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L'INGEGNO UMANO: DALLA POMPA DI BICICLETTA ALL'ABORTO SECONDO EMMA BONINO

11 febbraio 2019

di Carmelo Maria Carlizzi

La sera di domenica 3 febbraio scorso guardavo per la prima volta un programma su Rai3, “Le ragazze”, che condotto da Gloria Guida narrava esperienze di vita di varie donne, note e meno note. Così assieme alla storia di Suor Paola conosciuta al pubblico quale tifosa sfegatata della Lazio e ben più meritoriamente perché impegnatissima nel recupero di giovani in difficoltà, scoprivo che Isa Barzizza, una famosissima attrice e soubrette che fece furore con Totò e Macario negli anni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, alla morte del marito rimasto vittima di un incidente d'auto benché ancora molto giovane e nel pieno del successo aveva abbandonato le scene per dedicarsi esclusivamente alla figlia e ad un lavoro che poco aveva a che vedere con il precedente, salvo tornare molti anni dopo a recitare.

Ma oltre a Suor Paola e ad Isa Barzizza, il programma della Guida raccontava tra le altre anche la storia di una impegnata femminista che negli anni Settanta era in prima linea nella lotta per l'emancipazione della donna. Ricordava questa mia coetanea, come in quegli anni Settanta, assieme ad altre compagne di lotta aiutasse ad abortire quelle donne che non volevano portare avanti gravidanze indesiderate utilizzando un metodo rudimentale, ma a suo dire assai efficace e innocuo: una pompa di bicicletta!

Incuriosito e, lo confesso, nel contempo inorridito da questa notizia che appariva incredibile, l'indomani sono andato a documentarmi sul web scoprendo a riguardo un'infinità di articoli. Quanto avevo appreso era vero: a partire dal 1975 e sino ad oggi di tanto in tanto in varie occasioni i giornali tornavano a parlare di questa “tecnica”, tutti accompagnando gli articoli con una vecchia foto in b/n che ritrae una giovane Emma Bonino nell'atto di “operare” su una donna in posizione ginecologica distesa su di un comune tavolo all'interno di uno “studio” che non appare certo un ambulatorio medico, avendo accanto una terza donna in qualità di assistente con in mano una comunissima pompa di bicicletta, strumento indispensabile per applicare tale tecnica.

 

sabato 11 agosto 2018

GABRIELLA PASQUALI CARLIZZI, IMPUTATA DI FEDE!

di Carmelo Maria Carlizzi

 

Sono trascorsi 8 anni dal giorno in cui Gabriella ci ha lasciati eppure ad ogni anniversario si rinnova in chi l'ha conosciuta il ricordo di tanti suoi insegnamenti e principi, in particolare quelli che ci ha affidati dal momento in cui iniziò ad essere imputata di fede.

Tanti sono stati i motivi di tale imputazione e da tempo si è ormai compreso che sono tutti legati al suo essere una carismatica, ossia una persona che nel parlare e nell'agire trasmetteva all'esterno quanto sentiva che le veniva comandato nel cuore di dire e di fare.

Eccola quindi scagliarsi contro esponenti del malcostume, del crimine, della corruzione, ma in particolare verso coloro i quali da tali fragilità dell'animo umano ne avevano tratto motivo della loro crescita sociale, prima mascherandole quasi ne fossero invece virtuose espressioni, poi teorizzandone metodi e risultati, ma addirittura proponendosi o venendo proposti, quali modelli, ovvero quali campioni da invidiare e quando possibile da imitare.

Ma ancor di più Gabriella era una persona che sfidava il Male andandolo a stanare nei suoi santuari e di qui le sue scoperte ad esempio sul Mostro di Firenze, ma prima ancora di qui le sue indicazioni sul sequestro di Aldo Moro, di qui le sue dichiarazioni su Giulio Andreotti, su Bettino Craxi e su Silvio Berlusconi, che benché le abbiano procurato tanta sofferenza, vista la loro attualità hanno anche consentito e consentono tuttora a magistrati milanesi e palermitani di non mollare le prede, quelle ancora vive beninteso, che tengono ben strette fra i denti.

MATTARELLA E SALVINI – IL VECCHIO E IL NUOVO DELL'ITALIA DI OGGI – IL RITORNO DEL SACRO

venerdì 15 giugno 2018 di Carmelo Maria Carlizzi

Il presidente della Repubblica Mattarella nel resistere, per tutta la durata delle recenti vicende di maggio, alle rozze pressioni e poi alle altrettanto rozze minacce in particolare dei grillini e del loro rappresentante Di Maio, oltre ad esprimere un preciso diritto-dovere aveva dalla sua parte, al di là di ogni valutazione di merito, anche la forza dei numeri.

Mattarella ha infatti più compiti di quanto non si creda a cui attendere e da cui non può derogare, Mattarella ha l'obbligo-dovere di tutelare gli interessi e i diritti di tutti gli italiani, che lui rappresenta indistintamente quale che sia la loro appartenenza o meno agli schieramenti politici presenti in parlamento. Se, come è noto, ha ritenuto che uno dei ministri inseriti nella lista propostagli dai gruppi politici vincitori delle elezioni del 4 marzo scorso non possedesse tutti i requisiti necessari ad adempiere agli interessi del Paese, quale presidente della Repubblica poteva a buon diritto rifiutarne la nomina, salvo poi spiegarne le ragioni e a sostenerle nelle sedi opportune. La popolazione italiana è costituita da 60,5 milioni di persone, mentre gli elettori che hanno votato per il Movimento 5 Stelle e che quindi si riconoscono in Di Maio che si proclama rappresentante del maggior partito politico del Paese, sono stati 10,7 milioni. Se anche fosse accaduto di dovere aggiungere a tale schieramento l'intera compagine di cittadini che ha votato per la coalizione di centrodestra, e pari ad ulteriori 12,147 milioni, complessivamente sarebbero risultati contrari al parere di Mattarella 22,847 milioni di elettori, su 51,3 milioni di elettori aventi diritto. Però sappiamo che questo non è avvenuto, giacché Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia, pur con qualche esitazione e distinzione non hanno appoggiato il M5s in questo intento.

 

ALLA RICERCA DI UN GOVERNO POSSIBILE – al Via da tempo il campionato italiano di ciclismo in salita, con Mattarella che dopo oltre quaranta giorni è ancora in attesa sulla linea del Traguardo

lunedì 16 aprile 2018

di Carmelo Maria Carlizzi

 “Stanno arrivando, eccoli, sono all'ultima curva Signor Presidente! No, chiedo scusa, ma non sono ancora loro!”. L'attesa sul Colle Quirinale dell'arrivo dei campioni vincitori pare che debba proseguire ancora un po'. Eppure Di Maio e Salvini hanno da tempo raggiunto l'obiettivo in precedenza ossessivamente e solennemente da ciascuno di loro annunciato agli Italiani: “Il 4 marzo gli elettori ci conferiranno il mandato di governare il Paese!”. Frase talmente ripetuta, e a tal punto determinata negli aaccenti dei due leader, che non poteva che essere basata su certezze provenienti da sondaggi effettuati davvero dal fior fiore di professionisti del settore. O costituire atto di fede in speciali profezie ricevute dall'alto. Oppure basata sull'esito di particolari fioretti da loro offerti, sebbene sappiamo che non sono notoriamente gente di chiesa. Ma come taluno sostiene, il risultato delle elezioni politiche potrebbe essere stato raggiunto proprio grazie a ripetuti e potenti rituali officiati dal mago Otelma (bifronte di Amleto) e proposti pubblicamente a partire dal 2016 con 17 maghi occultisti proprio a Firenze e prima del referendum del 4 dicembre “per asfaltare il puffo”, ma poi proseguiti in altre occasioni e sempre contro Renzi. Magia bianca o nera che fosse quella di Otelma, magia nera o bianca o arcobaleno o un castello di balle che fosse quello che ha portato al crollo del Pd, sta di fatto che i più attoniti del risultato elettorale sono proprio i vincitori, grillini e centrodestra, che da più di quaranta giorni vagano rintronati nelle stanze vuote del potere come asini tra i suoni. Maghi ed esperti non hanno ottenuto né previsto nulla oltre la vittoria!

IL MOSTRO DI FIRENZE DI NUOVA GENERAZIONE – I FRENETICI PREPARATIVI POICHÉ FRA 20 GIORNI SCATTA IL CONTO ALLA ROVESCIA DELL'ANNO CHE PRECEDE IL GRANDE GIUBILEO DEL MOSTRO DI FIRENZE!

mercoledì 2 agosto 2017

di Carmelo Maria Carlizzi

Finalmente! Dopo tanti annunci, ammiccamenti e colpi di teatro estemporanei, alla fine della fiera dagli antri occulti, dai laboratori esoterici più segreti, dalle fiammeggianti fucine, quelle stesse dove si lavorano con regole alchemiche il ferro e il vetro, ci si prepara a far saltar fuori il Mostro di nuova generazione. Proprio quasi a cinquant'anni dalla nascita del primo in quel lontano 21 agosto 1968 o più probabilmente quel 22 subito dopo l’ora zero.

A tal riguardo, dagli scienziati di queste cose sono state fatte uscire, ossia rese visibili, le prime scintille delle lavorazioni già pronte e necessarie per stabilire una continuità.

Per dare inizio alle danze intanto ecco spuntar fuori un ex legionario Giampiero Vigilanti, 86 anni suonati, naturalmente originario del Mugello, da quasi cinquanta serenamente fra i denti di Paolo Canessa, con a suo dire sulla coscienza alcune centinaia di Vietcong ammazzati in Corea, possessore di armi regolarmente detenute e relativi proiettili, notoriamente frequentatore occasionale dei compagni di merenda e di tanti personaggi vivi e defunti balzati o nascosti agli onori delle cronache dell'ultimo mezzo secolo.

giovedì 14 luglio 2017

A CAPACI E A VIA D’AMELIO SI GIOCA ANCORA L’ONORE DEL PAESE
In prossimità della ricorrenza della strage di Via d’Amelio del 19 luglio 1992 che seguì a quella di Capaci del 23 maggio, a voler rispondere a quei galantuomini dell’Antistato e della Mafia che hanno voluto ricordare le loro gesta con la distruzione nei giorni scorsi del busto dedicato a Giovanni Falcone nella scuola di Palermo a lui intitolata, mi piace qui riproporre una mia corrispondenza di oltre due anni fa con Salvatore Borsellino, fratello di Paolo. Il coro di esecrazione espresso da tante parti di quel gesto di sfregio, certamente per lo più sincero è da condividere in pieno, ma a mio avviso non risolve l’enigma tuttora aperto su chi sono stati mandanti ed esecutori delle due stragi e sul perché delle stesse. Così come non lo risolvono le cerimonie di commemorazione che si ripetono ad ogni anniversario.

di Carmelo Maria Carlizzi

  Ecco la mail da me inviata a Salvatore Borsellino:

  Signor Borsellino, poco fa casualmente ho riaperto una mail inviatale oltre un anno fa e che ritengo lei non abbia letto o che l'abbia scartata chi gestisce tale suo indirizzo di posta. Infatti la semplice curiosità avrebbe dovuto indurre il lettore ad approfondire cosa io per discrezione non avevo raccontato. Ma voglio insistere nel dirle del ruolo che mia moglie (Gabriella Pasquali Carlizzi deceduta l'11 agosto 2010) ebbe a svolgere dall'aprile al luglio 1992 a riguardo delle stragi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E quindi stavolta le invio un brevissimo racconto.