO LA SCOPERTA DELL’ATROCE DELITTO DI MEREDITH KERCHER , IN CORSO DI UNA CONFERENZA STAMPA SOTTO I RIFLETTORI INTERNAZIONALI, CON SICUREZZA, E INTENTO A RASSERENARE LA COLLETTIVITA’ DISSE: “ FORSE TRE O QUATTRO GIORNI POSSONO APPARIRE ANCHE TROPPI, TUTTAVIA OGGI POSSIAMO DIRE CHE ABBIAMO LAVORATO SERIAMENTE E SENZA SOSTA, E PERTANTO RITENIAMO QUESTO DELITTO UN “CASO CHIUSO” !

IN ITALIA FU GRANDE LO STUPORE, MA ANCHE LA PERPLESSITA’: L’OTTIMISMO DEL QUESTORE CI APPARVE QUASI UN GESTO “CONSOLATORIO” VERSO I FAMILIARI DELLA VITTIMA, TESO INOLTRE A SDRAMMATIZZARE LE PIU’ CHE GIUSTE PAURE DEI TANTI STUDENTI DELL’ERASMUS CHE SI PREPARAVANO A RIENTRARE NEI LORO PAESI D’ORIGINE….

GIORNO DOPO GIORNO, SULLA MISTERIOSA MORTE DI MEREDITH, MOLTE OMBRE, INQUIETUDINI, CONTRADDIZIONI, DUBBI E CERTEZZE SI SONO AVVICENDATE NON SOLO NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO, MA ANCHE NELL’AMBITO INVESTIGATIVO: UNA SOLA COSA E’ VERA ED INCONTROVERTIBILE: MEREDITH E’ STATA UCCISA.

Tutto il resto è da vedere, da discutere, da provare.

Analizzando questo drammatico fatto di sangue, tra le tante ipotesi che si sviluppano quotidianamente, non ve ne è una sola che non sia contraddetta da elementi e indizi che dovrebbero fortificare un impianto accusatorio verso le prove.

Ma sono proprio le prove a mancare, nonostante al momento sembrino convergere verso Amanda, la coinquilina di Meredith e il “barone”, stando almeno ai risultati dei primi esami della scientifica, esami però che non sono terminati, e che solo quando questo aspetto si sarà concluso, si potrà avere un quadro più chiaro, a riguardo dei presenti in quella maledetta casa, la notte del delitto.

Tuttavia rimangono molti punti avvolti nel buio fitto di una indagine complessa, difficile, e con la certezza che sia gli arrestati che il neo libero Lumumba, sappiano quanto non vogliono o non possono dire: chi stanno coprendo, e perché?

La recente “comparsa” sulla scena del giovane spacciatore detto “barone”, soprannome questo più volte usato anche in ambienti legati al mondo dell’usura, aggiunge un tassello importante, sempre che anche per lui sia chiesto ed accolto un provvedimento di custodia cautelare, essendoci a mio avviso, tutti i presupposti necessari alla limitazione della libertà dell’individuo.

Infatti il pericolo di fuga rimane, in quanto appare impossibile che sia un ragazzo così giovane il punto ultimo di riferimento per un traffico che chissà quanti e quali clienti doveva soddisfare.

La possibilità di inquinamento delle prove, sta proprio nel fatto che è presumibile che costui durante la latitanza non abbia prudenzialmente pianificato con i principali fornitori, l’eventuale tesi da sostenere di fronte all’Autorità Giudiziaria.

Come pure, terzo requisito che in questo caso imporrebbe la custodia cautelare, è la possibilità che il giovane possa ripetersi nel reato di un possibile omicidio, magari impostogli da chi sta dietro e molto al di sopra di lui.

In questi giorni si fa un gran parlare della presenza della droga a Perugia, nonché dei tanti studenti che ne fanno uso avendola ormai normalizzata alla stregua di un pacchetto di sigarette.

Mi dispiace, ma su questo punto non concordo, nel vedere a Perugia l’epicentro di una realtà che seppure esiste, non è più intensa ed accentuata rispetto alla problematica in generale, e presente ovunque. Tanto più, se consideriamo che Perugia è una città di limitata superficie, e pertanto sotto un più attento osservatorio che rende sicuramente scomodi “traffici” così facili da individuare, se culminano addirittura un delitto di tale efferatezza, e i cui moventi appaiono insufficienti se limitati al sesso e all’orgia a base di droga.

Dal mio punto di vista, c’è dell’altro, anzi direi che lo stile di vita di questo gruppo di ragazzi certamente censurabile da ogni punto di vista, non riesce nemmeno più a rappresentare un alibi, sia esso collettivo o individuale, e tanto meno costituisce un movente che sembra aver scatenato la furia, il raptus, la follia, su una ragazza che comunque con queste stesse persone condivideva la sua sosta nel capoluogo umbro.

01.JPGSono molte le assurdità che a loro volta impongono una lunga serie di domande, a cominciare dal perché, anche se umanamente può apparire giusto, sia stato posto in libertà Lumumba.

Non è forse lui il titolare o gestore del locale dove lavorava alcune sere la gelida Amanda?

E se l’ipotesi di un traffico di droga misto al reclutamento di ragazze, una “merce” pregiata che solitamente al riparo di sguardi ed orecchie indiscrete trova accordi e trattative tra un drink e l’altro, in locali “al di sopra di ogni sospetto”, trovasse conferme anche per quanto riguarda “Le chic”?

Con questo non voglio attribuire responsabilità personali a Lumumba, ma non si può nemmeno escludere che nel suo locale, il ruolo di Amanda abbia visto concentrare in sé itinerari turistici all’interno di un tunnel al quale si poteva accedere passando per “Le chic”.

Lumumba può darsi che lui stesso ne fosse inconsapevole vittima, da parte di chi aveva magari fatto del suo locale un punto di approccio, considerando poi che solo recentemente vi erano stati passaggi societari della sas, tutti peraltro pianificati presso un Notaio nella stessa giornata, passaggi dall’esame dei quali emergerebbe qualche “stranezza” di rapporti tra il cedente e i riceventi, un cedente cui sarebbero rimasti gli stessi poteri che aveva prima di tale passaggio.

Forse tale aspetto appare estraneo al tema che ha come obiettivo la cattura di chi da solo o con altri ha ucciso la studentessa inglese, tuttavia poiché in certi casi anche un giro improprio di denaro, ha un ruolo importante specie in termini di “lavanderia”, il Lumumba forse sarebbe stato più tranquillo in carcere, almeno per la sua stessa incolumità, e avrebbe evitato di divenire, ora che è libero, un obiettivo da usare per confondere ancora di più le carte.

Sono opinioni e niente di più le mie, tuttavia rientrano in quello spirito di osservazione che ha destato in me non poca inquietudine, anche esaminando il caso in molti altri aspetti, che possono apparire insignificanti, quanto aprire nuove ipotesi in un quadro assai difficile da decifrare.

Ad esempio, se ci soffermiamo al momento in cui il delitto è stato scoperto, ci piacerebbe conoscere quali sono stati i passaggi di consegne per chi avrebe avuto il gravoso compito di avvertire i familiari della vittima.

Sappiamo che i genitori di Meredith erano separati, sappiamo che la mamma a causa di una grave malattia è sottoposta a dialisi, anche se non conosciamo la frequenza del trattamento clinico, sappiamo che il papà, con il quale Meredith viveva, è un giornalista free-lance, e che come tale forse è spesso in giro alla ricerca di un scoop da vendere a qualche testata importante…

Né sono mancati eventi in Italia organizzati per la stampa inglese, come se ben ricordo ve ne fu uno di cui si parlò molto, proprio nelle Marche.

Ora, leggendo le prime dichiarazioni del padre di Meredith, sembra che lui abbia appreso della notizia, nel pomeriggio del 2 novembre, effettivamente molte ore dopo la scoperta del delitto.

Ma , così come ha pù volte ribadito, nessuna delle autorità preposte in tal senso lo aveva avvertito, lui disse: “ Quando ho sentito dalla televisione che a Perugia era stata uccisa una studentessa inglese, ho subito pensato a Meredith, con la quale avevo parlato il giorno prima, e così ho telefonato al giornale e poi all’ufficio stranieri ( ha usato i termini inglesi) , che mi hanno confermato la notizia, ma io ho sperato che si trattasse di un’altra Meredith….”

Già questa speranza lascia intendere che seppure si è informato telefonicamente, nessuno gli avrà confermato il cognome, anche perché, come ripeto, vi sono organismi appositi e che sono tenuti ad informare i familiari di qualunque vittima straniera presente in Italia, in tempo reale.

Probabilmente si il dottor Kercher avesse telefonato direttamente a Perugia, presso i Carabinieri, o la Polizia, o la stessa Procura della Repubblica, seguendo in tal modo l’istinto più logico per un padre in ansia, sarebbe stato informato dell’accaduto, e posto nelle condizioni di decidere di non perdere nemmeno un secondo di tempo.

Naturalmente anche il Magistrato titolare del caso, il Dottor Mignini, avrà voluto porgere le sue condoglianze alla famiglia della ragazza, chiedendo a ciascun componente tutto ciò che potesse rivelarsi utile ai fini dell’indagine, partendo proprio da come avevano appreso della notizia.

E al Magistrato il dottor Kercher dichiara di non averla sentita dalla televisione, ma che lui ne era stato informato dall’ex moglie, la quale, avendola sentita dalla televisione, lo aveva avvertito telefonicamente, non sappiamo se su una utenza fissa o su un cellulare, verso le 17 del 2 novembre, e che solo in quel momento, sempre sperando che non si trattasse della propria figlia, aveva contattato il giornale e l’Ufficio Straneri.

Certamente è triste apprendere di una simile tragedia da una voce che la trasmette al di là del piccolo schermo, e dobbiamo ammettere che eventi di tal genere capitano frequentemente, ma dobbiamo anche considerare il fatto che a volte nemmeno tra parenti si riesce a comunicare con facilità, specie se per caso il dottor Kercher, per motivi di lavoro, non si fosse trovato quando l’ex moglie lo cercava, nel suo paese di residenza, o comunque impegnato in un servizio giornalistico per il quale poteva essere ovunque.

Poveretto, credo che fosse morbosamente attaccato a questa figlia, se consideriamo il fatto che benché separato dalla moglie, Meredith viveva con lui, con questo papà che non ha scelto la casa dove abitava la ragazza per lasciare un mazzo di fiori candidi così come considerava candida la creatura che un atroce destino le aveva portato via.

Il dottor Kercher, ha invece lasciato, tra i lumicini della fiaccolata dedicata a Meredith la sera prima, una splendida rosa rossa, accompagnata da un biglietto, sul quale si leggono parole d’amore, sue, solo sue, non a nome dell’intera famiglia, parole che potrebbero essere confuse con quelle di un uomo privato di un amore, cui giura l’eterno ricordo.

Forse il dottor Kercher non sa, che a Perugia, la storia della Rosa Rossa, di cui paradossalmente si occupa proprio il dottor Mignini, ha scoperchiato il mistero di un altro omicidio, la cui verità, per anni è stata occultata, in nome di questo fiore dello stesso colore del sangue.

{/reg}

“NON E’ QUESTA PERUGIA…. SI STA DANDO UN’IMMAGINE ALTERATA DELLA CITTA’ “….

IL SINDACO APPARE PREOCCUPATO, PENSA CHE LA MORTE VIOLENTA DI UNA GIOVANE STUDENTESSA, POSSA “SCIUPARE IL TRUCCO” AL CAPOLUOGO UMBRO… ILLIBATO, PURO, UN LUOGO CHE NEMMENO CONOSCE IL SIGNIFICATO DI UNA PAROLA COME “DELITTO”…

EVIDENTEMENTE GLI ANNALI DELLA CITTA’ NON SONO STATI AGGIORNATI, FORSE SONO RIMASTI AL TEMPO DELLE SOCIETA’ DEL MUTUO SOCCORSO….

Lo stupore non è mai troppo, se a poche ore di distanza, prima il Capo dello Stato, poi il Sindaco di Perugia, a fronte di due eventi culminati nel sangue, Gabriele e Meredith, due giovani morti senza ragione, senza movente, due giovani che forse confidavano nella protezione delle istituzioni, oggi dall’aldilà ascoltano come tutti noi, che la loro stessa morte, sciupa l’immagine dell’Italia, e di una città.

“Scusate il disturbo” diranno queste due anime, “scusate se il nostro sangue ha sporcato il territorio sul quale, se ci è consentito, siamo morti noi, non di certo voi o i vostri figli..”

Ma davvero anche dalle Autorità dobbiamo ascoltare commenti che lasciano senza parole, commenti espressi sui corpi ancora caldi di due vittime, semmai, venute a morire in un Paese che non è più capace di vigilare nemmeno sull’incolumità fisica, dei singoli, della collettività?

Parole che anziché esprimere il dolore per chi ha perso la vita, lamentano il danno di presentarci al mondo per quello che siamo, per ciò che accade anche in Italia, come se qui si vivesse sotto una campana di vetro, immuni da qualunque pericolo….

E a chi dovremmo nascondere un’immagine così distorta dagli orrori che ogni giorno, da nord a sud, da est ad ovest si susseguono in un crescendo tale da poter ambientare perfino nella terra dei Santi, i film dell’horror, assai meno spaventosi di quanto ci aggredisce nella realtà?

Nemmeno la protervia dell’America si sarebbe posta il problema dell’immagine, loro che si sentono i padroni del mondo, forse, avrebbero evitato commenti così inadeguati e offensivi per chi ha subìto, e per coloro che sono chiamati a raccontare la verità, anche la più crudele.

Le mie osservazioni, non vogliono essere un giudizio, ma una critica si, nella veste di una qualunque cittadina, che non manca di rispetto a nessuno, se esprime il proprio pensiero, interpretando quello dei più.

La morte di Meredith Kercher, fu ritenuto un caso “chiuso” a tempo di record: ma quanti credettero alle parole del Questore, oltre egli stesso che sperava veramente in un efficiente risultato delle forze dell’ordine, coordinate dagli inquirenti?

Nell’assistere a quella conferenza stampa, e già avevo studiato il caso rendendomi conto della sua complessità, ebbi la certezza che ci si sarebbe trovati di fronte ad una situazione delicatissima, e che avrebbe richiesto chissà quanti anni, prima di poter assicurare alla Giustizia, chi aveva massacrato la giovane Meredith, e soprattutto per quale movente.

E’ pur vero, che il quadro indiziario iniziale, appariva orientato con buone possibilità di riscontri, verso i tre che furono subito arrestati: la coinquilina della vittima, Amanda Knox, americana e studentessa presso l’Università per stranieri; l’amico della vittima e dei tanti giovani che animavano il locale di sera, Le Chic, gestito da Lumumba; il fidanzatino della bella Amanda, venuto dalla Puglia e a pochi giorni dalla laurea, un tipo cui piaceva nei suoi blog dare un’immagine di se stesso, da provocatore, trasgressivo, e tuttavia schiavo di chissà quali conflitti che nemmeno cento spinelli insieme avrebbero sopito.

Poi, nel corso dei primi interrogatori, i tre amici iniziarono ad accusarsi vicendevolmente, e questo devo dire, fu un particolare, che mi insospettì, nel senso che mi dava l’impressione, unitamente al un bagaglio di contraddizioni, che l’uno sospettasse dell’altro, ma che forse ben poco sapevano di come era morta Meredith, a meno che non coprissero qualcuno, forse l’ultima persona che si poteva immaginare.

Certamente, nessuno dei tre indagati poteva vantare una conduzione di vita moralmente trasparente, anche se certi comportamenti tendono a normalizzarsi, contagiando l’intera generazione dei nostri figli. Tuttavia, l’Amanda bastava vederla nei blog, con lo pseudonimo Foxy Foxy, un blog non meno inquietante di quello del pugliese.

Restava Lumumba, ma anche lui che per il suo alibi è addirittura ricorso ad un docente fatto venire apposta dalla Svizzera, peggiorando così la propria posizione.

Oltre al fatto, che per dimostrare che un locale è aperto, quantunque ancora vuoto,

sarebbe bastato un qualunque passante, o amico o dipendente….

Poi le tracce di sangue sotto la scarpa del Sollecito, per non parlare di un’Amanda che dichiara come ultima versione, di essere rientrata a casa, di aver notato sangue ovunque, specie nel bagno, dove lei si fa comunque una doccia, e riesce per andare a casa del fidanzato..

Un quadro talmente pesante, e privo di confessione allo stesso tempo, tale da non essere credibili nemmeno gli indizi, che infatti si sono indeboliti giorno dopo giorno…

Eppure Meredith tornando a casa quella sera, fece entrare il suo assassino, o magari lo trovò ad aspettarla fuori della porta.

Capita a volte di trovarsi di fronte ad una improvvisata da parte di chi non ci si aspetta di vedere. Capita…..

E capita anche che chi ha ideato la sorpresa, vuole essere sicuro di trovare la persona, e allora pensa di telefonarle, o se per caso è lei a chiamare, nel corso della conversazione si cerchi di sapere, chiedendo:”Stasera che fai?….. Esci o resti in casa a studiare?…… E la tua coinquilina che fa? Va come al solito al locale o si ferma a casa del fidanzato?…..”

Le solite, normali domande che si fanno, quando non si sa di che parlare, o quando…..?

O quando nella mente di qualcuno si fa spazio un piano diabolico……?

Già, se Meredith si era fermata a cenare con le amiche, perché decise di rientrare così presto?

E perché, una volta a casa, sembra che mangiò una seconda volta?

E se qualcuno l’avesse chiamata nel pomeriggio, dicendole che si trovava da quelle parti per lavoro, e magari chiedendole se poteva ospitarlo, quella notte?

Capita…...

E se a chiedeti il piacere è una persona che conosci bene, magari da una vita, qualcuno cui non te la senti ti dire di no, anche se già il disagio lentamente ti assale, non puoi far altro che dire di si.

Se l’ospite non ha cenato, prepari qualcosa, o magari qualcosa l’ha portato lui, gli fai compagnia, anche se hai già mangiato, assaggi un po’ qua e un po’ là, con un buon bicchiere di vino,forse due… tre

Capita……

Lui è stanco, ha viaggiato, ma la confidenza è tanta che è Meredith a mandarlo a letto, in camera sua, e non ci sarebbe stato niente di male, se lei si fosse messa in un angolo dello stesso letto…

Capita….

Intanto la parte bestiale nascosta in qualunque uomo, quando hai bevuto un po’, e vorresti sfogare la bramosia di un sesso non più giovane, cresce nell’istinto di chi non capisce più chi sia quella bella ragazza, sa solamente di avere davanti una donna, una femmina.

Lei trema…. ha paura…. l’assalgono i ricordi di un tempo…. intuisce che nulla è cambiato in quella belva che in pochi istanti la sbrana, sbavando fino a bagnare il cuscino…

Meredith non può urlare, si vergogna, non vuole, e dopo un debole tentativo di difesa, decide di arrendersi alla morte, sa troppo bene che se lo avesse umiliato lui avrebbe reagito con la sua innata violenza….

E il “giustiziere” diede sfogo a tutta la sua rabbia, mentre il sangue colorava una casa come un dipinto del sacrificio di un agnello….

L’uomo si lava in fretta, anche se ha calcolato tutto: semmai fosse rientrata Amanda, avrebbe fatto credere di essere arrivato all’improvviso, e aver trovato Meredith in quel modo…massacrata

Ma fece in tempo ad allontanarsi…

Amanda forse lo vide, forse lo riconobbe, anche se non pensava di trovare la morte…

Se non avesse visto nessuno, di fronte a quello scenario, o avrebbe chiamato subito la polizia, e comunque avrebbe aperto la porta della camera di Meredith, magari con una spallata, ma di certo non sarebbe riuscita, dopo essersi fatta la doccia, ben sapendo che solo questo gesto, sarebbe bastato a sospettare di lei…..

I tre indagati, una volta saputo da Amanda chi aveva visto uscire dalla casa, non potendo accusare nessuno, perché nessuno di loro aveva assistito al delitto, forse pensarono di accusarsi a vicenda, ben sapendo che gli indizi seppure non erano deboli, prima o poi, sarebbero caduti ….per temere una condanna da assassini, ci vogliono prove certe.

E poi, avrebbero cambiato mille versioni, e nessuna avrebbe retto, ponendo seri dubbi sulla loro colpevolezza.

Il mio sospetto è forte, e spero che il Pubblico Ministero si accorga che il presunto assassino è davvero scivolato su una buccia di banana.

Già, forse non si è fatto caso, a talune dichiarazioni rese ai giornali, là dove qualcuno potrebbe essersi platealmente tradito….

Mi fermo qui, poi se i miei sospetti si riveleranno infondati, allora esamineremo il delitto sotto un profilo meno sconcertante, più ampio e di natura esoterico-massonico...

{/reg}

DA QUANTO SI EVINCE DALLA STAMPA E DALLE STRINGATE NOTIZIE DEI TELEGIORNALI, APPARE CHIARA LA TENDENZA DA PARTE DI CHI E’ TENUTO A DARE SPIEGAZIONI PLAUSIBILI ALLA CITTADINANZA, CHE LA MORTE DI MEREDITH KERCHER, SARA’ SCRUPOLOSAMENTE VAGLIATA, ANCHE SE IL “MOVENTE” LO SI GIUSTIFICHERA’ NELL’AMBITO DI UNA SERATA TRA STUDENTI CHE SI SONO SPINTI TROPPO IN LA’, FINO ALLA TRAGEDIA….. E SEMBRA CHE QUALCUNO SI ASPETTI UN APPLAUSO, PER AVER ARRESTATO DOPO SOLO TRE GIORNI DAL DELITTO I PRESUNTI COLPEVOLI…. UN TEMPO DA RECORD, QUASI A SOTTOLINEARE, CHE ALTRI INDAGANO DA ANNI SU UNA MISTERIOSA MORTE, SENZA PUR GIUNGERE AD ALCUN RISULTATO… ATTENTI… POTRESTE SBAGLIARVI SUL MOVENTE DEL DELITTO KERCHER…. E POTRESTE SCOPRIRE CHE IL SACRIFICIO UMANO DELLA STUDENTESSA E’ IN STRETTA RELAZIONE CON IL “CASO NARDUCCI” E I COLLEGAMENTI CON IL MOSTRO DI FIRENZE…

In questo mio articolo, mi rivolgo innanzitutto alla famiglia di Meredith, non solo per condividere il loro dolore, ma anche perché esigano che sulla morte di questa figliola, sia fatta piena luce, senza sentirsi condizionati da alcunché possa emergere dalle indagini, già avviate dalla magistratura italiana, senza escludere che possa contribuire anche Scotland Yard, che ha già dimostrato in molte inchieste di aver preso coscienza di una crescente tendenza al delitto che si origina da settori legati al satanismo, all’occultismo, all’esoterismo, settori difficili da trattare, anche perché non siamo ancora abituati a collocare questa materia, nelle aule giudiziarie, fino a portare Satana sul banco degli imputati.

E mi rivolgo anche alle Autorità che rappresentano il capoluogo umbro, al Sindaco, al Questore, al Procuratore Capo, e finanche alla Curia Vescovile, affinché superino l’imbarazzo di attribuire alla città un’immagine diversa da quella di cui gode, come terra dei Santi, e diano invece prova di coraggio, di determinazione ad esorcizzare dal Male, i luoghi in cui visse San Francesco, luoghi di profonda Fede, e forse proprio per questo, tanto ghiotti per il Principe delle Tenebre.

Ma davvero vi è il rischio che un delitto che reca in sé la firma, lo si liquidi punendo chi eventualmente lo ha eseguito, senza preoccuparsi da dove si è originato, chi lo ha commissionato, rivolgendosi ad una setta satanica, al solo scopo di chiedere protezione giudiziaria, in cambio dell’agnello sacrificale?

O forse ci si aspetta, che i tre arrestati trovino il coraggio di tradire la Dea Lilith, la moglie di Lucifero, la Madre Oscura, i cui adepti, chiamati “Figli di Lilith” invadono le Università di tutto il mondo, reclutando da un oceano ad un altro, chi rimane schiavo di luccichii che solo Luis Cifer può emanare, visto che percorrere la via del Bene, per le nove generazioni, significa non vedere un futuro, nemmeno in lontananza.

E sapete perché i nostri giovani sono sempre più accecati? La responsabilità è nostra, è di chi ha paura di ammettere l’esistenza del Demonio, come perfino certi sacerdoti negano, la responsabilità è di chi si preoccupa di “lavare i panni sporchi in casa propria”, di chi , e c’è da aspettarselo da un momento all’altro, comunichi che il caso di Meredith, lo si può considerare chiuso, sul piano investigativo, salvo attendere i tempi lunghi di un processo, che si concluderà con una sentenza “esemplare”…

Mi chiedo se chi ha commissionato il delitto, ha voluto assicurarsi che le indagini fossero assegnate al fin troppo scomodo Pubblico Ministero dottor Mignini, perché solo in questo caso avrebbe avuto un senso l’offerta sacrificale in cambio della protezione che ci si aspetta da Satana, onde evitare che si vada a processo con questo Magistrato, senza il quale forse, potrebbe addirittura non esserci alcun processo.

E come non considerare la morte della studentessa , studiata bene a tavolino, con dovizia di particolari, e messaggi in codice, analogie tra date che non a caso richiamano alla memoria il Mostro di Firenze.

Chi di voi si è accorto, tanto per fare un esempio, che l’1 novembre scorso, si compiva il tredicesimo anno da quando Pacciani fu condannato a ben 14 ergastoli come Mostro di Firenze?

L’osservazione non è superflua se parliamo di un movente teso ad ottenere protezioni da eventuali condanne, e quindi è necessario richiamarsi ad una identica data, che sia riconducibile ad un identico argomento.

Il tredicesimo anniversario… non è forse il 13, il numero della Fortuna?

E non fu sempre il 13 il giorno in cui fu ripescato il cadavere dolosamente attribuito a Francesco Narducci?

Andate su questo link, e leggerete qualcosa di molto interessante, pubblicato nel Maggio del 2006 da Aldo Castellani.

http://italy.indymedia.org/news/2006/05/1073285.php

Ma vediamo insieme quante provocazioni sono state fatte dai Figli di Lilith , agli stessi inquirenti titolari del delitto di Meredict.

Partiamo dal volantino, che sembra essere scomparso dalla scena, nonostante la prima considerazione da fare, fosse l’arroganza, il coraggio, se vogliamo, di chi lo ha affisso, proprio all’Università, uno dei luoghi ove era presumibile fossero state disposte telecamere o agenti, almeno per controllare qualcosa di sospetto. E stranamente, il volantino è stato messo lì, come si usa fare nelle Università per i tanti annunci tra studenti. Successivamente la Digos lo ha preso, e la considerazione generale, è stata quella del “macabro scherzo”!

Ma siamo matti? O questa storia, temiamo diventi una “patata bollente” nelle mani di chi non vuole noie, oltre quelle che già tali considera, al solo pensare all’inchiesta sul caso Narducci.

Addirittura, in un comunicato, siamo stati invitati al riserbo nel parlare di questa storia, onde evitare morbosità…. Ma, se qualcuno è capace di spiegare cosa significa un monito ad evitare “morbosità”, glene sarò grata… Morbosità verso chi, verso che cosa…? O si vuole impedire l’interesse verso un caso che ci vede come Italiani, in un certo senso, mortificati almeno verso la famiglia della studentessa inglese se non verso le Autorità del paese di provenienza?

Oppure, l’uso della parola “morbosità” aveva una precisa destinazione?… Non ho la coda di paglia, anche se il serrato impegno da me profuso negli ultimi quindici anni, sui delitti del Mostro, e dal 2001 sul caso Narducci, può essere apparso un impegno “morboso”, e pertanto si teme che “la Carlizzi” faccia la stessa cosa in questo delitto, tanto più che lo vede collegato con l’inchiesta del medico perugino e con i delitti del Mostro.

Bè, se ho malignato, chiedo scusa, e comunque se ciò che sto facendo per la morte di Meredith, e ciò che mi propongo di fare, a qualcuno sembrerà “morboso”, mi si sopporti così come sono, perché non ho alcuna intenzione di limitare le mie ricerche, di documentarle, e di presentarle sia al Magistrato titolare del caso, sia per correttezza al Scotland Yard e ai familiari della vittima.

E torniamo al volantino, così come lo vedete riprodotto all’inizio del mio articolo.

Osservando la calligrafia, seppure in stampatello, non vi sarà difficile riconoscervi una mano femminile, vi sono infatti segni classici della grafologia, che riconducono alla donna. Non posso qui sviluppare l’analisi grafologica, ma sapete che stasera apriremo la discussione sul Forum, nella sezione Mostro di Firenze, e lì ci dilungheremo nei minimi particolari.

Non è detto che la donna che lo ha scritto, non l’abbia poi fatto affiggere da un uomo, ma questo poco conta.

Il volantino non è “anonimo”, così vuole apparire, anche se sappiamo che l’apposizione della firma, non corrisponde a chi l’ha scritto, e dunque quel nome “Gianfranco” vuole essere una indicazione.

Considerando che l’accaduto nella stanza di cui si ripropone l’affitto, appare come un film horror,

l’unico Gianfranco che ha girato film horror e di vampirismo a Perugia, è Gianfranco Clerici, i cui soggetti e sceneggiature non si differenziano da realtà come la morte di Merdict.

E che vi sia un chiaro intento a ricondurre l’immaginario collettivo all’horror da films, vi è un richiamo “tel ore pasti”, cui apparentemente segue un numero di telefono.

Ora il numero di telefono è inesistente, e non solo, perché indica una data precisa, che non è quella della morte della ragazza, come tutti hanno scritto, ma è un’altra data, in cui non sappiamo cosa si verificherà. Infatti il numero, dopo il prefisso 075, che indica Perugia, o meglio “a Perugia, in quanto non segue un reale numero di telefono, leggiamo 0111207 , che togliendo lo zero, avremo come data correttamente scritta l’11/12/07, undici dicembre prossimo.

Pertanto, la parola “tel.” Non va tradotta come “telefonare” bensì come “televisione” che associata a “ore pasti”, ci porta a confermare il cognome di Clerici, attraverso la trasmissione di Antonella Clerici.

Da notare la strana ripetizione del numero 2, strana perché in un caso, si legge “a 2 passi” quando normalmente andrebbe scritto “ a due passi”, e quindi evidenziando il due a numero, si riferisce ad un numero di persone, appunto 2. In un altro caso leggiamo cerchiato, “200 “, e anche qui poiché gli zeri non contano, resta ancora una volta in evidenza il 2, cioè altre due persone.

Quella sera dunque erano in quattro. Il fatto che il 200 con la e di euro sia cerchiato, indica la coppia dominante, che è stata pagata.

C’è poi un “Urgente”, che essendo scritto in rosso, non significa è urgente trovare i colpevoli, bensì significa “è urgente altro sangue”, rosso è il colore del sangue.

E ancora leggiamo sottolineato: “no perditempo”: è ovvio che nessuno avrebbe potuto contattare chi ha scritto il volantino, e dunque l’autore dice agli inquirenti: “No, state perdendo tempo…”

All’inizio del volantino viene descritta la camera, quindi il Tempio, “ampia e luminosa” e “vista spettacolare” grande per un altro rito, luminosa, indica la stessa Lilith moglie di Luci.fero, un rito che forse riservato a persona “singola” dello spettacolo “spettacolare”. “libera da novembre fino a giugno…” Qui vuole indicare otto mesi, che intercorrono tra novembre e giugno, 8 come i delitti del Mostro. E ancora: “Per Erasmus”. Il riferimento alla follia è chiarissimo. Infatti il progetto Erasmus prese questo nome da Erasmo da Rotterdam, autore dell’Elogio alla follia. Infine , “Preferibilmente a ragazza…..(inglese)”, sta a dire che Lilith sacrificherebbe anche un uomo, pur preferendo una ragazza, Il fatto di mettere tra parentesi “inglese” significa : esclusa inglese, in quanto il sacrificio dell’inglese è già stato celebrato.

“Di fronte parcheggio Sant’Antonio”, indica il luogo dove dovranno controllare chi li cerca, qualcuno della setta, sosterà lì, controllando i movimenti della Polizia, infatti Sant’Antonio è il Santo noto per far ritrovare le cose. Ma in questo caso potrebbe voler dire, che l’arma del delitto è stata lasciata di fronte al quel parcheggio, ben nascosta.

Vi è stata poi la consacrazione del rito, mediante il mazzo di Lilium bianchi , agganciato alla ringhiera di fronte alla casa di Meredith, senza alcun biglietto.

La letteratura esoterica ci conferma che da Lilith prese nome il fiore Lilium, sia come segno di purificazione mediante versamento di sangue, sia per l’intenso profumo che lo stesso fiore emana accompagnando la vittima sull’Altare di Satana.

Il Lilium è anche il simbolo di Firenze che associato al prefisso 075 di Perugia, indica tra le due città, un patto di sangue, versato da vittime sacrificali, sia a Firenze che a Perugia.

Ora, nei messaggi in codice presenti nel delitto di Meredith, vi è qualcosa che non ritengo di poter rendere al momento pubblica, e vi prego di non chiedermi nulla, cercate di comprendere da soli, ciò che preferisco tacere.

Come proseguiranno le indagini, lo sapremo dai giornali e dai telegiornali, ma penso sia necessario manifestare al Pm Dottor Mignini, tutta la nostra solidarietà, infatti, mi è bastato vederlo in una delle immagini dei telegiornali, per percepire la sua consapevolezza di dover iniziare un’altra battaglia, altri ostacoli, altri depistaggi….. altri Giuda.

Può darsi che gli giungano pressioni, per confermare un movente passionale, o nulla di quanto io ho qui esposto responsabilmente e sarà la pista che seguirò, ed è possibile che il magistrato valuti di adeguarsi in questo momento, a quanto gli verrà indicato.

Ciò che sarà importante, tuttavia, è la mia personale convinzione, che prima o poi, la ricostruzione del delitto sul piano esoterico ed i relativi collegamenti, si imporrà come verità sostanziale ed oggettiva.

 

 

__________________________________________________________            

                                                           NOVITA' GIA' PRENOTABILE !

 

di Carmelo Maria Carlizzi

 

UN CASO DI SCHOLA

 

il giubileo

del Mostro di Firenze

1968-2018

________________________________________________

 

Quando un crimine viene lungamente preparato

e co­struito nella fucina della storia

tra alambicchi fumanti conte­nenti pozioni misteriose,

con al­chimie anti­che, sa­pienti e pazienti,

ri­correndo a rituali esoterici sempre più te­nebrosi

ma sem­pre più collaudati,

sperimen­tando nel segreto di antri sot­terranei

o anche a cielo aperto

singola­ri applica­zioni di tali procedimenti,

allora si de­termina la nascita di un nuovo metodo,

quindi di un nuovo amalgama

e infine di un nuo­vo es­sere.

Ma questo una vol­ta plasma­to poi davvero si ani­ma,

si muove, si alza in piedi, esce dal labora­torio

e va a com­piere ciò per cui è stato struttura­to.

Ed ecco quin­di ve­nir fuori,

ini­zialmente barcollan­te ep­pure già te­mibile,

dalla spelonca alche­mica tale crea­tura:

il Mostro!

 

lunedì 8 febbraio 2016

di Carmelo Maria Carlizzi

IL CICLO DELL’ACQUA – ABBIAMO GUASTATO TUTTO

C’è rimasto ormai assai poco al mondo su cui poter contare con certezza a parte il movimento dei pianeti attorno a noi. Infatti, per quanto riguarda la Terra, appena il ciclo dell’acqua non riuscirà più ad esercitare la sua capacità di rigenerazione ci resteranno improvvisamente pochi anni o forse pochi giorni e l’uomo, o meglio la bestia che è in lui e che lo ha portato a tutto questo da dentro e da fuori – e cioè Satana per chi lo riconosce protagonista occulto – avrà compiuto il suo progetto distruttivo.

Ormai, e si va velocemente avanti così, la Rosa Rossa e tutte le consorterie ad essa aderenti, e così quelle concorrenti, potranno a breve dire d’aver compiuto la missione loro affidata. E l’uomo? L’uomo scomparirà! E la Terra? La Terra diventerà nel loro progetto un sasso inerte che come ogni pianeta proseguirà la sua corsa in direzione dell’espansione che il gesto creativo volle allorché il Creatore immaginò attraverso sette ere di plasmare un luogo in cui collocare una creatura privilegiata, l’uomo appunto, a cui conferire il godimento di tutto e con cui – avendolo fatto come Lui volle a nostra immagine e secondo la nostra somiglianza – governare l’universo. E come se non bastasse in principio il Creatore gli recò in dono ogni sorta di piante perché se ne cibasse e di animali perché li dominasse e se ne servisse, e in ultimo, come se ancora non bastasse gli recò in dono la donna, perché assieme con lei, quale coppia crescessero, si moltiplicassero e dominassero nel creato.

NEWS

E’ in pubblicazione un libro-inchiesta sul caso che vide la scomparsa di Ylenia Carrisi.
L’Autore è uno dei più qualificati investigatori, italo-americano, che si interessò fin dall’inizio a questa vicenda venendo a conoscenza di fatti e circostanze a tutt’oggi rimaste inedite.
A mettere l’investigatore sulle tracce di Ylenia fu un testimone compagno di giochi della ragazza, un testimone mai comparso nelle indagini, e che proprio per questo potrebbero trovare riscontri da parte delle Autorità competenti e svelare quanto ancor oggi per i più è rimasto nel mistero.
A questo “amico del cuore” Ylenia confidava ogni suo pensiero, timore, sospetto, pur non riuscendo a ricambiare il sentimento d’amore che il giovane provava per lei.
Viene spontaneo chiedersi perché un testimone tanto importante sia rimasto nell’ombra, e la risposta è ben chiara leggendo ciò che l’Autore ha deciso di affidare alla pubblica opinione.
L’investigatore contattò all’epoca la famiglia Carrisi?
Entrò in contatto con gli apparati che indagavano sul caso?
Quali riscontri ebbe alle rivelazioni del giovane amico di Ylenia?
Ciò che sconcerta è il fatto che l’investigatore a queste domande risponde con tanto di prove e documenti.
Gabriella Carlizzi, dopo aver analizzato i contenuti del libro ha accettato di pubblicarlo ritenendo l’opera di immenso valore per il recupero di verità mai emerse in una storia che coinvolse l’attenzione di tutto il mondo.
Per motivi di sicurezza, al momento preferiamo tacere sul nome dell’Autore, pur confermando fin d’ora che lo stesso Autore, dopo la pubblicazione del testo, sarà a completa disposizione delle Istituzioni internazionali per qualsivoglia chiarimento.

La redazione